Molfetta, una città dove è sempre più difficile vivere. Anche le piste ciclabili sono un ricordo
Cittadini sempre più maleducati, amministratori sempre più assenti. La città è perdente anche a confronto con Giovinazzo
MOLFETTA - La maleducazione dei molfettesi sta diventando abituale, se ne lamentano tutti e cresce il malcontento, peggiora la qualità della vita. Il cittadino si sente impotente, a lui non rimane altro che scrivere ai giornali per lamentare disfunzioni, sporcizia, bullismo, assenza di controlli sui fruttivendoli che spuntano come funghi ad ogni angolo di strada, mancanza di sicurezza e così via. E gli amministratori? Sempre più assenti.
Oggi è la volta di un altro lettore di “Quindici”, un padre preoccupato per la difficoltà di portare in bicicletta la figlia di due anni per la carenza di piste ciclabili (nella foto, il lungomare dove una volta c'era la pista ciclabile, oggi occupata dai parcheggi), a differenza di Giovinazzo (ormai Molfetta sfigura anche davanti a cittadine molto più piccole, ma più ordinate ed efficienti come la nostra vicina). E che dire dei falsi invalidi: “Quindici” ha segnalato più volte questa situazione, ma sembra che nessuno si preoccupi dei controlli.
Insomma, una città dove vivere è sempre più difficile.
Ecco la lettera:
«Preg.mo Direttore, sono il papà di una bambina di due anni. Più passa il tempo e più mi rendo conto di quanto siamo maleducati a Molfetta.
Mi spiego: spesso porto in bici con me la mia piccola, ma mi rendo conto che non esiste una pista ciclabile, che le zone pedonali lo sono soltanto per modo di dire: prima passano i carabinieri, poi la finanza, poi il netturbino.
Meglio Giovinazzo che nelle zone pedonali il traffico è vietato per tutti.
Per non parlare di come sia aumentata la popolazione degli invalidi!!!!
Ormai corso Umberto è il posto adatto per posteggiare la macchina di un invalido.
E che dire dell'arredo urbano del corso: quanti cestini vi sono su tutto il corso?
La ringrazio».