MOLFETTA - Anche quest’anno, forse un po’ in anticipo rispetto agli anni precedenti, nella zona della Basilica della Madonna dei Martiri, a pochissimi metri dalla battigia, ha riaperto un …”posto di ristoro” : da ZiaPina BRACERIA.
La struttura a carattere provvisorio, ospita sotto dei tendoni, alcuni tavolini con sedie che permetteranno agli avventori di “gustare” le specialità della casa, verosimilmente “preparate” in un chiosco viaggiante ivi parcheggiato.
Le polemiche degli scorsi mesi sul proliferare selvaggio di punti vendita di frutta e verdura, nelle zone più disparate della Città, avevano indotto la amministrazione a “regolamentare” la materia, come? Autorizzando – si fa per dire – in determinati punti della Città, la presenza di punti vendita piuttosto naif : un cumulo di cassette di frutta, un ombrellone per ripararsi dalle intemperie e/o dal sole, una o più bilance, un camion che “protegge” il sito e un certo numero di “addetti” che vendono. Registratori fiscali? Forse, non lo sappiamo perché non abbiamo l’abitudine di fare acquisti in questi posti. Alla sera? …tutto viene coperto da teloni e, …a domani! Oltre alle autorizzazioni ai “punti vendita” (creati, a detta degli amministratori, un po’ per venire incontro alla carenza di punti vendita di prossimità, ma anche per dare lavoro a personaggi che altrimenti sarebbero costretti a procurarsi di che vivere, delinquendo), l’amministrazione ha avviato addirittura un processo di stabilizzazione dei siti, costruendo, a spese della Comunità, dei gazebo molto ben fatti che dànno dignità al punto vendita (in un numero precedente della Rivista “Quindici”, abbiamo ampiamente documentato l’evento e l’onere per le casse comunali).
La Cittadinanza (almeno una certa parte) ha protestato per queste soluzioni, però la cosa si è, diciamo così, cristallizzata tale che l’argomento è stato metabolizzato, pensiamo, da tutti. Una delle obiezioni che dovrebbe riguardare la pubblica incolumità è stata quella delle condizioni igieniche in cui il commercio è esercitato: in mezzo alla strada, merce esposta alla polvere, ai gas di scarico del traffico, ecc.. Lo si sta risolvendo – forse, il forse è d’obbligo – con la creazione dei gazebo, salvo poi verificare.
Tornando alla nostra …Braceria, beh, pensiamo che qualcuno, non sappiamo chi, ma diciamo a caso, A.S.L., N.A.S., Annona, forse dovrebbero fare un …”vedo” circa le condizioni igieniche del sito.
Recentemente abbiamo documentato un allarmante fenomeno che sta avvenendo: la presenza piuttosto cospicua di topi e/o ratti, che scorrazzano per la Città. Queste poco simpatiche bestiole che, nemmeno i cartoni animati, per quanto li presentino …carini, riescono a far accettare come presenza imprescindibile in una città, sono sinonimo di sporcizia presente. Costituiscono, oltre che per il ribrezzo che generano alla loro vista, un oggettivo pericolo e veicolo di malattie anche gravi. Bene, sappiamo tutti che il sito che “ospita” Zia Pina, non è proprio un modello di pulizia ed igiene; non lo è mai stato storicamente, data la delocalizzazione del sito medesimo ed il fatto che, malgrado la costruzione del nuovo porto, il sito medesimo, costituisce ancora una comoda zona di discarica per rifiuti di ogni tipo, che i nostri concittadini buontemponi e incoscienti, amano riversare. Per non parlare del fatto che la zona, per la sua scarsa illuminazione, costituisce un luogo per appartarsi, con le conseguenze del caso: abbandono di rifiuti alimentari ed altro, che costituiscono ottime fonti di cibo per animali di varia natura, ivi compresi i …roditori.
Qualche esperto afferma che solitamente le bestiole stanno rintanate, almeno di giorno, nelle loro tane, salvo poi uscire con il favore delle tenebre. Un altro motivo che favorisce l’uscita …fuori tempo delle bestie, è costituito dal fatto che vengono “disturbate” da rumori inconsueti, tipo quelli che si sentono dove, ad esempio si sta costruendo un nuovo porto!
Siamo certi che il gestore della braceria, prima di aprire, si sia dotato di tutti i permessi possibili, che legittimano la sua “impresa”.
Allora il dubbio che ci assale, fatte salve le premesse descritte, è: Posto per vero che l’attività sia stata debitamente autorizzata, dai vari Enti che devono autorizzare, quando il gestore ha richiesto il nulla osta all’esercizio, dando informazione del sito in cui intende lavorare, a nessuno è venuto in mente che forse, l’autorizzazione in quel particolare sito, ancorché suggestivo e romantico (in zona Basilica, in riva al mare interno, chiuso ma sempre mare, con poco ricambio a causa dei lavori in corso per il porto) potesse essere non congruente con le norme minime di igiene e sicurezza necessarie per un esercizio alimentare che non dispone neanche di acqua corrente? Un’idea delle condizioni non proprio indicate per un’attività di ristorazione in quel posto particolare, la si può avere guardando le foto allegate….
Si dirà: ma poche centinaia di metri più in là, c’è il ristorante Marechiaro, c’è un Bar, quasi di fronte c’è un’altra braceria, ecc.. Che dire? Questi esercizi sono in ambienti chiusi, dispongono di acqua corrente (per le necessarie operazioni di pulizia ed igiene); non sono esposti, ad esempio alla polvere sollevata dai mezzi che più volte al giorno trasportano materiale per il nuovo porto, mentre Zia Pina sembra esposta a tutto e a tutti (intendendo anche qualche bestiola poco simpatica).
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