Molfetta Sportiva, dopo la seconda sconfitta esonerato Mister Fumai. Ma i problemi sono altrove. L'illusione del grande calcio
MOLFETTA – Dopo due sconfitte definitive e il tramonto dell’illusione di avere la grande squadra da promozione del campionato, la Molfetta Sportiva conferma che, come sempre, le colpe si scaricano sugli altri: gli allenatori.
E’ tutta colpa del mister e così la dirigenza licenzia il mister Muzio Fumai (foto). E si torna al punto di partenza.
Battuta dal Barletta prima e dall’Atletico Mola dopo, il sogno della Molfetta Sportiva 1917, alimentato anche da molta propaganda, sembra essersi infranto. E il giocattolo si è rotto, prima ancora di cominciare il rodaggio. E avere sbagliato perfino un rigore nella gara col Mola, perduta per 2-0, significa che i conti non tornano. E l’è tutto da rifare, ma cosa? La squadra o forse la dirigenza?
Se lo stanno chiedendo in queste ore anche i tifosi, soprattutto dopo le dichiarazioni di Mister Fumai che accusa il presidente Mauro Lanza di averlo contrastato.
Troppo facile accusare Lanza, ma, occorre essere onesti e riconoscere che il vecchio giocatore “drogato” del calcio è l’unico che ha messo sempre il cuore, la faccia e i soldi per mantenere una squadra a Molfetta e cercare di farla risalire nelle serie superiori.
Abbiamo assistito negli anni scorsi a fari tentativi falliti (ce ne sono ancora oggi altri, che non sembrano destinati a migliore successo) di riportare il calcio molfettese alle vecchie glorie. Non basta un nome glorioso e una data storica 1917, per vincere sul campo servono impegno e risorse economiche, che nessuno sembra disposto a tirare fuori più di tanto.
E allora ecco che è più facile ricorrere al solito Lanza, approfittando della sua “droga”, piuttosto che fare da sé e mettere su una società che si rispetti.
L’illusione è durata solo tre partite, poi il sogno sembra essersi infranto e si ricomincia da zero, da quel mister che è l’unico che potrebbe valorizzare anche qualche buon elemento che occorre far girare a dovere per fare risultato.
Il resto sono chiacchiere da bar dello sport, come le chiacchiere della politica. A Molfetta sembra che siano in tanti solo a saper parlare, quando si tratta di lavorare e rimboccarsi le maniche, sono tutti latitanti e si butta la croce addosso a chi ha il coraggio di assumersi le responsabilità e andare avanti. Ma non si può giocare una partita nel calcio, come nella politica quando gli avversari sono in casa propria…
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