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Molfetta si riappropria della Fabbrica di San Domenico. Inaugurata la biblioteca comunale, dopo il restauro Nuovo allestimento anche per la raccolta d'arte contemporanea cittadina
Il sindaco Minervini, le figlie del prof. De Gennaro, Serena e Rossana, la direttrice della biblioteca dott. Fontana
01 ottobre 2022

MOLFETTA – Dopo circa tre anni di chiusura torna a nuova vita l’ex Fabbrica San Domenico, che riacquista e amplifica il suo ruolo di polo culturale per la nostra città. «È rimasta chiusa per troppo tempo ma torna in tutta la sua bellezza, il suo confort» ha dichiarato il sindaco Tommaso Minervini, che ha sottolineato anche la cospicuità dell’investimento necessario alla ristrutturazione soprattutto della biblioteca comunale.

Sono stati, infatti, ripensati e ampliati gli spazi fruibili oltre al patrimonio in essi custodito. L’edificio è stato, dunque, ripensato e riqualificato senza essere snaturato: gli spazi risultano più ariosi ed è stata migliorata l’illuminazione, sono state aumentate le postazioni nelle due sale studio, è stata confermata la sezione dedicata all’infanzia, è stato realizzato il completo restyling della sala conferenze “Beniamino Finocchiaro” oltre all’apertura dell’ultimo piano (sinora inutilizzato) dove è stata allestita una sala polifunzionale.

Tanta era l’attesa per la riapertura della biblioteca e dell’archivio storico che, con il loro patrimonio librario e documentale, sono un importante punto di riferimento per studiosi, studenti e ricercatori. Tra l’altro, grazie alla generosità di Serena e Rosanna de Gennaro, figlie dell’indimenticato professore Giovanni De Gennaro, hanno donato alla Comunità circa tremila volumi appartenuti al padre, con l’intento di «far vivere una nuova vita a questi libri attraverso le mani di generazioni nuove, che scoprissero in essi ciò che vi aveva scoperto lui». Si tratta di testi di filosofia, testi su Benedetto Croce, diverse opere enciclopediche, diversi settori dedicati all’antropologia, alla storia, al metodo storico, alla scuola degli Annales e alla Nouvelle Histoire. Non mancano testi di storia locale ma sempre con l’ottica della storia “glocale”, come ha precisato Rosanna De Gennaro.

Serena De Gennaro ha sottolineato come il progetto abbia avuto una lunga gestazione, scaturendo da un desiderio del padre che, alla fine della sua vita, aveva chiesto di non disperdere quei libri: «lo abbiamo sentito come un lascito e questo è il luogo migliore».

Ma le sale ospitano anche la raccolta d’arte contemporanea della città di Molfetta, sinora collocata a Palazzo Giovene, con dipinti e sculture di proprietà del Comune di Molfetta: da Michele e Liborio Romano a Renato Guttuso, da Carlo Siviero a Leonardo Minervini e tanti altri.

Indubbiamente il nuovo allestimento ha consentito di riunire anche diverse donazioni, come quelle di Anna Rita Spezzacatena, Franco D’Ingeo, Franco Poli.

Torna fruibile anche la Mostra Etnografica Permanente del Mare, fondata e gestita dall’Archeoclub d’Italia – sede di Molfetta “Giuseppe Maria Giovene”.

La riconsegna alla città di un luogo così importante si è tramutato in un’autentica festa grazie al concerto della SaviOrchestra.

«Abbiamo pensato di far riviere questo luogo chiamando la Savio, continuatrice di questa grande nostra tradizione cultura, che pratica da tempo, a grande livello la cultura musicale nei nostri ragazzi» ha affermato il sindaco Minervini, affiancato dalla dirigente dell’I.C. Scardigno Savio Nicoletta Paparella.

Spazio, infine, alla musica spaziando dal contemporaneo al classico, con brani di Musorgskij (La porta di Kiev), Šostakovic (valzer), Karl Jenkins (Palladio), Bizet (Carmen), Goblin (Profondo rosso), Brian Tyler e Danny Elfman (The Avengers). Non sono mancati brani molto vicine alla sensibilità dei giovanissimi musicisti come l’inno della Champoins League, composto da Tony Britten sull’inno di incoronazione composto da Georg Friedrich Händel, e la colonna sonora del videogioco Unchained.

Lunghi applausi e standing ovation finale per esecuzioni perfette soprattutto tenendo conto dell’età dei protagonisti ma la SaviOrchestra è una certezza.

Da lunedì le sale e i corridoi della Fabbrica di San Domenico torneranno a riempirsi di utenti che potranno usufruirne tutti i giorni dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 13.30, il martedì e il giovedì anche dalle 15.15 alle 17.45, la sala studio sarà fruibile, sempre dal lunedì al venerdì, dalle 15.15 alle 19.15.

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Autore: Isabella de Pinto
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