Recupero Password
Molfetta, seduta calda del consiglio comunale: caso Palmiotti e ambulanti Commercio ambulante, bocciata la richiesta di Rifondazione, in attesa del nuovo Piano non si cambia. Abbattista (Pd) chiede le dimissioni dell'assessore Palmiotti rinviato a giudizio e il sindaco lo accusa di doppiezza cinica
07 novembre 2009

MOLFETTA - Questa volta non ci siamo annoiati. Per tre ore tutti i consiglieri presenti sono rimasti incollati alloro posto. Nessun bisbiglio, nessuna interruzione ed anche i fumatori incalliti hanno vissuto lunghi momenti di astinenza. Nessuno voleva perdersi una parola, su un argomento spinoso come la questione del commercio ambulante. All’attenzione dell’aula l’ordine del giorno di Gianni Porta (Rifondazione comunista) di rivedere il Piano del Commercio per mettere ordine ad una realtà ritenuta per molti aspetti negativa. Ma andiamo per ordine.

La seduta iniziava con una buona notizia. Pino de Candia (PD) chiedeva al sindaco Antonio Azzollini notizie sull’allarmismo in città, dopo il ricovero di un bambino colpito dal virus influenzale N1H1 e la conseguente chiusura della scuola elementare “R. Scardigno”.
Sono lieto di comunicare – ha risposto il sindaco - che il bimbo è in via di completa guarigione. Quando si è avuta conoscenza del caso, oltre al dovuto riserbo, abbiamo fatto una scelta mediana tra il non far niente e la chiusura di tutte le scuole con il rischio di creare un ulteriore allarmismo. A fronte di un programma di sanificazione ordinaria, abbiamo scelto di schiudere la scuola, per motivi di prevenzione”.
Sulla situazione generale Azzollini ha ribadito che tutte le strutture sanitarie sono in allerta per seguire l’evolversi di questa situazione. “Siamo costantemente in contatto sia con Asl che con i dirigenti scolastici per fornire informazioni e chiarimenti con l’aiuto di medici e pediatri. Agiamo con cautela, prudenza ed efficacia immediata. C’è un programma di sanificazione di tutte le scuole, dalle materne alle superiori e da lunedì, su indicazione dei medici di famiglia, si potranno avviare le vaccinazioni”.
Dopo questo sospiro di sollievo, la seduta è entrata nel vivo. Per “fatto grave” è toccato a Giovanni Abbattista (PD) l’ingrato compito che tutti si aspettavano: la richiesta delle dimissioni dell’assessore alle attività produttive del Pdl, Michele Palmiotti, a seguito del rinvio a giudizio per i reati di favoreggiamento e voto di scambio.
E’ un fatto particolarmente grave perché i fatti contestati riguardano l’esercizio del mandato di presidente della Multiservizi”, pesando le parole Abbattista ha prima espresso umana solidarietà “perché nessuno può essere dichiarato colpevole prima di una sentenza definitiva” e poi chiesto le dimissioni.
Nel caso che non lo faccia sarebbe opportuno per il rispetto delle istituzioni, la revoca dell’incarico, perché, in caso di un’auspicata costituzione di parte civile del Comune, mi riesce difficile immaginare un’amministrazione contro un suo assessore”.
Alla richiesta di Abbattista, la maggioranza di centrodestra rispondeva con un imbarazzante silenzio. Il sindaco non faceva una piega, ma si vedeva e si capiva che prima o poi avrebbe detto la sua.
La seduta proseguiva con l’argomento previsto, ossia un ordine del giorno di richiesta di revisione del Piano del Commercio.
Come da scaletta, l’assessore all’annona Annamaria Brattoli, con a fianco l’ex assessore Mimmo Corrieri rimosso e promosso dal sindaco Dirigente del settore, proprio per lasciar spazio alla nomina della Brattoli, leggeva una relazione che aveva il pregio della sintesi: analisi socio-economica (7 piazze mercatali nel centro urbano smantellate in 20 anni che garantivano un ottimo fattore qualità/prezzo) a fronte di una domanda crescente sia nel centro urbano che nelle zone periferiche; l’emergenza sociale: reinserimento di soggetti con alle spalle disavventure giudiziarie, ma desiderosi di trovare un modo di guadagnarsi onestamente da vivere.
Questi fattori hanno trovato le risposte nell’ambulantato diffuso e recepito nel vigente Piano del Commercio, datato 2006 che prevede 8 postazioni fisse (per i 4 anni di validità del Piano) e un numero (non precisato) di autorizzazioni annuali per il commercio itinerante.
Per l’assessore non c’è degenerazione né abusivismo diffuso e ha portato come dati l’azione di controllo (401) e repressiva (49 infrazioni e oltre 20 sequestri) della Polizia Municipale, nell’anno in corso. Per l’amministrazione comunale un quadro roseo e quindi una revisione del Piano (scadenza aprile 2010), sarebbe immotivato e impugnabile, anche perché è già partito l’iter per il prossimo Piano, le cui idee di fondo saranno: rimedio alla desertificazione commerciale del centro urbano, concetto di “mercato diffuso” in modo ordinato, moderne strutture di vendita, azioni incisive di controllo.
Alla visione rosea dell’amministrazione comunale, hanno risposto le opposizioni, raccontando una realtà completamente diversa. E’ stata una carrellata di ciò che vediamo tutti i giorni, espresse, in modi più o meno circostanziati con esempi a gò-gò da parte di Gianni Porta, Giovanni Abbattista, Pino Amato, Mauro de Robertis, Mino Salvemini e Nicola Piergiovanni: esposizione esuberante di merce, con problemi di circolazione veicolare e pedonale, criticità igieniche (qualcuno vende accanto ai bidoni dei rifiuti), nessun senso di decoro (cataste di cassette parcheggiate per strada e sui marciapiedi), concorrenza sleale, sanzioni irrilevanti, controlli inefficaci, addirittura un venditore da un anno impedisce l’utilizzo di una plancia della Gestor e quindi un mancato introito per il Comune, per finire agli atti inquietanti di incendi.
Insomma, un situazione ambientale dalla straordinaria criticità, da qui la richiesta di un riordino del settore e la sospensione delle licenze in scadenza. Sono state fatte delle proposte: un comitato per la raccolta di dati e analisi, sulla base dei quali elaborare il Piano, limitare l’ambulantato fino alle ore 14, così come avviene nelle altre città, un coordinamento tra i soggetti del settore per coniugare visibilità della merce e decoro.
Al termine di questa sorta di requisitoria, la palla è toccata all’amministrazione comunale e il sindaco Antonio Azzollini ha preso la scena, indossando l’elmetto da combattimento.
L’avvio è stato di basso profilo, alla tenente Colombo quando con non curanza ha fatto l’affermazione finale che quasi sempre incastra l’interlocutore. “Non ho voglia di parlare… ”, ma poi la parola è diventata clava.
Senza mai volgere lo sguardo verso l’opposizione è partito dall’inizio, dalla richiesta delle dimissioni dell’assessore Michele Palmiotti, definita sceneggiata, un festival dell’ipocrisia e della doppiezza. Per la prima volta abbiamo sentito Azzollini abbandonare il linguaggio semplice e pragmatico e lanciarsi in concetti etici e allo stesso tempo enigmatici.
E’ ben noto che siamo fedeli asservanti dell’art. 27 della Costituzione (presunzione di innocenza fino a sentenza definitiva) e quindi avendo un metro univoco di misura di tutta una serie di vicende, ci asteniamo da commenti che molto più salaci avrebbero potuto essere. Siamo per regole della politica che non c’entrano con quelle giudiziarie e che più occasioni abbiamo dimostrato, noi sì, di saper adottare, altri no. Noi riconosciamo alla persona, secondo la tradizione cristiano-liberale, una dignità assoluta. Prima di ogni altra cosa c’è la dignità dell’uomo e lo abbiamo dimostrato, ribadisco solo noi, in questa sede e in altre. Il rispetto della persona ci evita di strombazzare in giro cose inutili e che per noi sarebbe un gioco da ragazzi”.
Per Azzollini dare la solidarietà all’uomo e poi chiedere di farsi da parte è una doppiezza cinica “si dà ai giovani il senso del cinismo come regola di vita, ammantato da parole inutili”.
Alla fine è arrivata la citazione dotta di Francesco Ferrucci a Fabrizio Maramaldo (assedio di Firenze del 1530): “Vile, non uccidere mai un uomo morto”.
Se l’aula fosse stata un teatro sarebbe scattato l’applauso. Poi con un salto mortale da vero acrobata dell’oratoria o della retorica ha trovato un nesso con la discussione sul Piano del Commercio. “A Molfetta al contrario di tutti i paesi dell’Europa occidentale non ci sono le piazze mercatali. La scelta è stata di concedere le licenze in attesa di definire il Piano del Commercio che realizzi un moderno ambulantato”.
Il sindaco ha parlato del futuro: riqualificazione delle piazze Minuto Pesce, Gramsci e l’ex mattatoio, creazione di nuovi siti opportunamente attrezzati, potenziamento dei controlli con la videosorveglianza.
Insomma, un Piano che – secondo il sindaco - verrà all’insegna della modernità, con un’attenzione anche all’estetica. In attesa “i provvedimenti drastici non li attueremo, perché non ha senso troncare i rapporti non avendo l’amministrazione comunale disposto le alternative”.
Insomma per ora si andrà avanti come prima e forse più di prima, nel caos e nella confusione totali, oltre che senza rispetto per le norme igienico sanitarie che nessuno sanzionerà per buona pace del sindaco e dell’amministrazione comunale.
Autore: Francesco Del Rosso
Nominativo  
Email  
Messaggio  
Non verranno pubblicati commenti che:
  • Contengono offese di qualunque tipo
  • Sono contrari alle norme imperative dell’ordine pubblico e del buon costume
  • Contengono affermazioni non provate e/o non provabili e pertanto inattendibili
  • Contengono messaggi non pertinenti all’articolo al quale si riferiscono
  • Contengono messaggi pubblicitari
""



Quindici OnLine - Tutti i diritti riservati. Copyright © 1997 - 2025
Editore Associazione Culturale "Via Piazza" - Viale Pio XI, 11/A5 - 70056 Molfetta (BA) - P.IVA 04710470727 - ISSN 2612-758X
powered by PC Planet