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Molfetta: Scuola Pascoli, chi rompe (non) paga La ringhiera danneggiata dalla caduta della palma la settimana scorsa, appare rabberciata frettolosamente: la "cura" peggiore del male
10 ottobre 2008

MOLFETTA - La ringhiera della scuola 'Pascoli' vittima di un'opera di scempio. Franco Altomare, del Movimento Repubblicani Europei, ha fatto notare l'accaduto. Dopo la rovinosa caduta di una palma in via Felice Cavallotti, per la quale sono ancora da accertare i responsabili, la riparazione ha ulteriormente usurato ringhiera e muretto. Tra chianche non riposizionate in pari con le altre e saldature arrugginite ora la cancellata è in condizioni disastrose (come testimoniano le immagini nella galleria fotografica, qui sotto). Quindici ha già riportato che il 26 settembre scorso gli operai della Multiservizi dovevano tagliare la palma all'interno dell'atrio della scuola media perché era stata attaccata dal Punteruolo Rosso. Nell'incidente la cima rimbalzò sulla ringhiera cadendo sul marciapiede e abbattendo anche il muretto, sottostante la cancellata. La parte in ferro non si scardinò dalla pietra e quindi precipitò anch'essa. Sono ancora da comprendere le responsabilità dell'incidente e la sfiorata tragedia ma, malgrado questo dubbio, una cosa è certa ed è oggettiva: la riparazione che ne è conseguita, per rimettere in verticale barre di ferro e muretto, è stata molto grossolana e superficiale. Un lavoro, quello svolto dagli operatori stessi, gravemente incompleto e impreciso. Al suolo, come detto, c'era un unico pezzo costituito da ringhiera e pietre sottostanti nelle quali la stessa era fissata. In pratica, per risollevare la recinzione, le sbarre di ferro, nessuna delle quali aveva rotto i blocchi, sono state tagliate e successivamente, una volta riposizionate le pietre, rinsaldate. Le giunture, particolarmente imprecise, non sono state coperte neanche con il solo antiruggine e, verosimilmente, si stanno già ossidando. Non solo la struttura in ferro è molto più fragile, e la cosa andrà peggiorando, ma i blocchi non sono stati riposizionati a pari. Il design, che ovviamente è rispettato nella mezza recinzione dall'altro lato del cancello e che non è stata coinvolta nella caduta, prevedeva un gioco di rientranze e bordi. Dato che il ferro era deformato, per far combaciare i vari pezzi, ora il muretto ha alcune chianche che sporgono di diversi centimetri dalla posizione ideale. A tentare di ricoprire il tutto sono state poste alcune pezze di stucco che rovina ulteriormente l'immagine. Insomma, anche questa volta, non si è agito nel modo più intelligente e a prescindere dal danno all'estetico in futuro ci saranno le spese dovute alle mancanze del presente. Ovviamente questa situazione non è causata dalla semplice mano d'opera quanto dai dirigenti e dai responsabili alle loro spalle. Ecco un altro esempio di superficialità e di disprezzo per il bene comune e poco conta che in questo caso si tratti dello stabile simbolo della cultura molfettese.
Autore: Sergio Spezzacatena
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