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Molfetta, salvato dalle guardie zoofile un gattino gettato in un cassonetto e poi "adottato" da un cane
07 giugno 2012

MOLFETTA - "La foto allegata - dice un comunicato - non è un fotomontaggio ma la prova di una storia che assume il sapore della fiaba: un cane e un gatto riposano nella stessa cuccia, praticamente abbracciati. Quella che per Miau, un micio di appena 40 giorni, era iniziata come un incubo è diventata un’avventura a lieto fine, complice un piccolo storno.
Non è la trama di una delle opere di Esopo, di Fedro o di La Fontaine bensì cronaca.
Ma partiamo dall’inizio, tornado al alcuni giorni fa. Un nostro concittadino sta passeggiando con sua moglie e il loro cane nei pressi di un giardino all’interno di un noto centro commerciale, all’improvviso si accorge della presenza di uno storno in difficoltà. Con grande senso civico, contattata le guardie zoofile della LAC Puglia, coordinate da Pasquale Salvemini.
Intanto un altro cittadino segnala al Comando di Polizia Municipale di Molfetta di udire dei lamenti provenire da un cassonetto ubicato in via Leonardo Mezzina (nei pressi del Palazzetto don Sturzo). Immediato l’intervento degli agenti della Polizia Municipale e delle guardie zoofile della LAC Puglia; le ricerche si rivelano particolarmente difficili poiché qualcuno, con un gesto assolutamente inqualificabile, ha chiuso un gattino in una busta e lo ha poi abbandonato all’interno di una campana per la raccolta differenziata della plastica. Fortunatamente il tempestivo intervento consentite di salvare Miau, come viene “battezzato” il micio, affidato al coordinatore delle guardie zoofile.
A questo punto le strade di Miau e della famiglia composta da Meo e Betta si incrociano. La coppia di nostri concittadini incontra il coordinatore delle guardie LAC per affidargli lo storno. Notano Miau e, colpiti dalla bellezza e dalla dolcezza del gattino, decidono di adottarlo. Tutto risolto? Forse… Ora si presenta un ulteriore problema, l’unico, vero grande dilemma: Quale sarà la reazione di Sancho, il cane di Meo e Betta, un bulldog francese adulto?
Sancho, fugando tutti i timori, prende subito in simpatia il povero gattino e lo adotta. In poche ore Miau ha trovato una nuova famiglia, una nuova casa e un grande compagno di giochi.
Ma non sempre queste storie hanno un lieto fine. «Il gesto di questa persona che ha buttato il gattino nel cassonetto è un grave gesto di inciviltà e di grande crudeltà» sottolinea Pasquale Salvemini, delegato regionale della LAC, il quale ricorda che l’abbandono di animali e la loro conseguente morte «configura il reato di maltrattamento, punibile anche con l’arresto».
Questa volta, però, possiamo gioire per l’esito della vicenda e ringraziare Meo, Betta e, soprattutto, Sancho per la loro generosità.

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“Che vergogna, che miseria, aver detto che le bestie sono macchine prive di conoscenza e sentimento, che fanno sempre tutto ciò che fanno nella stessa maniera, che non imparano niente, non si perfezionano, ecc., ecc..” Come? Quell'uccello che fa il suo nido a semicerchio quando lo attacca a un muro, che lo fa a quarto di cerchio se lo mette in un angolo, e a cerchio intero intorno a un ramo, quell'uccello compie tutti i suoi atti sempre allo stesso modo? Quel cane da caccia che tu hai allevato per tre mesi non ne sa forse di più dopo quel tempo, di quanto ne sapesse prima delle tue lezioni? Quel canarino a cui tu insegni un'aria la ripete forse immediatamente? Non è forse vero che ci mette un certo tempo a impararla; e non hai osservato che talvolta egli sbaglia e si corregge? Forse è perché io ti parlo, che tu giudichi ch'io abbia il sentimento, la memoria, delle idee? Ebbene! Non ti parlerò: tu mi vedrai rincasare con aria afflitta, cercare una carta con inquietudine, aprire l'armadio dove mi ricordo d'averla rinchiusa, trovarla, leggerla con gioia. E tu ne deduci che io ha provato il sentimento della afflizione e quello del piacere, che ho memoria e conoscenza. Giudica dunque allo stesso modo questo cane, che non trova più il suo padrone, che lo ha cercato per tutte le vie con grida dolorose, che rincasa inquieto e agitato, sale, scende, va di stanza in stanza, trova infine nel suo studio il padrone che egli ama, e gli testimonia la propria gioia con la dolcezza del suo mugolio, coi salti e le carezze. I barbari uomini prendono questo cane che suol così facilmente nell'amicizia: lo inchiodano su una tavola, e lo sezionano vivo per mostrarti le vene mesaraiche. Tu scopri in lui gli stessi organi di sentimento che sono in te. Rispondimi, o meccanicista, la natura ha dunque combinato in lui tutte le molle del sentimento affinchè egli non sappia? Il cane ha dei nervi per essere impassibile? Non fare più di queste balorde supposizioni. Ma i maestri di scuola mi chiedono che cos'è allora l'anima delle bestie. Io non capisco questa domanda. Un albero ha la facoltà di ricevere nelle sue fibre la linfa che vi circola, di spiegare in fogliame le proprie gemme: volete domandarmi che cos'è l'anima di quest'albero? Egli ha queste facoltà. E l'animale ha ricevuto le facoltà del sentimento, della memoria, e di un certo numero di idee. Chi gliele ha date? Colui che ha fatto crescere l'erba dei campi e gravitare la terra intorno al sole. Le anime degli animali sono forme sostanziali, ha detto Aristotele; le anime delle bestie sono materiali, gridano altri filosofi. Ascoltate qualcun' altra di queste bestie che ragionano sulle bestie: la loro anima è un essere spirituale, ma che muore col corpo. E che prova ne avete? Che idea vi fate di questo essere spirituale che,in affetto è doto di sentimento, di memoria, di una certa quantità di idee e di combinazioni, ma che non potrà mai arrivare a sapere ciò che sa un bambino di sei anni? E su qual fondamento pensate che questo essere, che non è un corpo, muoia col corpo? Ma le bestie più grosse sono stati quelli che hanno sostenuto che l'anima animale non è né corpo né spirito………….( Dizionario Filosofico – VOLTAIRE)
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