MOLFETTA - Momento di stallo nel cantiere del centro sinistra.
Rifondazione Comunista rompe il dialogo politico con il PD e con SEL e prende tempo (come
Quindici aveva già preannunciato). «
Il nostro intento iniziale era quello di costruire la coalizione che avrebbe dovuto fronteggiare il centrodestra nelle prossime elezioni comunali, riunificando l’opposizione in consiglio comunale con una serie di iniziative, come quella contro il Piano del Commercio e, in particolare, contro il Piano dell’Agro a cui son seguiti gli arresti - ha spiegato
Beppe Zanna, segretario di Rifondazione, nella conferenza stampa a Palazzo Giovene -
siamo partiti dai programmi, lasciando le logiche del solito politichese, basato sulle alleanze e sulle candidature». Quali le motivazioni della rottura?
«Invece di dar rilevanza all’iniziativa politica si è pensato alle coalizioni e alle candidature, instaurando contatti con forze al di fuori del cantiere, soggetti politici terzopolisti», questa la motivazione addotta da Zanna per la (momentanea?) rottura con Pd e Sel. Dito puntato contro l’Udc «forza politica avvezza al trasformismo e ad una forma d’opposizione inconcludente e controproducente, a cui noi abbiamo posto un netto veto».
Insomma, Rifondazione ha proposto un deciso taglio con il passato (un’alleanza tra centrosinistra e centro riprodurrebbe la coalizione del 2008, con l’esclusione di Rifondazione, al tempo La sinistra L’Arcobaleno), perché il rischio potrebbe essere sfociare nell’antipolitica e in inciuci vari. Una situazione politica che ha bloccato il cantiere ormai da mesi, con Pd e Sel tra l’incudine e il martello, “indecisi” tra una coalizione con il centro (Terzo Polo) o con la sinistra (Rifondazione).
«
Ultimamente è diventato quasi uno sport dare addosso a Rifondazione, non possiamo assolutamente accettare che dalla contesa politica si passi a buttar fango sulla gente, cercando di screditare le storie personali, politiche e d’impegno di singoli militanti - ha continuato
Antonello Zaza, ex consigliere comunale, poi assessore provinciale alla Socialità (nella foto: Zaza, Zanna e Porta) in riferimento al
comunicato di
Robert Amato, commissario Udc, dello scorso 16 novembre -
Abbiamo tentato in ogni modo di mettere in piedi un’alternativa ,una diversa ipotesi di città basata essenzialmente sul dialogo con i cittadini e sull’ascolto dei loro bisogni»,
Un’iniziale linea politica che in alcuni casi ha rianimato un cantiere, inizialmente volenteroso di lottare e di fare dura opposizione, ma che si è diviso e frammentato nel momento in cui si è percepita l’opportunità di elezioni anticipate. «Noi, al contrario di chi ha pensato subito a metter su coalizioni approssimate, abbiamo voluto elaborare 4-5 punti programmatici che dessero un senso alle emergenze cittadine e alle prospettive di questa città - ha aggiunto Zaza - e formulare, poi, una sintesi, trovando le intese anche per individuare un candidato sindaco». Ed, invece, cos’è accaduto?
Le tre grandi forze di centrosinistra, dopo le recenti incomprensioni, organizzano tre iniziative solitarie in cui discutere singolarmente delle problematiche cittadine. «Stare a contatto e ascoltare i cittadini ci permette di capire e di muoverci per costruire una nuova idea di città, che di certo non passa dalle coalizioni pasticciate», secondo Zaza, che ha motivato l’attacco ai singoli componenti di Rifondazione come una specie di manovra politica per «buttarci fuori e lasciar spazio a pezzi dell’attuale maggioranza, in rotta di collisione con Azzollini, desiderosi di aprirsi degli spiragli dall’altra parte».
Affermazioni decise, che fanno il paio con la voglia di essere l’argine delle operazioni di trasformismo politico locale. «Non si può pensare di opporsi al malgoverno del centrodestra cittadino dialogando con forze che passano indifferentemente e con facilità impressionante da uno schieramento all’altro tra miriadi di sigle - ha continuato Zaza - non si possono snaturare le coalizioni, i trasformisti non ci possono dare lezioni di politica, non abbiamo a disposizione pacchetti di voti da spostare, il nostro elettore ci assegna un voto politico, quello della coerenza politica».
Non siamo settari, la precisazione di Rifondazione, pronta ad ascoltare tutti quei soggetti che hanno voglia di dare un taglio netto al passato ed avere una nuova visione per Molfetta, attraverso una politica partecipata, lontana da quelle alleanze stipulate con logiche irreali e accordi sottobanco. A questo punto SEL e PD che posizioni prenderanno?
«Ci devono dire cosa intendono fare, chi vogliono come compagni di viaggio. Un centrosinistra coeso e coerente o mettere in campo ipotesi di palazzo con pacchetti di voti e gruppetti?», chiara la posizione di Rifondazione che, così, lancia la palla a Pd e Sel.
Fondamentale resta per Rifondazione il profilo dell’eventuale candidato sindaco che, secondo Gianni Porta, consigliere comunale, «dev’essere in netta discontinuità con il passato, in grado di porre una netta cesura con le precedenti amministrazioni comunali, un soggetto non a digiuno d’esperienze politiche con cui costruire una vera alternativa per risollevare le sorti di questa città». Una scommessa che tutto l’elettorato del centrosinistra molfettese spera possa rivelarsi vincente.
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