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Molfetta, questa sera presentazione del libro di Tommaso Gaudio “Come nasce un peschereccio” Alle ore 18.30 nella Fabbrica San Domenico si parlerà delle attività dei cantieri e dei maestri d'ascia descritte nel volume edito da “Quindici”
25 febbraio 2010

MOLFETTA - Questa sera alle ore 18,30 nella Sala Finocchiaro nella Fabbrica di San Domenico, a cura dell'Archeo Club d'Italia sezione G.M. Giovene e con il patrocinio del Comune di Molfetta e di Quindici, verrà presentato alla cittadinanza il libro di Tommaso Gaudio "Come nasce un peschereccio" edizioni Quindici.

L'opera parla delle attività dei maestri d’ascia che ancora si svolgono sullo Scalo di Molfetta e descrive la costruzione di uno degli ultimi pescherecci in legno realizzati.
A seguire, i soci dell'Archeo Club, accompagneranno il pubblico nella visita alla "Mostra etnografica permanente della marineria" nei locali della "Neviera" di San Domenico.
Al dibattito interverranno il presidente dell’Archeoclub Emanuele Colonna, l’autore del libro Tommaso Gaudio, il maestro d’ascia Luigi Salvemini e il giornalista Felice de Sanctis, direttore di “Quindici”.
Il libro è in vendita nelle edicole e nelle librerie di Molfetta al prezzo di 15 euro.
 
 
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Un giorno arrivò a Molfetta il sindaco Antonio che, avendo capito quanto è producente prodigarsi per una causa pseudo-cattolica, pensò bene di proporre agli amministratori del suo comune l'idea di cancellare l'attuale cantiere navale per farne una bella strada con vista sul porto e verso la chiesa della patrona comunale "Madonna dei Martiri", senza proporre alternativa alcuna alla nuova sistemazione dei cantieri e di chi ci lavora. I maestri d'ascia del cantiere pensarono: vuoi vedere che ci ospita tutti a casa sua con vitto e alloggio? Ai posteri l'ardua sentenza. I Molfettesi, molto devoti alla loro patrona "Madonna dei Martiri", accolsero la proposta di Antonio come manna venuta dal celo ma non pensavano che mentre questi li distoglieva con la storiella del cantiere cancellato dal suo attuale sito in cambio della strada del pellegrino, li bastonava inconsapevolmente con la tassa per arginare l'ennesimo suo errore nell'amministrare la cosa pubblica. Ovvero: era sindaco ma voleva fare anche il senatore; divenne senatore ma non disdegnava di fare anche il sindaco, così fece il senatore ed anche il sindaco; poi si battè a spada tratta per costruire la nuova capitaneria di porto ma nel frattempo pensò di abbatterla, già costruita, pensando sempre alla sua strada dei pellegrini; intanto volle fare il porto nuovo ma essendo senatore, sindaco e rispettoso dei pellegrini non si accorse che i lavori erano fermi per i suoi molteplici interessi e così, scampò nell'appioppare ai Molfettesi il costo del rifacimento della nuova capitaneria di porto ma volle premiarli con la penale che a causa sua questi dovranno pagare per il ritardo dei lavori di competenza comunale. Nel frattempo, chissà se il buon Antonio avrà il coraggio di dire ai Molfettesi la frase famosa che ha fatto il giro del mondo grazie a YouTube ovvero "Stat've citt". MEDITATE, MOLFETTESI.....MEDITATE (E NEN STITV'CITT)
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