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Molfetta, Progetto Cibiamoci: 144 famiglie contro l'obesità
22 febbraio 2013

MOLFETTA - Secondo accreditate statistiche, in Italia il 12% dei bambini risulta obeso e il 24% è in sovrappeso: più di un bambino su tre, quindi, ha un peso superiore rispetto a quello che dovrebbe avere per la sua ètà. Tali dati assumono particolare rilevanza in termini di sanità pubblica sia per le dirette conseguenze che l’obesità ha sulla salute fisica, psicologica e sociale dei bambini, sia perché una simile condizione rappresenta un fattore di rischio per l’insorgenza di gravi patologie in età adulta. Legata a una eccessiva o cattiva alimentazione, a una ridotta attività fisica, a fattori di tipo genetico - familiare o ad alterazioni ormonali, l’obesità può essere considerata a tutti gli effetti una patologia, in quanto sintomo di un malessere dell’organismo.
Per promuovere azioni di sensibilizzazione e di prevenzione sui disturbi del comportamento alimentare, sull’obesità infantile e sull’acquisizione di stili di vita salutari è stato riavviato il Progetto «Cibiamoci» (nella foto le dott.sse De Lorenzo e Rana). All’iniziativa, promossa dalla Asl Bari e, in particolare, dal Presidio Ospedaliero “Don Tonino Bello” di Molfetta, in collaborazione con la Cooperativa sociale Anthropos, hanno partecipato le scuole primarie molfettesi “Don Cosmo Azzollini”, “Manzoni” e “San Giovanni Bosco”. In totale sono state coinvolte ben 144 famiglie, rispetto alle 86 della precedente esperienza.
La prima fase si è svolta nelle scuole ed ha avuto lo scopo di presentare il progetto, illustrandone gli obiettivi e coinvolgendo alunni e insegnanti in un programma specifico di educazione alimentare, predisposto e supervisionato dalla psicologa psicoterapeuta dott.ssa Nicoletta De Lorenzo e dalla biologa nutrizionista dott.ssa Stefania Giammarino. Con l’ausilio di schede di lavoro, laboratori sull’alimentazione e corpo umano, giochi e piramidi alimentari, i bambini hanno imparato che il prendersi cura di se stessi passa anche attraverso una corretta e sana alimentazione. Inoltre, al fine di sondare le abitudini alimentari dei bambini e l’aspetto relazionale che s’instaura quando ci si siede tutti insieme a tavola per il pranzo e la cena, è stato adoperato un questionario compilato a casa con l’ausilio dei genitori.
Il materiale utilizzato è stato messo a disposizione dalla Markas che ha rifinanziato il progetto. La fase successiva, in ospedale, ha previsto colloqui con i fanciulli e le loro famiglie alla presenza della dietista dott.ssa Chiara Amato, della pediatra dott.ssa Silvia Rana e della psicologa psicoterapeuta. A seguire sono stati anche analizzati i questionari, per poi passare alle misurazioni antropometriche. Come per la precedente esperienza, anche questa volta al bambino è stato affidato un diario alimentare su cui appuntare i propri pensieri.
In questo modo la psicologa ha potuto percepire la presenza di eventuali comportanti vessatori da parte di suoi coetanei, a causa del sovrappasso o della sua obesità, e acquisire informazioni utili per migliorarne il percorso educativo e formativo. A questo scopo ha contribuito la visita presso l’azienda agricola “Colicello” al fine di porre l’attenzione anche sull’importanza e i benefici dei cibi biologici.
Alla fine di tale percorso e dopo una serie di attente valutazioni, ad alcuni bambini è stata somministrata una dieta bilanciata (che si è protratta per tutto il periodo estivo al fine di non vanificare i risultati ottenuti nei mesi precedenti) mentre altri hanno effettuato un day hospital per escludere la presenza di ragioni secondarie, causa dell’obesità. Un’innovazione rispetto al passato è stato il coinvolgimento di tutti i pediatri della città di Molfetta che hanno segnalato e reso partecipi del progetto i loro piccoli pazienti con problematiche inerenti l’alimentazione.
La presentazione dei risultati del Progetto «Cibiamoci» 2012 ha visto la partecipazione della dott.ssa Annalisa Altomare che ha spiegato l’importanza di valorizzare l’ospedale attraverso esperienze di qualità meno episodiche. Alla conferenza erano presenti anche l’assessore regionale Maria Campese e il direttore sanitario della Asl di Bari che hanno dato delle indicazioni su come migliorare l’iniziativa per gli anni futuri, suggerendo di integrarla con il progetto SBAM (acronimo di Sport, Benessere, Alimentazione, Mobilità) che rientra nel Piano Strategico Regionale per la Promozione della Salute nella Scuola, affondando la sua origine nell’area tematica dell’Educazione agli stili di vita fisicamente attivi.
 
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Autore: Angelica Vecchio
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