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Molfetta, periferie e agro nel degrado: il video-denuncia del Gruppo Scout AGESCI a Quindici
13 aprile 2012

MOLFETTA - Un video sulla situazione di degrado ambientale della periferia di Molfetta e dell’agro locale, l’ultimo lavoro della Squadriglia Aquile del Reparto Jamboree (Roberto Altomare, Michele Silvestri, Angelo Patimo, Alessandro Petruzzella, Davide Andreula, Ignazio Spadavecchia, Patrizio Gadaleta, i 7 ragazzi “esploratori” tra i 12 e i 16 anni di Molfetta) appartenente al Gruppo Scout AGESCI Molfetta 2 della Parrocchia sant’Achille. Caustica la denuncia consegnata non solo ai cittadini, ma anche alle istituzioni comunali e amministrative, che troppe volte affrontano con superficialità l’incuria, l’abbandono e il degrado delle aree periferiche e, soprattutto, dell’agro, sempre più vittima del cemento e dei rifiuti.

«La nostra attenzione è stata richiamata da episodi di degrado, come piccole ma importanti discariche abusive. Entrando nel particolare, abbiamo riscontrato diverse situazioni di abbandono di rifiuti vari, anche nocivi, e materiali di ogni tipo, da bottiglie a materassi passando per vetri ed elettrodomestici». Così la squadriglia descrive il suo lavoro d’indagine, realizzato per conquistare la specialità di giornalismo e articolato in una serie di escursioni in bici e a piedi: finale il video che i ragazzi hanno voluto consegnare alla redazione di Quindici per la pubblicazione (nella sezione web tv).

Tre le zone scrutinate: strada vicinale del Mino, a poche centinaia di metri dai nuovi quartieri residenziali, Via Salvo D’Acquisto, nei pressi del nuovo stadio mai ultimato, e Via Ruvo in prossimità del ponte dell’autostrada A14, a pochi passi dalla città.

«Queste sono solo alcune località dove il malcostume dei molfettesi era più evidente, ma in generale, passeggiando per le principali strade di campagna, abbiamo potuto riscontrare quanto sia diffusa la pessima abitudine di gettare dal finestrino dell’auto, o abbandonare direttamente, qualsiasi tipo di rifiuto - raccontano i ragazzi della Squadriglia Aquile del Reparto Jamboree -. Durante le nostre escursioni abbiamo riscontrato una situazione indecente, tale da superare le nostre aspettative. Oltre a bottiglie e vetri sparsi ovunque abbiamo avuto a che fare con materiali altamente dannosi per l’uomo e l’ambiente, come piastrelle e cisterne in amianto, oltre a pneumatici di ogni genere, rifiuti provenienti da serre e così via».

«Attraverso le nostre attività abbiamo preso coscienza di come, in una società evoluta come la nostra, non è assolutamente da considerarsi accettabile lo stato d’incuria del territorio in cui noi stessi viviamo, consumando i prodotti che esso ci offre». Infatti, ascoltando pareri e commenti dei genitori, i ragazzi hanno scoperto che «quando loro avevano la nostra età, la situazione non era quella di oggi»: dunque, «con il passare degli anni, invece di migliorare, la mentalità e le abitudini dei cittadini molfettesi sono peggiorate».

Come mai nel ventunesimo secolo questi comportamenti vengono considerati una normalità da giovani e adulti? Perché nessuno più è in grado di indignarsi, di contestare e criticare chi compie questi delitti contro l’ambiente?  «Spinti dalle parole di Don Tonino Bello (“diventate voi la coscienza critica del mondo”), ci auguriamo che con questa nostra impresa e con il nostro impegno, ogni giorno, potremo riuscire a smuovere lo spirito critico dei cittadini allo scopo di sensibilizzarli riguardo alla critica situazione del territorio molfettese». Perché «l’ambiente in cui viviamo è un bene di tutti e, in quanto tale, è prezioso e va rispettato».

 

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Autore: Leonardo de Sanctis
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Tutto questo degrado visitato in giro e in largo, ci fa pensare e credere ci sia l'estrema possibilità di “rivisitare e ripensare la civiltà”: quella che oggi chiamiamo civiltà. Evidentemente poche lezioni sono state desunte dalle conseguenze di questi mostruosi errori comportamentali. In una società dove la proprietà e il potere sono confiscati dallo stato che svolge il ruolo di quello che Marx definisce il “capitalismo astratto”, gli interessi privati riemergono sotto la forma perversa di interessi burocratici e settoriali. I paesi emergenti del sud, lanciati in una corsa folle verso l'industrializzazione e l'urbanizzazione ripetono gli stessi errori e mostrano le stesse negligenze ecologiche. I loro popoli ne subiranno le stesse tragiche conseguenze. In tal modo si vanno progressivamente sviluppando movimenti cittadini che protestano contro la distruzione del loro ambiente, del loro luogo di vita, nel duplice senso materiale e culturale. Il punto di vista è comune. Indubbiamente ciò non sarebbe stato possibile senza la massiccia distruzione dei suoli e l'inquinamento generalizzato, lo sterminio delle specie vegetali e animali, il consumo frenetico dei combustibili fossili. Non sarebbe stato possibile senza la distruzione violenta delle agricolture contadine e l'ammassamento in città prive di senso, senza alcun riguardo per la salute mentale e fisica degli uomini. Inevitabilmente si pongono alcune questioni. Come spiegare che la più fiorente epoca dell'umanità sia anche quella che crea la miseria più estrema, quella delle più grandi disparità delle condizioni della vita? Per quale paradosso la nostra epoca, quella dei più grandi successi della conoscenza scientifica, è anche quella di una destabilizzazione senza precedenti delle condizioni stesse dell'esistenza? Sarà necessario sempre più una “coscienza” ecologica in grado di offrire la possibilità di una gestione naturale e umana del territorio. Nelle sue forme più avanzate la coscienza ecologica è passata dalla constatazione della crisi all'affermazione della necessità di un cambiamento di civiltà, di un nuovo progetto universalista rispettoso sia dell'unicità del genere umano, sia della diversità delle sue culture, il cui avvenire è indissociabilmente legato la nostra appartenenza alla natura, ma anche i rapporti sociali ingiusti e le regolamentazioni politiche arcaiche che gravano sugli uomini; di pensare in termini rivoluzionari l'alleanza con la natura, il contratto sociale, la sovranità politica e, inoltre, il sistema dei valori che incombe sull'insieme delle regolazioni sociali e che garantiscono la loro stabilità. Ciò che oggi è in questione è la nostra civiltà, le cui fondamenta stesse sono da ripensare in tutte le loro dimensioni.
TESTO DELLA CELEBRE CANZONE DEL NOSTRO CONCITTADINO IL MOLFETTESISSIMO MICHELE SALVEMINI IN ARTE "CAPAREZZA" -VIENI A BALLARE IN PUGLIA- STA DIVENTANDO L'INNO CONTRO IL DEGRADO DELLE PERIFERIE E GLI ATTI DI VANDALISMO PERPRETATI NEL TERRITORIO DEL COMUNE DI MOLFETTA. -------------------- I delfini vanno a ballare sulle spiagge. Gli elefanti vanno a ballare in cimiteri sconosciuti. Le nuvole vanno a ballare all'orizzonte. I treni vanno a ballare nei musei a pagamento. E tu dove vai a ballare? RIT: Vieni a ballare in Puglia Puglia Puglia, tremulo come una foglia foglia foglia. Tieni la testa alta quando passi vicino alla gru perchè può capitare che si stacchi e venga giù. Ehy turista so che tu resti in questo posto italico. Attento! Tu passi il valico ma questa terra ti manda al manicomio. Mare adriatico e Jonio, vuoi respirare lo iodio ma qui nel golfo c'è puzza di zolfo, che sta arrivando il demonio. Abbronzatura da paura con la diossina dell'ILVA. Qua ti vengono pois più rossi di Milva e dopo assomigli alla Pimpa. Nella zona spacciano la morìa più buona. C'è chi ha fumato i veleni dell'ENI, chi ha lavorato ed è andato in coma. Fuma persino il Gargano, con tutte quelle foreste accese. Turista tu balli e tu canti, io conto i defunti di questo paese. Dove quei furbi che fanno le imprese,no non badano a spese, pensano che il protocollo di Kyoto sia un film erotico giapponese. RIT: Vieni a ballare in Puglia Puglia Puglia dove la notte è buia buia buia. Tanto che chiudi le palpebre e non le riapri più. Vieni a ballare e grattati le palle pure tu che devi ballare in Puglia Puglia Puglia, tremulo come una foglia foglia foglia. Tieni la testa alta quando passi vicino alla gru perché può capitare che si stacchi e venga giù. E' vero, qui si fa festa, ma la gente è depressa e scarica. Ho un amico che per ammazzarsi ha dovuto farsi assumere in fabbrica. Tra un palo che cade ed un tubo che scoppia in quella bolgia si accoppa chi sgobba e chi non sgobba si compra la roba e si sfonda finché non ingombra la tomba. Vieni a ballare compare nei campi di pomodori dove la mafia schiavizza i lavoratori, e se ti ribelli vai fuori. Rumeni ammassati nei bugigattoli come pelati in barattoli. Costretti a subire i ricatti di uomini grandi ma come coriandoli. Turista tu resta coi sandali, non fare scandali se siamo ingrati e ci siamo dimenticati d'essere figli di emigrati. Mortificati, non ti rovineremo la gita. Su, passa dalla Puglia, passa a miglior vita. RIT: Vieni a ballare in Puglia Puglia Puglia dove la notte è buia buia buia. Tanto che chiudi le palpebre e non le riapri più. Vieni a ballare e grattati le palle pure tu che devi ballare in Puglia Puglia Puglia dove ti aspetta il boia boia boia. Agli angoli delle strade spade più di re Artù, si apre la voragine e vai dritto a Belzebù. O Puglia Puglia mia tu Puglia mia, ti porto sempre nel cuore quando vado via e subito penso che potrei morire senza te. E subito penso che potrei morire anche con te.
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