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Molfetta, mozione del Movimento 5 Stelle sulle Comunità Energetiche
21 febbraio 2023

MOLFETTA - Gli attivisti del Movimento 5 Stelle a Molfetta hanno protocollato una mozione per il Consiglio Comunale di Molfetta affinché si impegni a promuovere in città la Comunità Energetica, ovverosia una comunità di cittadini capace di produrre, consumare e condividere tra loro energie rinnovabili nel rispetto del principio di autoconsumo e autosufficienza.

L’effetto dei cambiamenti climatici è sempre più forte e presente nella nostra quotidianità come anche la crisi energetica legata all’importazione dei combustibili fossili che ha portato all’aumento sconsiderato delle bollette di luce e gas. Le comunità energetiche sono la risposta ad entrambi questi problemi perché è un'azione che può rivoluzionare il rapporto tra energia e società. Per raggiungere questo obiettivo va intrapresa una massiccia campagna comunicativa.

Da circa due anni il Movimento 5 stelle si batte in tutte le sedi per velocizzare e semplificare la nascita delle Comunità Energetiche e dei Gruppi di autoconsumo perché solo grazie a misure come queste o il superbonus, che rendono più efficienti le nostre case e il nostri immobili, possiamo risparmiare in bolletta e salvare il pianeta.

Il modello di sviluppo delle Comunità Energetiche Rinnovabili è sostenuto dal PNRR, Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, con 2,2 miliardi.

È da qui che passa la #TransizioneEcologica, da un modello energetico più vicino ai bisogni dei territori e che metta in rete i cittadini rendendoli protagonisti del loro futuro. Non c’è tempo da perdere: #FacciamoComunitàEnergetica!

Di seguito il testo della Mozione:

Al Presidente del Consiglio Comunale

Al Sindaco

 

Premesso che,

 

i cambiamenti climatici e il degrado ambientale rappresentano una minaccia enorme per l'Europa e per il mondo. Una risposta forte a tali sfide viene data dalla Commissione europea con l’adozione del pacchetto climatico Fit for 55, che propone le proposte legislative per raggiungere entro il 2030 gli obbiettivi del Green Deal. In particolare, la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra del 55% rispetto ai livelli del 1990, con l’obbiettivo di arrivare alla “carbon neutrality” per il 2050;

 

gli impegni del Fit for 55 sono stati resi ancora più ambiziosi con il REPowerEU, il piano della Commissione europea per rendere l'Europa indipendente dai combustibili fossili russi ben prima del 2030, con il quale si cambierà profondamente il modo in cui usiamo e in alcuni casi sprechiamo l’energia. Il pacchetto contiene numerose iniziative tra le quali;

la modifica della Direttiva sull’efficienza energetica con il quale si reitera il principio che l’efficienza energetica debba essere la prima priorità e richiede agli Stati membri una riduzione del 39% della energia primaria rispetto al 1990. Tale obbiettivo diventa obbligatorio e si tradurrà in un consumo non superiore a 1023 milioni di tonnellate equivalenti petrolio per il 2030. Un elemento fondamentale del risparmio energetico dovrà provenire dagli edifici per il cui efficientamento potranno essere utilizzati i fondi del Recovery Plan;

la revisione della Direttiva sulle rinnovabili per aumentare l’obiettivo del contributo di tali fonti al mix energetico dal 32 al 40% per il 2030, obiettivo che la Commissione europea propone di incrementare ulteriormente al 45% in attuazione del piano REPowerEU. Il raggiungimento di questo obiettivo porterebbe la capacità complessiva di produzione di energia rinnovabile a 1 236 GW entro il 2030, a fronte dei 1 067 GW previsti nel pacchetto Fit for 55. L’obiettivo più ambizioso potrà contare sulla riduzione dei costi per le rinnovabili, riduzione che ha permesso nel 2022, ad eolico e solare di generare il 22% dell'elettricità UE, superando per la prima volta il gas (20%) e restando al di sopra del carbone (16%), superato a sua volta già nel 2019.

al fine di sostenere al raggiungimento degli obiettivi del Green Deal, nell’ambito del pacchetto “Clean Energy for all Europeans” (Energia pulita per tutti i cittadini europei), su proposta della Commissione europea, il Parlamento europeo e il Consiglio europeo hanno adottato la cd. RED II, la Direttiva europea sulla promozione delle fonti rinnovabili (UE 2018/2001), che riconosce e promuove le configurazioni di Autoconsumo collettivo e di Comunità energetiche ed attuata nel nostro ordinamento con il decreto legislativo, 8 novembre 2021, n. 199;

 

i nuovi target, molto più sfidanti rispetto a quelli già individuati, richiedono un maggior impegno dell'Italia che deve adeguare agli indirizzi europei il Piano Nazionale Integrato Energia Clima (PNIEC) nel quale vengono individuati gli obiettivi da raggiungere per il 2030;

 

la Commissione Europea raccomanda inoltre gli Stati membri di adottare misure adeguate ad affrontare la “povertà energetica” - determinata da una combinazione di basso reddito, elevata spesa per l’energia e scarsa efficienza energetica - una problematica che rischia di affliggere fino all’11% dell’intera popolazione dell’Unione Europea.

 

Tenuto conto che,

 

in attesa della completa attuazione della disciplina della Direttiva RED II, con le disposizioni contenute all'articolo 42-bis del decreto legge 30 dicembre 2019, n. 162, convertito con modificazioni dalla legge 28 febbraio 2020, n. 8, l’Italia ha disciplinato in anticipo la fase di recepimento rendendo possibile la condivisione dell’energia elettrica prodotta da impianti alimentati a fonti rinnovabili tra più cittadini;

 

detta condivisione non era realizzabile in precedenza, poiché sussisteva il limite normativo per cui l’energia prodotta da un impianto alimentato da fonte rinnovabile fosse autoconsumata al massimo dall’utente presso il quale l’impianto era installato. L’introduzione di questa opportunità permette la riduzione dei costi della bolletta energetica grazie all’impiego diretto dell’energia autoprodotta collettivamente;

 

attualmente, in virtù delle novelle richiamate in precedenza, i consumatori di energia elettrica potranno quindi associarsi per realizzare configurazioni di:

  • Autoconsumo collettivo, che può essere attivato da famiglie e altri soggetti che si trovano nello stesso edificio o condominio, purché i soggetti diversi dalle famiglie non producano energia come attività principale;
  • Comunità energetiche, alle quali possono partecipare persone fisiche, piccole e medie imprese, enti territoriali o autorità locali, comprese le amministrazioni comunali, ubicati in un perimetro più ampio rispetto a quello condominiale, purché siano tutti collegati alla medesima cabina di trasformazione dell’energia di media/bassa tensione e la partecipazione alla Comunità di energia rinnovabile non costituisca l'attività commerciale e industriale principale;
 

in entrambi i casi, i consumatori di energia elettrica che si associano continuano a mantenere il diritto di scegliere il proprio fornitore e di recedere in qualunque momento dalla Comunità energetica o dagli autoconsumatori collettivi, e possono eventualmente individuare un soggetto delegato, responsabile del riparto dell’energia condivisa;

 

ai membri che aderiscono alle configurazioni viene riconosciuto un beneficio diretto in termini di riduzione dei costi in bolletta di alcune tariffe derivanti dal minor utilizzo del sistema elettrico che è stato quantificato dall’ARERA in €10/MWh, oltre a una diminuzione del costo attribuito al consumo dell’energia essendo questa autoprodotta e autoconsumata;

 

oltre ai benefici diretti, le configurazioni vengono sostenute anche da una tariffa incentivante individuata dal decreto ministeriale del Ministero dello sviluppo economico in attuazione del summenzionato articolo 42-bis. La tariffa è erogata per un periodo ventennale dal Gestore dei Servizi Energetici ed è strutturata per promuovere l’autoconsumo anche tramite l’impiego dei sistemi di accumulo: infatti, premia solo la quota parte di energia elettrica prodotta e autoconsumata virtualmente e sarà pari rispettivamente a 100 €/MWh per le configurazioni di autoconsumo collettivo e 110 €/MWh per le comunità energetiche rinnovabili. La tariffa è riconosciuta agli impianti entrati in esercizio dopo il 1° marzo 2020 e abbiano complessivamente una potenza non superiore ai 200 kW;

 

l’articolo 119 del decreto legge 19 maggio 2020 n. 34, convertito con modificazioni dalla legge 17 luglio 2020, n. 77 (c. d. Decreto Rilancio), in caso di riqualificazione complessa, che includa anche alcuni interventi sugli impianti o sull’involucro (identificati dalle norme come interventi trainanti), stabilisce che è possibile accedere alle detrazioni fiscali del 110% (c. d. Superbonus e successive modifiche) anche per la realizzazione di impianti fotovoltaici (o di sistemi di accumulo) nel contesto di Autoconsumo collettivo e di Comunità energetiche, purché l’energia non autoconsumata o condivisa sia ceduta al GSE. Per gli impianti fotovoltaici che accedono al Superbonus, la tariffa incentivante ricordata è riconosciuta sulla produzione dovuta alla potenza eccedente quella ammessa al Superbonus (pari a 20 kW di potenza);

 

il summenzionato articolo ha inoltre introdotto ulteriori importanti novità: le configurazioni non costituiranno svolgimento di attività commerciale abituale, con una conseguente riduzione delle pratiche burocratiche necessarie alla loro implementazione e operatività; la detrazione fiscale del 50% per gli impianti a fonti rinnovabili è estesa da 20 a 200 kW per un ammontare complessivo di spesa non superiore ai 96.000 euro - detrazione cumulabile con la tariffa incentivante.

 

Tenuto conto che;

 

con il decreto legislativo, 8 novembre 2021, n. 199 sono state potenziate le opportunità di questo innovativo modello energetico con la possibilità di realizzare le Comunità Energetiche Rinnovabili in un perimetro molto più ampio che potrà ricadere nell’ambito della cabina primaria. Viene previsto inoltre lo scorporo in bolletta dell’energia condivisa, cosi permettendo ai membri di percepire direttamente i vantaggi della riduzione dei costi in bolletta, ed il riconoscimento dell’incentivo ad impianti fino ad un MW, per i quali si attende l’emanazione del decreto ministeriale, cd DM energia condivisa, del MASE (Ministro dell'Ambiente e della Sicurezza energetica).

 

Considerato che,

 

i Cittadini, gli Enti pubblici e territoriali e le Pmi possono quindi attivarsi collettivamente anche attraverso consistenti strumenti di incentivazione per sostenere la creazione di tali configurazioni, che riducono i costi della bolletta elettrica attraverso lo spostamento delle marginalità economiche del sistema energetico agli aderenti delle configurazioni, alimentando la crescita economica, sostenibile e sociale. Ciò abbatte le emissioni inquinanti e riduce i conseguenti impatti ambientali e sanitari, fortemente presenti nei centri urbani;

 

la riduzione dei costi in bolletta per i membri che aderiscono alle configurazioni può essere lo strumento efficace da impiegare per affrontare il problema della povertà energetica che colpisce in particolare le famiglie con disagio economico. Attualmente, l’Italia si colloca alla 19° posizione, su 28, tra i paesi membri dell’Unione europea, nell’Indice europea di povertà energetica 2019. Nell'ambito di una indagine realizzata dallo Spi-Cgil e dalla Fondazione Di Vittorio emerge che gli italiani che vivono in famiglie in povertà energetica sarebbero poco più di nove milioni, ossia più del 15% del totale, con un impatto particolarmente rilevante per la popolazione anziana. Essere "poveri energetici" o rischiare seriamente di diventarlo con forti difficoltà ad acquistare servizi minimi come elettricità e acqua calda e a riscaldare o rinfrescare correttamente le proprie abitazioni riguarda il 47% degli anziani intervistati;

 

gli Enti pubblici e quelli territoriali pertanto, possono essere promotori sui propri territori di competenza di politiche sociali attive che coinvolgono i cittadini nella promozione e partecipazione nelle diverse forme di configurazioni contribuendo efficacemente ad affrontare e ridurre la povertà energetica tra i cittadini in particolare verso gli anziani. Potrebbero sostenere la creazione di configurazioni tra cittadini o tra enti e cittadini in cui gli impianti potrebbero essere realizzati dall’Ente anche su aree o coperture di edifici pubblici e l’energia prodotta condivisa. Ad esempio, si potrebbe realizzare una comunità energetica con un impianto installato sul tetto di una scuola utilizzando l’energia prodotta per la stessa e cedendo l’eccedenza ai cittadini membri della comunità. Teniamo presente che gli Enti possono cumulare la tariffa incentivante anche con altri incentivi (come, ad esempio, quelli derivanti dal Fondo Kyoto, fondo efficienza e fondi di programmi europei).

 

Tutto ciò premesso e considerato, si impegnano il Sindaco e la Giunta a:

 

promuovere iniziative in sostegno della cultura del risparmio energetico e del risparmio di risorse mediante la riduzione degli sprechi, la messa in atto di azioni di condivisione e la diffusione di stili di vita sostenibili;

individuare risorse opportune e promuovere nel territorio comunale di competenza la creazione di Comunità energetiche e di Autoconsumo collettivo, con il coinvolgimento dei cittadini residenti e l’impiego di aree o edifici di proprietà comunale, in particolare sostenendo prioritariamente le forme di configurazioni che generano benefici diretti con la riduzione dei costi in bolletta per i cittadini con maggiore disagio economico che ricadono o rischiano di ricadere nella condizione di povertà energetica;

 

assicurare anche attraverso la creazione di apposito sportello o centro informazioni la messa a disposizione dei cittadini delle conoscenze necessarie a promuovere la creazione di comunità energetiche e sistemi di autoconsumo collettivo e alla realizzazione di interventi per il risparmio energetico;

 

promuovere la conoscenza sul territorio dell’esistenza e il funzionamento delle comunità energetiche come strumento prezioso per la riduzione delle bollette energetiche dei cittadini residenti e per la sostenibilità ambientale;

 

attivarsi nei riguardi del Ministro del MASE Pichetto Fratin per la pubblicazione urgente del decreto ministeriale (cd DM energia condivisa), che preveda fra l’altro la possibilità di cumulare la detrazione fiscale e la tariffa incentivante, e per l’attuazione da parte di ARERA delle modalità per lo scorporo dell’energia condivisa in bolletta.

 

 

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