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Molfetta, morte di Tangari: bugie e falsità di Azzollini che ribalta le proprie responsabilità sui “soliti” non servi
15 marzo 2013

MOLFETTA - «Gentile redazione, il clima di dubbi e di sospetti che intorno alla tragica vicenda del Dott.Tangari si sta montando rischiano di infangare l'immagine pulita di uomo e di un Dirigente che ha sempre fatto del rispetto delle regole un punto fermo della propria attività amministrativa.
Come lavoratori del Comune di Molfetta, di fronte all'immane tragedia che colpisce uno dei migliori dirigenti del Comune e che strazia e sconvolge un'intera famiglia, ritieniamo di dover chiedere con forza che il silenzio si frapponga alle inutili parole e che alle urla sterili e dannose si preferisca la riflessione ed il raccoglimento.
Nel rispetto di colui che riteniamo poter definire persona di indubbio spessore morale oltre che Dirigente capace e scevro da condizionamenti e ricatti.
Il presidente della R.S.U. aziendale
Gianni d'Elia»
 
Questa è la nota inviata ai media dalla rappresentanza sindacale dei dipendenti del Comune.
 
L'ex sindaco sen. Antonio Azzollini (nella foto sul luogo della tragedia) che si sente ancora il padrone della città, malgrado la presenza del commissario prefettizio, ha diffuso anch'egli una nota, da "Quindici" non pubblicata perché non ricevuta, in quanto il Pdl ha avuto ordine dal senatore di non mandare più notizie a noi, ma solo ai giornali e giornalisti considerati amici, in perfetto stile berlusconiano. Non avendo ricevuto il comunicato ne rileviamo da altri l'assurdo contenuto.
 
Azzollini afferma: "Esprimo disagio per la disumanità con la quale alcuni, i soliti, stanno trattando la vicenda di Enzo Tangari. Io, invece, rinnovo la mia amicizia per un uomo probo, un dirigente capace e irreprensibile, un amico fraterno. Mi sento, insieme con tantissimi altri amici, vicino e solidale alla sua famiglia, condividendone l’immenso dolore. Mi auguro che la pietas per il gesto di un uomo buono diventi subito senso comune. Verrà il tempo per diradare le nubi e affermare la verità; io e tantissimi altri amici ci saremo”.
 
Di fronte a queste evidenti bugie e falsità, abbiamo il diritto-dovere come operatori dell'informazione, di fare chiarezza, per evitare equivoci e soprattutto speculazioni su una vicenda drammatica e tristissima, che avremmo preferito non raccontare per il dolore che ha coinvolto anche noi che eravamo amici del caro Enzo, persona perbene e valente professionista. Siamo anche molto tristi e affettuosamente vicini alla moglie e ai figli in questo momento di dolore inconsolabile.
Purtroppo questo mestiere, quando si fa con serietà e coscienza, costringe a scrivere la cronaca anche dei fatti spiacevoli che non solo non vorremmo raccontare, ma che vorremmo non fossero mai accaduti.
Un episodio drammatico che ha coinvolto un personaggio pubblico che ha avuto un ruolo di grande responsabilità all'interno del Comune di Molfetta, purtroppo non può passare sotto silenzio, come non possono passare sotto silenzio le indagini della magistratura, che non si riferiscono al Dr. Tangari, ma alle ipotesi di reato relative al contratto del nuovo porto e alle irregolarità edilizie.
Per fare chiarezza e dire la verità, come ha sempre fatto "Quindici" in questi quasi vent'anni di vita, è opportuno indicare responsabilità del rumore che si è fatto intorno ad una vicenda tragica sulla quale, dopo aver registrato la notizia, andava osservato un rispettoso silenzio. Questo silenzio è stato violato proprio dal sen. Azzollini, al quale si chiedeva in queste ore di lutto di non fare polemiche e accuse senza senso. Invece l'ex sindaco col suo carattere impulsivo, ha cominciato ad imprecare quando ancora i vigili del fuoco stavano recuperando la vettura dalle acque del porto, non riuscendo a rinviare le sue esternazioni contro la magistratura (facendo immaginare possibili connessioni fra la drammatica morte di Tangari con le indagini dei giudici), il commissario prefettizio, l'opposizione e la stampa non amica, colpevole solo di riferire i fatti nella loro verità.
Azzollini, come Berlusconi, ha mancato di rispetto alle istituzioni (ed è grave per un senatore, che quelle istituzioni dovrebbe rappresentare), approfittando di una vicenda dolorosa, per speculare solo a fini politici, manifestando egli sì una profonda vergognosa disumanità forse a fini di basso consenso elettorale.
Nessuno nega al senatore berlusconiano e ai suoi fedeli sudditi del Pdl, la libertà di esprimere opinioni anche contro le istituzioni, ma lasciar trascorrere qualche giorno nel rispetto del dolore, sarebbe stato un comportamento più dignitoso, evitando di offendere, anche involontariamente, la memoria di una persona perbene. Oggi, forse con un pentimento postumo, non si può porre rimedio con un frettoloso comunicato.
"Quindici" non ha fatto altro che il suo dovere di registrare la cronaca, i fatti, l'irritazione dell'ex sindaco contro i magistrati e la risposta del capo della Procura dott. Capristo.
Questa è la verità, che va detta all'opinione pubblica per evitare che Azzollini, come ha fatto in passato (e ancora di più oggi in campagna elettorale) ribalti le proprie responsabilità sugli altri.
La verità trionfa sempre a dispetto di coloro che la vogliono alterare o nascondere.
 
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