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Molfetta, le polemiche strumentali sul concerto di Roy Paci Questa sera nella villa comunale alle ore 21
06 gennaio 2014

MOLFETTA – In questa città ormai anche l’annullamento di un concerto, o meglio il suo rinvio a causa del maltempo, diventa motivo di scontro e di polemiche pretestuose per attaccare l’amministrazione comunale di centrosinistra di Molfetta. Obiettivo di chi non ha accettato la sconfitta elettorale, è quello di minarne la credibilità approfittando del memoria corta dei molfettesi sugli scempi compiuti in oltre 10 anni dal centrodestra.

L’annullamento del concerto di Roy Paci (che si terrà questa sera nella villa comunale) avvenuto per la pioggia, quindi un evento di ordinaria amministrazione e imprevedibile al momento del contratto, è assurto a catastrofe cittadina, con l’accusa di imperizia agli organizzatori, con l'impresa che ha realizzato il palco sotto processo e con gli amministratori trasformati in dilettanti allo sbaraglio.

E i veri problemi, dei quali gli ex amministratori di centrodestra sono responsabili, finiscono in secondo piano. Non si deve parlare dei debiti fuori bilancio lasciati in eredità da Azzollini, non si deve parlare delle strade ridotte a gruviera da un lavoro costato 3 milioni di euro, solo per motivi elettorali e realizzato in modo raffazzonato, tant'è che alle prime piogge l'asfalto posticcio si scioglie come neve al sole, mettendo a rischio l'incolumità dei pedoni e i semiasse delle vetture. Non si parla del caos generato nelle mense scolastiche, dove è stato necessario ripristinare le regole e la funzionalità. Si strumentalizza perfino l'aumento della Tares, dovuto anch'esso ad una politica finanziaria sbagliata e a imposizioni nazionali, la cui responsabilità ricade anche sul presidente della commissione bilancio del Senato che, guarda caso si chiama Antonio Azzollini, il quale ha un comportamento a Roma e un altro a Molfetta, aizzando i suoi contro gli stessi provvedimenti da lui avvallati in Parlamento. Non si parla dell'evasione fiscale tollerata che spinge oggi chi governa la città a ristabilire le regole e soprattutto l'equità fiscale. Perfino sui semafori che non funzionano, grava l'ipoteca di errori gestionali del passato che ricadono oggi su chi si è trovato ad ereditare una città disastrata.

E il consiglio comunale, visto dalla parte del centrodestra sconfitto, sembra una replica dei blog e dei post su Facebook, con ex assessori ridotti al silenzio per anni, come quel Mariano Caputo, che ritrova misteriosamente la voce, al punto di riuscire a cantare per la gioia di chi gli riconosce il diritto al contraddittorio, anche per discutere sul vuoto pneumatico.

 

In questo caos mediatico si lasciano coinvolgere anche i media locali: c'è chi, per compiacere il proprio committente elettorale di centrodestra, arriva perfino a inventare le notizie pubblicando foto di alcuni anni fa di piazza Paradiso devastata dai vandali con i botti, facendole passare per attuali. Un comportamento inqualificabile e censurabile dal punto di vista dell’etica professionale che conferma il livello di decadimento di certa informazione locale, da quella che largheggia in nudi femminili per farsi leggere, all'altra di famiglia (Azzollini) a quella di partito del Pdl o del nuovo centrodestra sempre azzolliniano che con un foglio che si proclama liberal, scritto male e dai contenuti peggiori della grafica, si propone di gettare fango e veleni su tutti, creando un clima di odio e divisione. Lo stesso che ha caratterizzato tutta la campagna elettorale del centrodestra e che continua tuttora, complici mestieranti del giornalismo. In questo circo mediatico non mancano altri frustrati storici della carta stampata, probabilmente affetti da demenza senile progressiva, determinata da una cosciente e sofferta incapacità professionale, alla quale rimediano con la diffusione di falsità nei confronti dei concorrenti, spargendo veleni a larghe mani. Insomma, un'informazione servile di bassa qualità, alimentata anche a fini politici.

Nessuno nega che i media debbano avere un’opinione, anzi, per onestà intellettuale, dovrebbero dichiararla, senza ingannare il lettore attribuendosi false patenti di obiettività. Non è un male credere in un’idea o in un progetto che viene ritenuto utile alla città e condiviso dai lettori: una cosa diversa dall'essere servi che politico che ti gratifica. E’ giusto e necessario avere delle opinioni, anche diverse fra loro, altrimenti si farebbero solo giornali veline (come purtroppo avviene) o gazzette ufficiali. Le opinioni possono essere condivisibili o meno, ma vanno rispettate, come accade con quelle dei giornali nazionali che siano di Travaglio o di Veneziani. Ma i dilettanti allo sbaraglio del giornalismo locale riescono perfino a non pubblicare le notizie di cronaca che riguardano, in negativo, il sen. Antonio Azzollini quando è indagato. Ci chiediamo: ma quest’ultimo controlla tutta la stampa locale, tranne Quindici, come Berlusconi controlla buona parte dell’informazione televisiva nazionale?

In questo bailamme  di stupidaggini, in questo sciocchezzaio virtuale, alcuni si chiedono come mai "Quindici" e il suo direttore non siano intervenuti per commentare l'annullamento del concerto, quasi fosse avvenuto il diluvio universale con pochi coraggiosi sopravvissuti su un palco zattera in piazza Paradiso. Elementare, direbbe Sherlock Holmes: non scendiamo al livello del dibattito idiota e preconcetto prodotto dall'imbecillità collettiva dei perdigiorno su problemi che esistono e possono essere liquidati in due battute: Roy Paci non poteva essere contemporaneamente in più posti differenti, quindi la notizia era falsa e non documentata, come il blogger di turno è stato costretto ad ammettere rimangiandosi il suo scritto; è normale nelle clausole contrattuali di un concerto all'aperto, prevedere date alternative in caso di maltempo;  e poi chi avrebbe pagato i danni per eventuali danni alla strumentazione elettronica? il Comune e quindi i cittadini? Il resto sono chiacchiere degli "esperti di tutto" dal calcio, alla politica, dalla musica all'organizzazione di concerti.

Per noi i problemi sono altri, quelli veri, più seri: il lavoro, la salute, la qualità della vita, il ripristino delle regole e della legalità per la quale ci battiamo da sempre e che in questa città sono stati un carnevale continuo negli ultimi 10 anni, come hanno dimostrato anche gli elettori votando per il cambiamento.

Oggi diamo fiducia e tempo a questa amministrazione comunale di centrosinistra e al sindaco Paola Natalicchio, a cui riconosciamo un coraggio e una tenacia delle quali forse anche noi non saremmo stati capaci. Accettare di guidare una città disamministrata da anni e tentare un'inversione di tendenza, scaricando illegalità diffuse, non è facile e richiede tempo.

In periodi di crisi galoppante, la gente sembra non avere pazienza, né voglia di aspettare. Ma, realisticamente, in pochi mesi non si possono ribaltare abitudini consolidate in anni di malgoverno e, in molti casi, di non governo, con il sindaco Azzollini che risiedeva a Roma, tornando a svolgere il suo secondo incarico a Molfetta, solo nel week end.

Noi continuiamo a tenere la schiena dritta e a dare fiducia a quest'amministrazione, perché non ragioniamo con la pancia e con le emozioni del momento, ma facciamo della razionalità una regola di vita e di lavoro anche nel nostro mestiere di giornalisti, un lavoro che oggi più che mai richiede responsabilità ed equilibrio per contribuire a salvare e rilanciare la nostra cara Molfetta, unico motivo dell'esistenza di "Quindici" da vent'anni a questa parte.

In conclusione, finiamola con le polemiche infantili e strumentali, ma collaboriamo tutti a far crescere questa città. Il sen. Azzollini sembra aver imboccato la parabola discendente ed è stato abbandonato perfino da molti suoi ex sostenitori, il centrodestra abbia il coraggio di essere propositivo, di far avanzare le forze nuove e giovani con idee proprie e non indotte, senza pagliacciate in consiglio comunale, complice la diretta televisiva, che fa sentire tanti protagonisti inconsapevoli dell'avanspettacolo.

Lavoriamo per il cambiamento, quello vero, non quello virtuale dei blog e di Facebook.

© Riproduzione riservata

Autore: Felice de Sanctis
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Molto interessante il pensiero dell'amico Pani G.. Mi permetto di fare qualche considerazione. Trovo un pò ...acrobatico il sillogismo derivante dal detto russo citato. Mi spiego meglio anche io. Non l'ha scritto nessuno su alcuna tavola di pietra che, in una Democrazia (maiuscola, quale ahimé non ancora abbiamo in Italia, anche se ci sforziamo di arrivarci) che chi governa (chi "comanda", come chiosa Pani: cosa non vera, appunto in una DEMOCRAZIA compiuta!) sta da un parte, mentre chi fa informazione debba stare dall'altra. Certo una situazione simile è possibilissima, tanto è vero che, appunto in una DEMOCRAZIA, come c'è la stampa allineata, c'è anche la stampa d'opposizione. La Stampa, per come la vedo io ma posso sbagliare, DEVE avere il compito di essere il "cane da guardia" della DEMOCRAZIA, informando; quindi è giusto che vi sia stampa allineata (di colore o, peggio, di proprietà) e stampa critica/libera, meglio ancora. Per la seconda, ovviamente - e credo sia il caso di questa nostra Testata - nell'attributo "critica" va incluso anche il concetto di "LIBERA" da condizionamenti e legami. Quindici sostiene l'Amministrazione, ma Quindici non si sottrae, come è già avvenuto, dal criticare l'Amministrazione, quando sembra necessario. Trovi un'asimmetria fra l'attuale situazione e quella del periodo in cui c'era un'altra Amministrazione? Beh, caro amico, io più che una questione di "embedding" ne farei una questione più terra terra: Forse, dico forse, allora c'era più da criticare che da ...informare, "sic et simpliciter". Giusto che esistano TUTTE le voci nel "coro", ma come sostieni, è anche questione di PUDORE. Un saluto.

Caro Pani, di fronte ad un'informazione omologata, che non solo critica, ma non dà nemmeno le notizie, ci si pone il problema del ruolo da svolgere in questa situazione. Il rischio è di sparare sulla croce rossa. Intanto diamo le notizie, per le opinioni concediamo alla nuova amministrazione almeno il tempo di organizzarsi, e non sono sufficienti certo i 100 giorni. Non credo che tu pensi che con un colpo di bacchetta magica si possano invertire 10 anni di errori e omissioni (volute). Preferisco amministratori onesti (e finora su questo, rispetto al passato, almeno a giudicare dagli scandali e dalle inchieste della magistratura, un cambiamento lo registro) a “maneggioni” esperti che in Italia hanno gestito la politica, portandola a un decadimento totale. Meglio volti nuovi e inesperti e forse anche un po' ingenui, a furbi praticanti della politica, inamovibili da anni, col risultato del consolidamento di posizioni di potere in mano ai soliti noti. E dopo tanti anni il potere finisce inevitabilmente per degenerare, come è avvenuto in Italia. Anch' io sono favorevole all'esistenza degli altri (la concorrenza migliora tutti ed è sinonimo di libertà), anche se sono di parte perfino nelle notizie e hanno l'abitudine di insultare e diffamare i colleghi. E, perciò, occorre difendersi dai veleni. Le opinioni sono un'altra cosa e ognuno può e deve esprimere la propria correttamente e in modo trasparente, senza nascondersi dietro false obiettività. Sarà il lettore a farsi un'opinione, ma deve farla su fatti documentati, non su falsi (anche d'autore). Ma nel bombardamento di informazione, tra blog e siti internet, il cittadino è confuso. In realtà oggi si giudica secondo il proprio metro e soprattutto ogni giudizio è mirato su vicende personali: dai frustrati dell'informazione, ai delusi della politica, dagli aspiranti ad un incarico rimasti delusi, a chi si mette in vetrina in vista di una possibile prebenda. Accanto a questi ci sono i ricattatori, i dispensatori di veleni, i falsi congeniti… e potremmo continuare ancora. Mi piacerebbe ci fosse un confronto serio sulle idee e i programmi. Per quanto riguarda l'attuale amministrazione di centrosinistra, l'abbiamo fortemente voluta: era l'unico modo per mandare a casa la vecchia amministrazione di destra e la sua gestione del potere. La sosteniamo perché crediamo (ingenuamente, ma onestamente) che possa cambiare qualcosa. Per questo va incoraggiata. Spararle contro anche per un concerto o per aver commesso l'errore di asfaltare il piazzale del Duomo, significa invitarla a fare solo “ammuina”, come è avvenuto in passato, trascurando i veri problemi di Molfetta. Su questi la giudicheremo, non trascurando la valutazione delle difficoltà che comporta ogni cambiamento reale e partecipativo. Il problema dell'informazione in Italia è che i fatti spesso non sono separati dalle opinioni e quindi i giornali (tutti) risentono del clima politico. Se tutti fossero schierati contro, a prescindere, come tu chiedi, si demolirebbe soltanto, impedendo di cominciare a costruire qualcosa. Almeno gli onesti vanno incoraggiati, finché restano tali. Poi l'informazione deve essere di qualità e fatta con onestà, ed è quello che ci sforziamo di fare, anche se dispiace agli altri e a qualche politico abituato agli yes men.


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