Recupero Password
Molfetta, le opposizioni: illegittimo il bando per la scelta del partner privato della Multiservizi PD, SeL e Federazione della Sinistra chiedono l'annullamento della gara
06 maggio 2011

MOLFETTA - Dura reazione della sinistra molfettese nei riguardi del bando per la scelta del partner privato della Multiservizi, chiedendone l'immediato annullamento.
Di seguito il comunicato stampa:

“Quel bando è illegittimo e va ritirato”.
E’ questo il senso dell’ordine del giorno riguardante la “Molfetta Multiservizi SpA”, proposto dai consiglieri comunali di Partito Democratico, Sinistra Ecologia e Libertà e Federazione della Sinistra, e allegato alla richiesta di convocazione urgente della massima assise cittadina protocollata questa mattina.
Al centro della dura presa di posizione delle forze politiche di opposizione, il bando pubblicato dall’amministrazione comunale per la cessione, ad un partner privato, del 49% della Multiservizi SpA, società attualmente detenuta interamente dal Comune di Molfetta, dopo la fuoriuscita della Camassambiente SpA.
La gara per la cessione della partecipazione minoritaria all’interno della Multiservizi – spiegano i promotori dell’ordine del giorno – è contraria alla normativa comunitaria e nazionale, e potrebbe esporre il Comune all’ennesimo pesantissimo (per le tasche dei cittadini) risarcimento danni. Alla luce della disciplina vigente in materia, infatti, è possibile avviare una gara per la scelta di un socio di minoranza di una società partecipata cui affidare direttamente determinati servizi, solo laddove ricorrano due requisiti essenziali: da un lato il fatto che nel bando vengano esplicitamente e puntigliosamente definiti i servizi da esternalizzare, e, dall’altro, il fatto che sia espressamente previsto il rinnovo della procedura di selezione alla data di scadenza del periodo di affidamento, evitando così che il partner privato divenga socio stabile della società mista. Nel caso del bando approvato dal Comune di Molfetta mancano entrambi questi requisiti”.
“Un altro profilo di illegittimità della gara – proseguono i consiglieri di PD, SeL e Federazione della Sinistra – è rilevabile nel fatto che il bando non prescrive l’obbligo per i concorrenti di presentare un piano industriale di crescita e sviluppo della Multiservizi, né stabilisce elementi di valutazione dell’offerta tecnica riferibili ai servizi che effettivamente la società andrà a gestire, tutti fattori, questi, che non forniscono effettive garanzie sul possesso, da parte del partner privato, delle necessarie capacità tecniche per lo svolgimento corretto dei servizi. Il bando, invece, per come è formulato, prevede che la scelta del socio sia legata solo al prezzo di acquisto della partecipazione, trascurando del tutto l’aspetto tecnico e il piano industriale che il socio privato intende realizzare anche al fine di garantire gli attuali livelli di occupazione all’interno della Multiservizi. E’ del tutto evidente, infatti, che la stabilità dei lavoratori (obiettivo che non bisogna mai perdere di vista) passa necessariamente da una chiara strategia industriale di sviluppo dell’azienda che questa amministrazione sta dimostrando di non avere, dal momento che continua a muoversi con il consueto pressapochismo e l’abituale incompetenza”.
“E’ per questo – rilanciano i consiglieri di opposizione – che chiediamo al sindaco e alla sua Giunta di fermarsi a riflettere, ritirando il bando per la selezione del partner privato della Multiservizi e venendo in Consiglio Comunale a confrontarsi con noi su un tema così delicato. E’ urgente e necessario un dibattito alla luce del sole sulle strategie di sviluppo e sulle prospettive della Multiservizi al fine di consentire un rilancio vero e duraturo dell’azienda che garantisca, da un lato, il miglioramento, in termini di efficacia ed efficienza, dei servizi resi e, dall’altro, solide garanzie occupazionali per i lavoratori che possano restituire a tutti i dipendenti serenità e fiducia nel futuro”.
“Se questo non dovesse accadere – concludono i rappresentanti di PD, SeL e Federazione della Sinistra –, saremmo costretti a pensare che la fretta e l’opacità con cui l’amministrazione sta gestendo tutta questa vicenda nascondono il maldestro tentativo di favorire, ancora una volta, qualche gruppo imprenditoriale privato, allettato dai lauti affidamenti diretti promessi. Ma se queste fossero le reali intenzioni di questa amministrazione, sappia il sindaco che troverà sulla sua strada la nostra più ferma opposizione, in Consiglio Comunale e in città!”.
Nominativo  
Email  
Messaggio  
Non verranno pubblicati commenti che:
  • Contengono offese di qualunque tipo
  • Sono contrari alle norme imperative dell’ordine pubblico e del buon costume
  • Contengono affermazioni non provate e/o non provabili e pertanto inattendibili
  • Contengono messaggi non pertinenti all’articolo al quale si riferiscono
  • Contengono messaggi pubblicitari
""

Come “limitare” lo Stato e “liberare” la società? Lo strumento è la Costituzione. Il suo scopo è la garanzia della seconda nei confronti del primo. L'art. 16 della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo e del cittadino del 1789 dice: “Le società in cui la garanzia dei diritti non è assicurata, né la separazione dei poteri stabilita, non hanno costituzione”. Ciò corrisponde, all'intento primario di stabilire una linea di difesa dell'autonomia della società dall'intervento dello stato. Ma, prima di tutto, è significativa l'idea stessa della costituzione, di un documento scritto, approvato dai rappresentanti dei cittadini, cioè quegli “atomi” che formano la società. Essa dichiara esplicitamente, di fronte a tutti, le regole del gioco politico, sottraendole alle strumentalizzazioni interessate, e offrendole come criterio per giudicare la correttezza dei governanti. La costituzione è una novità assoluta dell'Illuminismo. Nei secoli precedenti non vi era stato nulla di simile. Lo stato è dunque solo un mezzo (per la felicità degli uomini) e non un fine in se stesso. La politica è così sottoposta ai diritti naturali e alla costituzione che li proclama. Per la prima volta nella storia moderna, il potere, che in passato era signore del diritto (poteva cioè rendere diritto tutto ciò che avesse voluto) viene a sua volta sottoposto a una regola giuridica, la costituzione. In passato si diceva: REX FACIT LEGEM (il re fa la legge). La dottrina liberale rovescia la formula: LEX FACIT REGEM (la legge fa il re). Cosa accade oggi in Italia (nel mondo)? Un rovesciamento, un ritorno al medioevo: rex facit legem. Il nostro Parlamento diventa così una istituzione inutile. Questa nostra democrazia si sta' degradando al regime del gregge, si sta standardizzando, annullando le diversità e l'originalità degli individui non promovendo quei modi di vita sociale e culturale che valorizzano la vita sociale. Una democrazia volgare e conformata solo ai profitti dei pochi, a discapito dei molti. In una società così ridota, la democrazia muore. La teoria del migliore, si riduce in ultima istanza alla giustificazione del dominio del più ricco e del più forte.


Quindici OnLine - Tutti i diritti riservati. Copyright © 1997 - 2024
Editore Associazione Culturale "Via Piazza" - Viale Pio XI, 11/A5 - 70056 Molfetta (BA) - P.IVA 04710470727 - ISSN 2612-758X
powered by PC Planet