Recupero Password
Molfetta, "Le mani sulla città" a Molfetta, condanna anche dall'Ufficio diocesano, dopo l'arresto di Rocco Altomare e altri 8: siamo sgomenti "Per l'abuso condotto ai danni del territorio cittadino, violentato senza remore e rispetto delle leggi, al fine di produrre interessi a beneficio esclusivo di uno spregiudicato comitato di avventori"
24 giugno 2011

MOLFETTA - Anche l'Ufficio diocesano per la pastorale sociale di Molfetta (nella foto l'ingresso della Curia Vescovile) prende posizione dopo l'operazione "Le mani sulla città", che ha portato all'arresto in carcere del responsabile dell'Ufficio territorio ing. Rocco Altomare e ai domiciliari di altri 8 parenti e collaboratori dello stesso, prende posizione:

«Le notizie rimbalzate negli ultimi giorni, come cita un comunicato, sulla vicenda della speculazione edilizia a Molfetta hanno suscitato sgomento negli ambienti ecclesiastici locali, espresso nella nota dell'Ufficio diocesano per la pastorale sociale e del lavoro, diretto dal dott. Onofrio Losito.  Il clamore per l´ulteriore vistosa operazione giudiziaria denominata "Le mani sulla citta" che ha portato all´arresto e posto sotto indagine importanti professionisti, dirigenti, imprenditori e operatori del settore urbanistico, nonché proprietari di terreni della città di Molfetta, lascia sgomenti anche per le numerose persone coinvolte nell´operazione. 
Se confermata, la gravità dei reati contestati a quanti sono già agli arresti o indagati, ci rattrista e ci addolora tanto quanto il presunto e sistematico abuso condotto ai danni del territorio cittadino, violentato senza remore e rispetto delle leggi, al fine di produrre interessi a beneficio esclusivo di uno spregiudicato comitato di avventori. L´accertamento della verità, che auspichiamo rapido e rispettoso della tutela di ogni persona, non può esimerci dal richiamare i principi della Dottrina Sociale della Chiesa che, nell´indicare una corretta gestione del bene comune, non lo disgiunge dalla custodia e dalla salvaguardia del Creato quali criteri inscindibili ed inderogabili del rispetto della dignità dell´uomo; la gestione del bene comune si manifesta attraverso comportamenti eticamente e moralmente liberi da tentazioni di potere e di facili guadagni specialmente da quanti sono al servizio della città e dei cittadini che la abitano».

Nominativo  
Email  
Messaggio  
Non verranno pubblicati commenti che:
  • Contengono offese di qualunque tipo
  • Sono contrari alle norme imperative dell’ordine pubblico e del buon costume
  • Contengono affermazioni non provate e/o non provabili e pertanto inattendibili
  • Contengono messaggi non pertinenti all’articolo al quale si riferiscono
  • Contengono messaggi pubblicitari
""
Una nuova società è possibile soltanto se, contemporaneamente al suo sviluppo, si verifica anche quello di un nuovo essere umano o, per usare termini meno altisonanti, se nella struttura caratteriale dell'uomo contemporaneo si determina una trasformazione di portata fondamentale. Trasformazioni del genere sono possibili soltanto qualora si verifichino mutamenti di ordine fondamentale nei valori e nell'atteggiamento dell'uomo, come a esempio una nuova etica e un nuovo rapporto con la natura. A un livello più alto si colloca E.F. Shumacher, che è un economista ma anche un umanista radicale. La sua richiesta di un profondo mutamento dell'essere umano si fonda su due argomenti, e cioè che il nostro attuale ordinamento sociale fa di noi altrettanto malati, e che si stiamo dirigendo verso una catastrofe economica a meno di non operare una drastica trasformazione del nostro sistema sociale. La necessità di un cambiamento dell'uomo non costituisce un'esigenza etica e religiosa, non è frutto unicamente di un'aspirazione psicologica derivante dalla natura patogena del nostro attuale carattere sociale, ma anche la condizione per la mera sopravvivenza della specie umana. Il vivere bene non rappresenta ormai più da un pezzo la soddisfazione semplicemente di un'esigenza di carattere etico o religioso: per la prima volta nella storia, la sopravvivenza fisica della specie umana dipende dalla radicale trasformazione del cuore umano. D'altro canto, una trasformazione del cuore umano è possibile solo a patto che si verifichino mutamenti economici e sociali di drastica entità, tali da offrire al cuore umano l'occasione per mutare e il coraggio e l'ampiezza di prospettive necessari per farlo. L'egoismo generato dal sistema induce i leaders ad apprezzare di più il successo personale che non la responsabilità sociale. Ormai non ci meravigliamo più di vedere uomini politici e i dirigenti economici formulare decisioni che a prima vista sono a loro esclusivo vantaggio, ma che risultano insieme dannose e pericolose per la comunità. Essi sembrano ignorare che l'avidità – al pari della sottomissione – rimbecillisce gli individui, rendendoli incapaci persino di perseguire i loro veri interessi, come a esempio la preservazione delle loro stesse esistenze e delle vite di mogli e figli. -
Questi avvenimenti fanno dire e ripetere il detto popolare: "Non c'è più religione." Dietro la facciata cristiana, prende corpo una nuova religione segreta, la "religione industriale", che ha radici nella struttura caratteriale della società moderna, pur non essendo conosciuta come religione. Essa è incompatibile con il cristianesimo genuino: riduce gli esseri umani a servi dell'economia e del meccanismo che hanno costruito con le loro stesse mani. Nella religione industriale, a diventare "sacri" sono stati il lavoro, la proprietà, il profitto, il potere, anche se d'altro canto questa religione, pur nei limiti dei suoi principi generali, ha favorito l'individualismo e la libertà. A determinare l'atteggiamento del singolo verso se stesso, è il fatto che l'abilità e il bagaglio atto all'esecuzione di una particolare mansione non sono sufficienti: bisogna anche essere capaci di vincere nella gara con gli altri se si vuole avere successo. Se, per guadagnarsi da vivere, fosse sufficiente basarsi su quello che si sa o si è in grado di fare, la stima di sé sarebbe proporzionale alle proprie capacità, in altre parole al proprio valore d'uso; ma dal momento che il successo dipende in larga misura da come l'individuo vende la propria personalità, egli sperimenterà se stesso quale una merce o, meglio, insieme quale venditore e merce offre in vendita. Accade così che l'individuo non si preoccupa tanto della propria vita e felicità, quanto della sua capacità di risultare vendibile. Questo può spiegare la corruzione sempre in atto, la perdita di libertà e la propria umanità intellettuale. Dal momento che la società con la sua complessa organizzazione esercita un potere senza precedenti sull'uomo, la dipendenza dell'uomo da essa è giunta a tal punto che egli ha quasi cessato dall'avere un'esistenza intellettuale autonoma. Siamo così entrati in un nuovo Medio Evo. Con un atto di volontà collettivo, la libertà di pensiero è stata messa fuori gioco, poiché molti rinunciano a pensare come liberi individui, per lasciarsi guidare dal collettivo al quale appartengono. In una con il sacrificio dell'indipendenza di pensiero, abbiamo perduto – e come poteva essere altrimenti? – la fede nella verità. La nostra vita intellettuale ed emozionale è scardinata.


Questa è l'"APOCALISSE", la rivelazione, la manifestazione. Una continua ripetizione da sempre, secolare, cui nessuno ha provveduto, nemmeno chi di dovere, rendendola così ETERNA. APOCALISSE DAL MOTO PERPETUO........DENARO E POTERE, ESSERE O AVERE? AVERE, AVERE SEMPRE PIU', DI PIU', DI PIU', AVERE, AVERE, AVERE.........la modalità esistenziale dell'avere, incentrata sulla brama di possesso di oggetti e di potere, sull'egoismo, lo spreco, l'avidità e la violenza - opposta alla modalità esistenziale dell'essere, basata sull'amopre, la gioia di condividere, l'attività autenticamente produttiva e creativa, della quale hanno parlato i grandi maestri di vita e di pensiero, da Gesù a Buddha, da Tomaso d'Aquino a Spinoza e Maestro Eckhart, a Marx e Albert Schweitzer - domina nel mondo contemporaneo, e sta portando l'umanità alla catastrofe. La grande illusione che il progresso industriale e tecnologico illimitato portasse la felicità per tutti, attraverso la soddisfazione di tutti i desideri, e ristabilisse la pace sociale e l'armonia dell'uomo con la natura, è ormai incontestabilmente fallita. L'uomo contemporaneo è diventato un ingranaggio dell'immensa macchina burocratica, alienato, manipolato dall'industria, dai mass media, dai governi, esposto a pericoli ecologici e al rischio di conflitti nucleari, psicologicamente depresso, isolato angosciato, preda da impulsi distruttivi. Necessitiamo di una nuova etica, e la possibilità di un diverso atteggiamento dell'Uomo nuovo verso la natura e la società.


Quindici OnLine - Tutti i diritti riservati. Copyright © 1997 - 2024
Editore Associazione Culturale "Via Piazza" - Viale Pio XI, 11/A5 - 70056 Molfetta (BA) - P.IVA 04710470727 - ISSN 2612-758X
powered by PC Planet