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Molfetta. La protesta dei partiti d'oposizione: "Siamo alla frutta" La legalità ambulante di una città allo sfascio
18 giugno 2010

MOLFETTA - Pubblichiamo il comunicato stampa dei seguenti Partiti: Democratico, Sinistra Ecologia e Libertà, Rifondazione Comunista.
"Ancora una volta la giunta Azzollini si rivela totalmente incapace di affrontare i problemi della città.
Per due anni le forze di opposizione del centrosinistra hanno posto all'Amministrazione comunale la necessità di risolvere il problema dei venditori ambulanti, moltiplicatisi in modo disordinato, senza il minimo rispetto delle condizioni igieniche, creando difficoltà nella deambulazione dei cittadini a causa dell'occupazione dei marciapiedi, provocando intralci nel traffico per l'occupazione inammissibile delle carreggiate.
Ad oggi l'amministrazione comunale non è riuscita ad elaborare un nuovo piano di commercio, nè un regolamento diretto a disciplinare autorizzazioni, zone di vendita, divieti e sanzioni per gli irregolari.
Al vuoto di questa amministrazione ha supplito l'intervento della magistratura che, avvalendosi delle forze dell'ordine, ha ripristinato in città il rispetto delle regole, liberando il suolo pubblico da quanti in maniera irregolare lo occupavano, favoriti dall'assenza di qualsivoglia controllo degli organi comunali competenti.
L'amministrazione Azzollini non indugi oltre, provi ad amministrare la città, porti in
consiglio comunale il nuovo Piano di commercio, adotti le regole perchè il commercio si eserciti in maniera ordinata, con l'osservanza delle prescrizioni per la tutela del decoro della città, dell'igiene, della salute e dell'ordine pubblico, predisponga le soluzioni a garanzia dell'occupazione di coloro i quali per troppo tempo hanno potuto svolgere la propria attività al di fuori di condizioni accettabili
per un paese civile".

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Il "problema" è molto più ampio e grave di quanto possa essere visto a livello solo locale. Deve essere visto e affrontato a livello internazionale: le tensioni sono in aumento, in tutte le nazioni allo sfascio. Dopo cinquant'anni contreassegnati dalla formazione di nuove nazioni dai vecchi imperi coloniali e dalla frammentazione dell'ex-Unione Sovietica, oggi la comunità internazionale degli stati vive un periodo di disgregazione. In passato, gli stati si sono dovuti preoccupare delle conseguenze di un eccessivo accentramento di potere di un singolo stato, come nella Germania nazista, nel Giappone imperiale e nel caso dell'Unione Sovietica. Oggi, però, è il fallimento degli stati a rappresentare la più grande minaccia all'ordine e alla stabilità internazionale. Gli stati crollano quando ai loro governi sfugge di mano il controllo di parte o di tutto il loro territorio e non riescono ad assicurare la sicurezza del loro popolo. Quando i governi perdono il controllo del potere, la legge e l'ordine cominciano a disgregarsi. Quando non riescono a provvedere ai servizi basilari come l'educazone scolastica, l'assistenza sanitaria, la sicurezza alimentare, perdono la loro legittimità. Un governo in questa posizione potrebbe non essere più in grado di ricevere entrate sufficienti a finanziare se stesso in modo efficace. La società si può frammentare al punto di perdere la coesione necessaria a prendere decisioni. Un'altra caratteristica degli stati in declino è il graduale peggioramento delle infrastrutture: strade, rete elettrica, idrica e fognaria. Mentre la gente lotta per la sopravvivenza, la cura per gli ecosistemi passa in secondo piano. Foreste, praterie e campi vanno in rovina, in una spirale che si avvia verso l'autodistruzione. Altro aspetto che contribuisce al declino del sistema e la riduzione degli investimenti esteri e la disoccupazione che ne deriva. Questa accade oggi giorno, e non solo a livello locale.

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