Molfetta, la Fiera degli Animali che non ci sarà
MOLFETTA - Visto che siamo tra noi, diciamocelo, ci sono cose che ti dividono il cuore a metà. Quando l'età della ragione, o presunta tale, rosicchia giorni su giorni all'ingenuità incantata dell'infanzia, succede che la razionalità, il mondo, una nuova (ma non più vera, solo diversa) prospettiva ti convincano a cambiare idea su molte cose, anche se in uno spazio dentro di te quell'idea, quell'emozione originaria sopravvive, ben nutrita.
Capita quindi che una delle cose che può dividere il cuore a metà sia quella che da queste parti chiamano Fiera degli Animali. “Bestiame”, lo chiamano ufficialmente, ma a te, quando avevi ancora il passo incerto e “la mano a un grande”, pareva un mondo incantato, con creature introvabili, provenienti da un lontano Eldorado. I Cavalli, i Maiali, le Pecore, le Mucche, tutti arrivati lì per te, che conoscevi solo l'isolato di casa. E poi il lungo giro, perché un cavallo no, un maialino no, ma almeno un pulcino da portare a casa lo esigevi.
Sarebbe sparito dal cartone in cui lo avresti nutrito, qualche mese dopo: “volato via”, ti avrebbero detto, cambiando discorso alla tua obiezione che i pulcini non volano. Quello che non sapevi è che, poco lontano, in quel mentre, fosse stata una femminuccia o fosse stato un maschietto, stavano ingabbiando in un caso, squartando con una mannaia nell'altro, il tuo affetto e i tuoi sogni, in un pollaio dai colori tristi.
Così contavi quasi i giorni che ti separavano dalla Fiera degli Animali dell'anno dopo. Tu, un po' più grande, i cavalli un po' più bassi.
Poi, come la vita sempre fa, fa accadere che i ruoli si invertono, che cresci e diventi tu quello a cui un piccolino deve dare la mano (non che sia questo gran investimento). Trovi che le creature dell' Eldorado sono sporche, malnutrite, balocco di qualcuno un po' losco. Però ti volti verso il basso, a chi ti tiene per mano con uguale passo incerto, e vedi sempre quella scintilla negli occhi che, giuri, hai avuto anche tu. Te lo leggo negli occhi, dice il cantante.
E allora la testa ti dice che dovresti fare come qualcuno di molto famoso una volta in un tempio, scaraventare all'aria le bancarelle dei mercanti, e dare pace e libertà ad una merce che ha cuore. O quantomeno, visto che ora hai fatto grande e pensi, (dannatissima testa che non si spegne mai), odiare con tutte le forze quel posto.
Quest'anno, la Fiera degli Animali non ci sarà. E' stata vietata, non per i motivi giusti, non per la barbarie che ogni anno si imbelletta e si mette in bella mostra nei confronti di animali sempre più smunti e sempre più rassegnati, ma perché potrebbe dar fastidio al travaglio del nuovo porto. Ecco perché.
E allora, anche se la tua testa ti comanda di esserne felice, perché la vita ha trovato una strada ed un motivo diverso per riparare a quella che hai capito essere una cosa sbagliata, c'è un cuore diviso a metà, c'è quello spazio segreto in cui quell'emozione sopravvive, ben nutrita, uno spazio in cui oggi c'è dolore.
Sai che è meglio così, eppure c'è una tristezza che non passa. Sai che probabilmente ti sveglierai comunque alle cinque, sai che certamente quest'anno tuo nonno ti mancherà un po' di più.
Eppure c'è una cosa giusta. Una cosa giusta, arrivata finalmente, ma che ti divide il cuore a metà. Come spesso la vita fa.
Autore: Vincenzo Azzollini