Molfetta, "La famiglia a servizio della sfida educativa"
Venerdì 19 novembre, ore 18,30 Auditorium "Regina Pacis" (parr. Madonna della Pace) - Molfetta
MOLFETTA - Pubblichiamo il comunicato stampa dell'ufficio Diocesano Molfetta Ruvo Giovinazzo Terlizzi.
"In occasione della pubblicazione degli Orientamenti pastorali della Chiesa Italiana per il decennio 2010-2020, l'Ufficio diocesano di Pastorale della Famiglia, diretto da don Vito Bufi, organizza un momento di formazione che ha come destinatari tutti i laici, in particolare rivolto ai Coniugi. Il relatore sarà don Paolo Gentili, Direttore dell'Ufficio Nazionale della CEI per la pastorale della famiglia. Presenzierà il vescovo Mons. Luigi Martella «Nell’orizzonte della comunità cristiana, la famiglia resta la prima e indispensabile comunità educante. Per i genitori, l’educazione è un dovere essenziale, perché connesso alla trasmissione della vita; originale e primario rispetto al compito educativo di altri soggetti; insostituibile e inalienabile, nel senso che non può essere delegato né surrogato.» Così si legge al capitolo quarto degli Orientamenti che pongono a tema per tutto il decennio 2010-2020 la questione educativa "Educare alla vita buona del Vangelo". «Educare in famiglia è oggi un’arte davvero difficile.
Molti genitori soffrono, infatti, un senso di solitudine, di inadeguatezza e, addirittura, d’impotenza. Si tratta di un isolamento anzitutto sociale, perché la società privilegia gli individui e non considera la famiglia come sua cellula fondamentale. Padri e madri faticano a proporre con passione ragioni profonde per vivere e, soprattutto, a dire dei “no” con l’autorevolezza necessaria. Il legame con i figli rischia di oscillare tra la scarsa cura e atteggiamenti possessivi che tendono a soffocarne la creatività e a perpetuarne la dipendenza.
Occorre ritrovare la virtù della fortezza nell’assumere e sostenere decisioni fondamentali, pur nella consapevolezza che altri soggetti dispongono di mezzi potenti, in grado di esercitare un’influenza penetrante. La famiglia, a un tempo, è forte e fragile. La sua debolezza non deriva solo da motivi interni alla vita della coppia e al rapporto tra genitori e figli. Molto più pesanti sono i condizionamenti esterni: il sostegno inadeguato al desiderio di maternità e paternità, pur a fronte del grave problema demografico; la difficoltà a conciliare l’impegno lavorativo con la vita familiare, a prendersi cura dei soggetti più deboli, a costruire rapporti sereni in condizioni abitative e urbanistiche sfavorevoli.
A ciò si aggiunga il numero crescente delle convivenze di fatto, delle separazioni coniugali e dei divorzi, come pure gli ostacoli di un quadro economico, fiscale e sociale che disincentiva la procreazione. Non si possono trascurare, tra i fattori destabilizzanti, il diffondersi di stili di vita che rifuggono dalla creazione di legami affettivi stabili e i tentativi di equiparare alla famiglia forme di convivenza tra persone dello stesso sesso.
Nonostante questi aspetti, l’istituzione familiare mantiene la sua missione e la responsabilità primaria per la trasmissione dei valori e della fede. Se è vero che la famiglia non è la sola agenzia educatrice, soprattutto nei confronti dei figli adolescenti, dobbiamo ribadire con chiarezza che c’è un’impronta che essa sola può dare e che rimane nel tempo.
La Chiesa, pertanto, si impegna a sostenere i genitori nel loro ruolo di educatori, promuovendone la competenza mediante corsi di formazione, incontri, gruppi di confronto e di mutuo sostegno.» (dagli Orientamenti pastorali)"