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Molfetta, il significato della festa della donna per l'Udc
07 marzo 2011

MOLFETTA -  La coordinatrice per le pari opportunità dell'Udc di Molfetta Alessandra di Gioia in un comunicato stampa precisa l'importanza della festa della donna, comunicato che riportiamo di seguito. 
"La giornata internazionale della donna, comunemente definita festa della donna, ricorre l'8 marzo di ogni anno per ricordare sia le conquiste sociali, politiche ed economiche delle donne, sia le discriminazioni e le violenze cui esse sono ancora fatte oggetto in molte parti del mondo." : così recita una famosa enciclopedia on line...
Ma oggi è davvero così?
Sappiamo davvero cosa dobbiamo festeggiare? Negli ultimi giorni quello che vediamo affissi nelle vetrine dei negozi e dei locali più famosi sono solo locandine di qualsivoglia tipo di feste e party a tema in cui l'ospite d'onore è l'ultimo tronista di Uomini e Donne o l'appena eliminato Nando del Grande Fratello!!!
Lo sapranno loro che 20.000 camiciaie  newyorkesi hanno scioperato per rivendicazioni sindacali e politiche relative al riconoscimento di voto femminile nel lontano 1909? E che in Italia la prima manifestazione del 1972 ha visto un violento scontro della polizia contro un corteo di femministe che si battevano per la legalizzazione dell'aborto e che per questo motivo sono state vittime di percosse a manganello????
Quindi ci chiediamo, in una realtà dove la donna è continuamente mercificata, maltrattata, violentata nei diritti e nella dignità, siamo sicuri di volerla festeggiare in questo modo, andando a disperarci per ospiti famosi o ad assistere a spogliarelli organizzati un po' ovunque????
La donna, la mamma, l'imprenditrice, l'operaia, l'anziana a nostro parere ha bisogno di altro, di essere festeggiata tutti i giorni, di essere onorata e rispettata nella dignità. Riflettiamo sugli abusi sessuali, sulle violenze domestiche, sulle malattie e su tutto quello di cui sentiamo parlare ai Tg di tutti i giorni….
Il nostro Coordinamento, si ferma per un momento di riflessione su questi temi cosi delicati e spesso sottovalutati, concentriamo le nostre energie per convogliarle verso una realtà migliore in cui ci sia "vera" parità.

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Mi sono molto divertita nel leggere, meglio nel divorare, un libro o meglio un volumetto il cui titolo mi sembrava sciocco, ma al tempo stesso un monito, “Elogio dell'imbecille” di Pino Aprile. La tesi è questa, molto psicologica. Si ritiene che le società umane da tempo non hanno più bisogno dell'intelligenza come fattore evolutivo. Se per millenni l'uomo è sopravvissuto grazie ad essa, ora non più: l'intelligenza è divenuta un ostacolo. Miliardi di uomini vivono sulla terra e usano i prodotti dell'intelligenza solo a patto che essi siano così semplici da essere alla portata di tutti, cioè degli imbecilli. E' l'imbecille che costituisce la pietra di paragone, che fa da minimo comune multiplo. L'intelligente invece, con la sua assurda pretesa di essere diverso, di voler provare soluzioni nuove, di fare cose nuove, di modificare l'esistente, è solo un impiccio. Le organizzazioni si reggono comunque sull'operato dei migliori. Per funzionare invece, devono essere popolate di cretini, perché sono state costruite per loro. Un imprenditore costruisce un'azienda in cui possano lavorare anche gli imbecilli, e se l'azienda ha successo significa che in essa gli imbecilli, cioè i più, riescono a fare ciò che è loro chiesto di fare. Inoltre il geniale imprenditore non è eterno e, quando morirà, l'azienda, per andare avanti, non potrà contare quasi mai su un altro genio che ne prenda il posto; solo se è stata strutturata per dei cretini riuscirà a sopravvivere, e se al suo interno comparirà ad un punto una persona intelligente, essa sarà solo un elemento perturbatore. Darà fastidio. Gli imbecilli sono capaci solo di seguire le procedure prefissate, di ripetere meccanicamente ciò che hanno sempre fatto, di pensare quello che hanno sempre pensato. Così, in effetti, una persona che dà il meglio di sé per il bene comune non viene promossa, viene licenziata. Ad essere promosso sarà quello che darà le migliori garanzie di non fare stranezze. Cioè un imbecille. SOLO DONNA.
...."nelle leggende che i maschi hanno inventato per spiegare la vita, la prima creatura non è una donna: è un uomo chiamato Adamo. Eva è arrivata dopo, per divertirlo e combinare guai. Nei dipinti che adornano le loro chiese, Dio è un vecchio con la barba: mai una vecchia coi capelli bianchi. E tutti i loro eroi sono maschi: da quel Prometeo che scoprì il fuoco a quell'Icaro che tentò di volare, su fino a quel Gesù che dichiararono figlio del Padre e dello Spirito Santo: quasi che la donna da cui fu partorito fosse un'incubatrice o una balia. Eppure, o proprio per questo, essere donna è così affascinante. E' un'avventura che richiede un tale coraggio, una sfida che non annoia mai. Avrai tante cose da intraprendere se nascerai donna. Per incominciare, avrai da batterti per sostenere che se Dio esistesse potrebbe essere una vecchia coi capelli bianchi o una bella ragazza. Poi avrai da batterti per spiegare che il peccato non nacque il giorno in cui Eva colse una mela; quel giorno nacque una splendida virtù chiamata disubbidienza. Infine avrai da batterti per dimostrare che dentro il tuo corpo liscio e rotondo c'è un'intelligenza che urla d'essere ascoltata. Essere mamma non è un mestiere. Non è nemmeno un dovere. E' solo un diritto fra tanti diritti. Faticherai tanto ad urlarlo. E spesso, quasi sempre, perderai. Ma non dovrai scoraggiarti. Battersi è molto più bello che vincere, viaggiare è molto più divertente che arrivare: quando sei arrivata o hai vinto, avverti un gran vuoto. E per superare quel vuoto devi metterti in viaggio di nuovo, crearti nuovi scopi. Si, spero che tu sia una donna: non badare se ti chiamo bambino. E spero che tu non dica mai ciò che dice mia madre. Io non l'ho mai detto.” (O. Fallaci – lettera a un bambino mai nato)-




Gentile amica, molte sono le storie di donne qui raccontate dai frequentatori dei forum. Ho scelto a caso. Postcard from Italy|martedì 15 feb 2011 19:18:43 1° Parte.- Nel 1945 l'Italia è libera, ma distrutta non solo dalle bombe. Il suo tessuto sociale è lacerato e la democrazia deve affrontare, fra gli altri, anche i problemi della donna. Avanti a tutti il diritto al voto, che le Italiane conquistano ed esercitano per la prima volta nel 1946, per eleggere l'Assemblea Costituente e per il referendum monarchia-repubblica. Fino all'esplosione del neofemminismo degli anni Settanta, molti sono i riconoscimenti, alcuni però soltanto sulla carta: viene abolito il licenziamento della lavoratrice che diventa madre (legga del 1950) o che si sposa (1962); sparisce la prostituzione legalizzata (1958); si concede la parità del salario (1960); l'adulterio femminile non è più punibile, come non lo era mai stato quello maschile (1968); molte carriere dal 1950 al 1970 si aprono alle donne: magistratura, diplomazia, polizia, ecc.. Giorno per giorno, però, in casa e nei posti di lavoro, la donna s'accorge che non bastano alcune norme per conferirle quella dignità di “persona” alla quale ha diritto, se poi continua a morire per gli aborti clandestini, è vittima della violenza sessuale raramente punita, la famiglia la incatena con il matrimonio. Per questi e altri motivi, nell'”altra metà del cielo” scoppia la tempesta. Scoppia il femminismo: unioni e scissioni avvengono per incompatibilità di pensiero, cattolico e laico; anche per motivi di gelosia. La libertà economica ottenuta con il lavoro non basta, se poi la donna resta socialmente sottomessa all'uomo. (continua)

2. Parte. - Postcard from Italy|martedì 15 feb 2011 19:16:52 2° Parte. - Il movimento femminista si unisce e si disperde non riconoscendo leader nelle sue file legate alla tradizione politica dei maschi. Sul finire degli anni Settanta il movimento si sminuzza e comincia una lunga pausa di “riflessione”. Fino al 1972, tutto questo viene considerato quasi folclore dalla stampa ufficiale; neppure i partiti della sinistra sono d'accordo su ciò che sta accadendo, perché temono sia un'insidia alla compattezza della lotta di classe, una pericolosa divisione sugli obiettivi da raggiungere. L'8 marzo di quell'anno “giornata della donna”, a Roma succede il finimondo. La polizia carica le femministe venute da tutta Italia, le travolge con i loro cartelli dagli slogan duri ma anche ironici, come “Tremate, tremate, le streghe son tornate”. Il Movimento femminile e della Donna esiste ed è ben deciso a non lasciarsi sopraffare. Poi? In questi trent'anni anche se con molte coperture, la donna ha perso terreno. La Tv l'ha fatta da padrona: consumismo, narcisismo, un lassismo sociale con capovolgimenti e cambi di valori non percepiti, corsa sfrenata al successo senza ritegno con perdita di dignità, ecc.. Il “berlusconismo” ha messo in luce tutto quello che la donna (non tutte) ha accettato consapevolmente e “indignitosamente”, per veloci vantaggi e passaggi, non per meriti ma per “civetteria” e “traffici sessuali”. La realtà contemporanea lo dimostra. “Se non ora , quando?” Molto meglio: “NE' STREGA NE' MADONNA, SOLO DONNA “. (fine)

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