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Molfetta, il centrosinistra in piazza dopo l'operazione “mani sulla città”: Azzollini e la giunta tutti a casa
01 luglio 2011

MOLFETTA - «Tutti a casa». Questo è lo slogan che ha animato il comizio del centrosinistra, a corso Umberto I, nei pressi del Liceo Classico.
Il primo intervento è stato quello di Mauro de Robertis (Sinistra Ecologia e Liberà) in merito al difficile momento che la città sta attraversando, a seguito delle vicende giudiziarie che l’hanno duramente colpita con l’arresto dell’ing. Rocco Altomare dirigente dell’Ufficio territorio del Comune e di altri 8, oltre a 50 indagati.
Definendo il primo cittadino, quale «sindaco part time», che non ha mai concesso deleghe ai suoi assessori di cui non si fida, ma ha incaricato funzionari e dirigenti vicini al suo partito che hanno fatto contemporaneamente i funzionari e i politici. De Robertis ha rimarcato l’esigenza che già sul quel palco ci sarebbe dovuto essere il futuro candidato sindaco del centrosinistra per dare un forte segnale di cambiamento e rinnovamento alla città. «La città non merita quello che sta vivendo». Ma il centrosinistra sta lavorando all’individuazione di un leader.
 

A seguire, Mino Salvemini (Partito Democratico), ha mosso una riflessione sulle conseguenze politiche e sul contesto nel quale è maturato quello che è accaduto e che è sotto gli occhi di tutti. Il forte conflitto di interessi innescatosi, ha condotto Mino Salvemini a definire «l’ufficio pubblico come appendice di uno studio privato per arricchire se stessi e i propri sodali», sottolineando come si arrivi, in questo modo, alla «celebrazione della disuguaglianza dei cittadini davanti alla legge». Ha avallato questa idea dicendo, che in realtà, le regole non sono uguali per tutti, poiché l’attuale amministrazione le ha interpretate per i propri compagni, mentre le ha applicate in modo rigido per i propri avversari, al fine di tenerli ai margini. Il sindaco ha anche eliminato le telecamere in consiglio comunale impedendo all’opposizione di comunicare con l’opinione pubblica. Comunicazione che invece è risultata facile per la maggioranza che arbitrariamente per una comunicazione di partito ha utilizzato manifesti del Comune, con lo stemma per i propri interessi particolaristici di partito, nel caso della pulizia delle spiagge e fare una conseguente polemica con la Regione Puglia, dichiarando il falso. A tal proposito, Mino Salvemini ha aggiunto che utilizzare soldi pubblici per una iniziativa di un partito politico può essere considerata come una «forma di peculato che andrà a finire alla Corte dei Conti». Infatti per la pulizia delle spiagge sono stati utilizzati i soldi del Comune per stampare manifesti da una tipografia di famiglia per alimentare una polemica di partito, per la quale si dovevano utilizzare i fondi del partito e non quelli dei cittadini.

Per questi motivi il capogruppo dell’opposizione ha voluto ricordare ai presenti che «la città è preda di interessi particolari di cui la maggioranza è la più fedele interprete o su cui non riesce a vigilare».
E il caso della pulizia delle spiagge rivendicata dal sindaco perchè la Regione non avrebbe voluto farle è emblematico. Inoltre le lamentele del sindaco Azzollini nei confronti della Regione Puglia per la mancanza di fondi non possono essere giustificate. Anche il primo cittadino, dice Salvemini, ha contribuito a votare il decreto Tremonti del 2010, che varava un taglio pari a 305 milioni di euro per la nostra regione. Ecco le falsità del sindaco, che ha contribuito a quel taglio, ma nasconde la verità ai cittadini per attribuire la colpa alla Regione retta dal centrosinistra. Di qui la risposta molto dura da parte dell’assessore regionale Guglielmo Minervini nella conferenza stampa, che ha preceduto la manifestazione del centrosinistra.
Pertanto anche il bilancio che la maggioranza ha definito «sano», delinea in realtà una situazione di deficit in cui il Comune si trova.
In ultimo, Salvemini, ha rincarato la dose elencando tutti quei disservizi presenti nella città di Molfetta a partire dalla mancanza di parcheggio, di piste ciclabili, di parchi sino a toccare il tema della zona in espansione. A questo proposito ha ricordato che ai cittadini proprietari di nuovi appartamenti, mancano ancora i servizi minimi di urbanizzazione come i marciapiedi e l’illuminazione, nonostante essi abbiano anticipato i soldi per la realizzazione di tali opere. Dove sono finiti i soldi dei cittadini, come “Quindici” si chiede da tempo? E a questa domanda il sindaco, in evidente imbarazzo, tace.
Anche Salvemini ha chiesto le dimissioni del sindaco Azzollini e soprattutto dell’assessore all’urbanistica Pietro Uva, l’unico con delega e quindi con maggiore responsabilità nello scandalo edilizio perché non ha vigilato sull’operato di Altomare: non poteva non sapere. Salvemini ha colto l’occasione anche per spegnere una volta per tutte le polemiche e le falsità dette dal sindaco e dai suoi accoliti sulle vicende giudiziale della Regione. In quel caso Vendola fece dimettere subito l’assessore Tedesco e nel caso di Frisullo fu azzerata l’intera giunta: un esempio per il sindaco Azzollini e il centrodestra dove non si dimette nessuno, anche se colpito da rinvio a giudizio, come nel caso di un assessore ancora in carica.
L’ultimo intervento di Antonello Zaza (Rifondazione Comunista) è stato volto a sottolineare che «in questi anni l’Amministrazione ha scelto una visione privatistica del territorio ed è colpevole di aver sottovalutato gli aspetti paesaggistici e ambientali, anziché riconoscere i rischi e pianificare il territorio per valorizzarlo, metterlo in sicurezza e migliorare la qualità degli insediamenti».
Inoltre, facendo riferimento all’assassinio del Sindaco Carnicella, ha affermato che «è dai lontani anni Novanta che non si verificavano fatti così gravi all’interno del Palazzo di Città (con riferimento all’arresto di Altomare): è il sintomo di un’arroganza che ora inizia a sgretolarsi, di un sistema di potere e di uno stile che in questi anni hanno corroso l’economia e la società molfettesi».
Il riferimento alla vicenda degli anni Novanta, ha permesso a Zaza di soffermarsi a parlare della figura di Carnicella, che aveva tentato di arginare i fenomeni di malaffare. Ha inoltre aggiunto che bisogna mantenere viva la memoria collettiva in modo tale che questo tragico episodio possa essere un monito per le future generazioni.
Ponendosi sulla stessa linea di pensiero di Salvemini e de Robertis, Zaza ha denunciato i provvedimenti in merito al Piano dell’agro ed anche la questione del porto definita come «un’altra palla al piede, portatrice di debiti per la città».
In sostanza, quello che l’opposizione chiede è la revoca del procedimento amministrativo relativo al Piano dell’agro e ad altri provvedimenti sotto inchiesta, il ripristino della legalità nel Settore Territorio e le dimissioni del Sindaco Azzollini e dei suoi assessori senza delega, poiché «incapaci di vigilare e salvaguardare la comunità dalle “mani sulla città” che facilmente si sono avventate in questi anni».
Zaza ha invitato i cittadini a collaborare per creare un’alternativa ad Azzollini per cambiare la politica e la malagestione della città.
Zaza ha infine espresso solidarietà ai vigili urbani vessati da Altomare che aveva chiesto sanzioni disciplinari nei loro confronti per non aver voluto sottostare ai suoi sistemi illeciti, secondo la magistratura e ai cittadini che si sono visti sequestrare le abitazioni in seguito alla vicenda giudiziaria, per le illegalità di cui è accusato il dirigente comunale.
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Autore: Angelica Vecchio
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