Molfetta ha ricordato il sindaco Carnicella assassinato 22 anni fa
MOLFETTA – Celebrato ieri il 22° anniversario dell’assassinio del sindaco Gianni Carnicella davanti ai gradini della chiesa di S. Bernardino, attigua al Comune, luogo dove fu ucciso. Oltre al sindaco Paola Natalicchio e al presidente del consiglio comunale Nicola Piergiovanni, era presenta anche il sen. Antonio Azzollini (foto).
Il sindaco Natalicchio ha letto il messaggio pervenuto dalla senatrice Doris Lo Moro, Presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle intimidazioni nei confronti degli amministratori locali: «Mi dispiace molto non poter prendere parte, oggi, a questa iniziativa. Ma il lavoro sulle Riforme che stiamo portando avanti in queste settimane in Parlamento ha reso vano ogni mio tentativo di essere a Molfetta in un giorno così importante per l’intera comunità. Un giorno triste, certo, specie per i familiari di Gianni Carnicella che rivivono quel momento, quei giorni, ai quali va il mio caloroso abbraccio. Triste, per chi lo ha conosciuto, ne ha potuto apprezzare le straordinarie doti morali, umane e politiche.
Ma questo è un giorno importante per Molfetta e per il Paese, non solo di dolore. Perché ricordare quel che è successo qui 22 anni fa non è solo un doveroso esercizio della memoria. È l’occasione per sottolineare quanto sia duro, difficile, in alcuni casi – come, purtroppo, questo – anche pericoloso fare l’amministratore locale in Italia. Secondo le prime stime della Commissione Parlamentare di inchiesta che ho fortemente voluto e che mi pregio di Presiedere, negli ultimi 40 anni i morti ammazzati tra Sindaci, Assessori e Consiglieri sono stati in numero di gran lunga superiore ai magistrati o ai giornalisti, tanto per citare due categorie altamente esposte. A questi dati vanno aggiunti quelli di chi è stato ferito, di chi è stato minacciato di morte, di chi è stato costretto ad abbandonare il proprio incarico. Nel 2013 la Puglia è stata la regione in cui si sono registrati più atti intimidatori che altrove: ben 134 casi. Numeri, storie, intimidazioni che disegnano un quadro inquietante ma ancora troppo sottovalutato. In questi anni si è consumata una strage.
Ma nessuno si è reso realmente conto della portata. Tutto resta relegato nelle pagine interne delle cronache locali fino a quando si va oltre le minacce e si alza il tiro.
Come è stato qui a Molfetta, 22 anni fa, o più recentemente a Pollica, vicino Salerno, con l’omicidio di Angelo Vassallo o ancora a Cardano al Campo, vicino Varese, dove è stata assassinata Laura Prati. Una scia di sangue lunga oltre 1100 chilometri, dal Nord al Sud del Paese: se un sindaco è scomodo, non ci sono steccati culturali o geografici. Per questo la Commissione è impegnata non solo in un lavoro ricognitivo ma anche ad accendere i fari su ogni episodio di intimidazione. Per capire di più e meglio, e per offrire quel senso di vicinanza umana e istituzionale necessario in momenti come questi. Anche per questo, oggi sarei voluta essere lì insieme a voi: per ribadire – come è già stato fatto in Prefettura a Bari, in sede di audizione – la nostra vicinanza all’attuale Sindaco, Paola Natalicchio, donna determinata e coraggiosa, per le intimidazioni ricevute. Sappia il Sindaco, la comunità tutta di Molfetta, che noi ci siamo e saremo sempre vigili e pronti a intervenire di fronte a qualsiasi tipo di intimidazione.
Certi che voi non vi fermerete e andrete avanti senza timori, denunciando ogni sopruso. Prendendo come esempio proprio le parole di Giovanni Carnicella il 30 maggio 1992, in un Consiglio comunale da lui voluto per commemorare la strage di Capaci: «L’auspicio è che questa generale riflessione, a più voci, divenga momento educativo per la comunità che merita di ritrovare, in questa Assemblea, le civiche virtù che lo smalto di una “nuova Resistenza” dovrà rafforzare e suscitare: oggi, in nome di Giovanni Falcone e di quanti lo hanno preceduto sul calvario e nel martirio; sempre, in nome dell’umanità, nella quale vogliamo credere, nella quale vogliamo restare!». Trentotto giorni dopo queste parole, Giovanni Carnicella fu ucciso. Ora tocca a voi portare avanti quel suo disegno.
Doris Lo Moro».
In serata sempre in via Carnicella c’è stato un concerto d’archi (foto) aperto alla cittadinanza, un modo per non dimenticare il senso di onestà incarnato dall'uomo e dal rappresentante delle istituzioni, e ricordare il profondo senso di legalità che sempre deve ispirare l’azione amministrativa e umana. Si è notata l'assenza delle forze di opposizione, che anche in questa serata hanno dimostrato la loro posizione preconcetta.
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