MOLFETTA - Ormai è il leit motiv della zona industriale di Molfetta. Piove e le strade di allagano.
Quindici ha documentato in passato questa
imbarazzante situazione che difficilmente potrà essere sanata in breve tempo. Proprio ieri, dopo il violento nubifragio, si sono allagati il rondò a ridosso della SS 16bis (questo, però, solo in parte, nonostante i lavori di manutenzione e rifacimento delle condotte dell’acqua piovana), una parte di via Adriano Olivetti in zona ASI (in particolare, nei pressi dell’Ipercoop) e, infine, una serie di aree per la zona industriale.
Ad esempio, su via Olivetti la piccola fogna bianca esistente sulla strada non è riuscita a contenere l’acqua pluviale e i pochi tombini sono stati tutti otturati da detriti, foglie e fango. Di certo, un’esile tubo di scolo a lato della strada non può essere che un mero palliativo. È saltato anche il tombino della fogna e lo spartitraffico è diventato una vera è propria ostruzione al deflusso dell'acqua.
Allo stesso tempo, locali a piano terra e sotterranei di alcune aziende sono stati invasi dall’acqua, creando notevoli difficoltà ai dipendenti e al normale svolgimento dell’attività aziendale. È questa è una situazione che si ripete ad ogni nubifragio.
Proprio questa situazione è stata attestata da un
video realizzato dallo staff di Paola Natalicchio, candidato sindaco del centrosinistra che, raccolte le segnalazioni di quei cittadini che frequentano la zona industriale, ha documentato il disagio e le difficoltà incontrate dai lavoratori e dagli automobilisti.
È evidente quanto le condizioni della zona industriale e ASI siano estremamente precarie a livello geoidromorfologico e potrebbero anche peggiorare se, in caso di precipitazioni copiose e durature su Molfetta (acqua zenitale), arrivasse dalle Murgie anche l’acqua di deflusso diretta verso il mare. Purtroppo, come Quindici ha già spiegato nell’ultimo anno in numerosi articoli sulla rivista cartacea, i vari manufatti sono stati (volutamente o meno) collocati su Lama Marcinase e sui suoi affluenti, tra cui le lame Scorbeto, dell’Aglio, Calamita e Petrosa: una disastrosa scelta che ha modificato nel tempo la morfologia e l’idrologia dell’area, acuendo il rischio idrogeologico (soprattutto per i lavoratori del posto).
Due le proposte di mitigazione idraulica, quella del Comune di Molfetta e del Consorzio ASI: ma se il progetto comunale presenta dei “nei” tecnici, come più volte Quindici ha evidenziato, quello del consorzio è per ora irrealizzabile per i costi troppo elevati e per una serie di autorizzazioni ambientali che devono essere ancora concesse dagli organi sovraordinati competenti.
Tra l’altro, è necessario sottolineare che l’ex sindaco di Molfetta, il senatore Antonio Azzolini, è stato uno dei membri del Consiglio di Amministrazione del Consorzio ASI e avrebbe potuto maggiormente il Consorzio per sollecitare la pianificazione di una corretta soluzione idraulica sull’area con l’installazione, ad esempio, di una nuova fogna bianca (soprattutto su via Olivetti). O ancora avrebbe potuto impedire che si costruisse su zone ad alta pericolosità idraulica.
Cosa è stato programmato o realizzato per la sicurezza dei lavoratori in zona ASI e in zona industriale durante l’amministrazione Azzollini? Praticamente, niente. Dov’era Azzollini quando si è discusso delle problematiche delle due zone? Sarebbe ora di rompere questo sistema di pressapochismo istituzionale e non continuare a ignorare colpevolmente il problema come fa il candidato sindaco del centrodestra Ninnì Camporeale, seguendo la politica disastrosa portata avanti dal suo predecessore.
In attesa di tavoli di concertazione, conferenze di servizi, finanziamenti ed eventuali modifiche dei progetti, sarebbe opportuno mitigare (o almeno tamponare) la precarietà di alcune zone. Da evitare propagande tecnico-politiche e spreco di soldi pubblici per lavori di mitigazione insufficienti e inutili: se ora non è possibile investire per opere minime, ma necessarie, è anche dipeso dal dispendio incontrollato di risorse finanziarie negli anni passati per opere pubbliche mal progettate, carenti e manchevoli.
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