Molfetta, gli armatori da pesca contestano le sanzioni per violazione del fermo
Il direttore Farinola: "I pescherecci multati operavano tutti in acque internazionali"
MOLFETTA - Gli armatori da pesca passano al contrattacco. Dopo l'operazione della Capitaneria di porto che ha inflitto pesanti multe ad alcuni comandanti di pescherecci molfettesi per violazione del fermo di pesca (vedi notizia di "Quindici on line del 22 agosto), l'associazione di categoria contesta il provvedimento.
Gli armatori affermano che i natanti si trovavano in zone di pesca ricadenti nelle acque internazionali. Del resto "le stesse coordinate di localizzazione dei natanti riscontrate dalls suddetta Autorità marittima - dicono gli armatori - confermano la presenza di dette navi in acque internazionali e quindi in zone non soggette alla normativa del fermo di pesca"
Per cui "l'illecito contestato ai nostri marittimi - dice il direttore Cosimo Farinola (foto)a "Quindici" - è del tutto privo di ogni fondamento giuridico, atteso che la normativa sul fermo di pesca si riferisce alle sole acque territoriali del nostro Paese (12 miglia dalla linea di base o linea di costa, prevista dalla Convenzione internazionale di Montego-bay)".
In dette zone di pesca - aggiunge Farinola - operavano anche pescherecci croati, albanesi e montenegrini.
Gli armatori sanzionati attiveranno tutte le azioni di opposizione ai processi verbali contestati, ritenendo di non aver violato alcuna disposizione normativa.