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Molfetta, Fiera che va scemando o sagra dal nuovo vigore?
13 settembre 2010

MOLFETTA - Attesa come sempre, la grande Fiera della Madonna dei Martiri è già finita in un tripudio di fedeli, luci, fuochi d’artificio, giostre, mercanzie, divertimento e parcheggio abusivo.
Una marea di gente si riversa per le strade del Borgo e del porto, che con occhio divertito ma ormai abituato cerca qualcosa tra le bancarelle, quasi un souvenir, o che guarda la nuova giostra mozzafiato rimpiangendo la vecchia attrazione che quest’anno non c’è. La fiera non più quella di una volta. Oggi non si vive più quel vero spirito di Fiera, che sa sempre più di “sagra paesana”.
La gente è avvezza nel vedere ogni giorno la solita merce venduta dalle bancarelle, braccialetti, borse, statue e altra merce di importazione che ormai non sono più novità. Altra storia era la Fiera di qualche decennio fa, vera occasione di scambio commerciale, dove gente da tutti i paesi limitrofi accorreva affascinata da nuovi gusti sapori e odori di terre lontane, allettati magari dall’idea di acquistare una merce di valore ad un prezzo accessibile. Non parliamo poi della fiera degli animali, prima vero e proprio evento per gli agricoltori e allevatori, ora ridottosi alla vendita di qualche pulcino o alla presenza di qualche maialetto solo per immagine, ad un orario al quale ormai nessuno si presenta per aver fatto il giorno prima le ore piccole alla Secca dei Pali, dove vengono allestite le attrazioni.

Anche se le così chiamate “giostre” quest’anno erano di numero inferiore al solito per i lavori al Porto, hanno registrato tanta affluenza nonostante l’apertura del nuovo parco divertimenti. La gente non è mai stufa di sottrarsi alla forza di gravità. E dopo lo sballo ci si sfama dai paninari per poi buttare i rifiuti a terra, poiché i cassonetti sono sempre troppo lontani o troppo pieni. Poi tutti a casa, mezz’ora di cammino per arrivare alla macchina parcheggiata in divieto di sosta.
Finora si è parlato sempre solo di Fiera, molti si sono dimenticati che è sinonimo di Festa della Madonna dei Martiri, Patrona di Molfetta. Ormai è diventato persino difficile pregare in questa baldoria dove il cuore della festa, l’aspetto religioso e tradizionale, è solo qualcosa che va in parallelo a quella che sembra essere ormai una sagra. In origine l’aspetto commerciale era qualcosa che accompagnava la presenza di fedeli, oggi è diventato quasi qualcosa a sé stante che si è prepotentemente presentato in primo piano. Persino il beneamato Padre Pio cacciò gli ambulanti dai pressi del Tempio del Signore quando questi esagerarono e come parassiti usarono il sacro per il lucro. Tutt’altra storia è quella della tanto discussa Pasqua molfettese, che nonostante l’orario “improponibile” racchiude ancora tutto lo spirito di devozione.
Inizino i fuochi artificiali!
 
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Autore: Saverio Tavella
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Ho voluto fà n'esperienza... me so' messo dentro ar tempio, dentro dentro, in attesa del rientro della statua, ho seguito passo passo tutto il cerimoniale, il vescovo che m'è passato con volto soridente, per cui so stato pur'io destinatario involontario der gaudioso saluto (se sapesse...), il discorso, l'applauso, viva maria, e tutti li misteri gaudiosi, che pe' mè so proprio misteri, misteri... la processione interna sino al riposizionamento della statua su quel palchetto... due ore circa... nel mentre mi ponevo una serie di interrogativi... non sono riuscito a convincermi che quella statua piena d'oro, con la corona, con dobloni ai piedi, orecchini, braccialetti che non se contano... co' li angioletti che reggono un mantello di cui ho visto le pregevoli finiture tutte in oro 8manco un filo de bronzo... a pagallo), rappresentasse una povera donna giudea, madre di un profeta di pace, di povertà e semplicità... me sà che cià ragione tommaso, quello del quinto, quello rinvenuto in una brocca sepolta nella sabbia del deserto, nella polvere... lì ce stà la semplicità... a verità... no nel dollaro americano d'argento... Non parlamo poi de tutto el resto, bancarelle, giostre, salsicce, spazzatura, birra a fiumi, e rutti... Se campasse lui, ancora, so sicuro che ve maledirebbe... se questo non è paganesimo, no è sodoma o gomorra (no quella d saviano... ma forse pure quella a vedé le facce...), non è adorazione der vitello d'oro ditemi cos'é... Anni fa me consolova a sentì Don Tonino... non era mai scontato... riusciva a famme dimenticà sta apoteosi del profano, a tutto danno der sacro che non se sa più in che cosa consiste...




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