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Molfetta: durante gli scavi a piazza Minuto pesce, trovati alcuni scheletri
30 settembre 2009

MOLFETTA - Come sempre accade quando si effettuano degli scavi in località dove sorgevano monumenti del passato, il sottosuolo riserva sempre preziose sorprese. A Molfetta oggi sono state ritrovati scheletri umani in una fossa comune (foto) nell'area del Mercato “Minuto pesce” in via di ristrutturazione. Si tratta dell'antico convento di S. Francesco della Scarpa costruito dai frati minori conventuali subito dopo la venuta di San Francesco in città e demolito nel 1888 per far posto al mercato del pesce. Già all'epoca della demolizione del convento, durante gli scavi per la realizzazione del mercato, erano venuti alla luce antichi vasi greci. All'epoca si usava seppellire i morti sotto l'altare e questo è avvenuto anche ad opera della Confraternita della Pietà che gestiva l'ospedale, che seppelliva chi moriva nel nosocomio. La chiesa fu distrutta durante il Sacco di Molfetta del luglio 1529 e fu poi costruita in modo approssimativo, tant'è che aveva sempre bisogno di riparazioni, fino al terremoto quando la chiesa si aprì in due e diventò inservibile e si decise di demolirla. Un ricordo di quella chiesa è rimasto nella zona: una finestra strombata della chiesa del 1500, in via Cifariello, proprio accanto al mercato del pesce. La famiglia Cappelluti – come ricorda lo storico locale Corrado Pappagallo, collaboratore di “Quindici” - aveva un cappella e quando fu demolita il quadro che era sull'altare e rappresentava la Madonna del Soccorso, una Madonna raffigurata su un barca a vela, fu portato dai Cappelluti al cimitero in fondo alla loro cappella, oggi diroccata. Il dipinto si è salvato il quadro ed è stato recuperato dalla Sovrintendenza. Dopo il ritrovamento degli scheletri, i lavori sono stati sospesi, in attesa delle decisioni della Sovrintendenza.
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La Festa del Soccorso è la festa patronale di San Severo (Foggia) Si celebra la terza domenica di maggio e il lunedì successivo in onore della Madonna del Soccorso e dei santi compatroni principali, san Severino abate e san Severo vescovo. È caratterizzata da due sontuose processioni, in cui si portano a spalla numerosi simulacri di santi, scandite dalle fragorose batterie pirotecniche, dette anche fuochi, incendiate negli oltre venti rioni al passaggio dei sacri cortei. La notorietà dell'evento, che ogni anno attira a San Severo diverse migliaia di visitatori (non solo italiani), è in costante aumento, anche grazie al rilievo dedicatogli, negli ultimi anni, dalla carta stampata e dalla televisione. Nel 2005 è stato entusiasta spettatore della Festa, tra gli altri, il regista Ferzan Ozpetek. Per i sanseveresi - residenti e non - la Festa rappresenta un annuale eldorado, una grande e aggregante liturgia barocca in cui essi si riconoscono e si identificano, nonché una valvola di sfogo delle tensioni e delle ansie dell'intera città. Ma essa, grazie alle sue inimitabili caratteristiche, è divenuta anche preziosa occasione di turismo e di promozione economica. La Madonna del Soccorso Il culto della Madonna del Soccorso è legato agli Agostiniani, che a San Severo ebbero un monastero (con annessa chiesa di sant'Agostino) attestato dal 1319. Tornati in città nel 1514, dopo un periodo di allontanamento, i monaci vi promossero il culto della Madonna nera, sbocciato a Palermo nel 1306 per l'apparizione miracolosa della Vergine al monaco Nicola La Bruna: secondo la tradizione, la statua sanseverese della Madonna del Soccorso - resa barocca nel 1760 dall'artista Domenico Urbano di Andria - sarebbe giunta dalla Sicilia nel 1564. Quando il monastero agostiniano venne definitivamente soppresso (1652), la devozione alla Madonna fu tenuta viva dai massari di campo (i possidenti), che dopo il 1679 si riunirono in confraternita, canonicamente eretta nel 1704 ed elevata ad arciconfraternita nel 1870. Quale protettrice dei campi, la Vergine nera, che nella destra tiene alcune spighe di grano, un ramo d'olivo e un grappolo d'uva, fu invocata ogni qual volta siccità, tempeste e altri pericoli minacciassero le coltivazioni sanseveresi. Dopo una prima processione penitenziale nel 1580, la statua della Madonna fu portata per i campi e nelle vie della città negli anni 1737, 1753, 1754, 1762, 1767, 1774 e 1783. Il simulacro fu anche testimone degli eccidi seguenti la rivoluzione giacobina del 1799 quando, per volere dei massari, fu portato in processione per la città a fini di persuasione politica. Nella prima metà dell'Ottocento, parallelamente alla rapida ascesa del ceto dei possidenti, il culto per la Vergine bruna crebbe notevolmente, e nel 1857 la Madonna fu eletta patrona aeque principalis della città e diocesi. L'8 maggio 1937 la sua statua, che dai primi anni dell'Ottocento è rivestita di ricchi abiti in seta ricamata, fu solennemente incoronata con diademi d'oro tempestati di pietre preziose. Nonostante l'incarnato della Madonna sia bruno, il Bambinello ch'essa reca in braccio è di fisionomia europea: l'originale fu sostituito con uno di colore bianco una prima volta nel 1760 e poi, dopo una rovinosa caduta, nel 1828.
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