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Molfetta, dopo l'arresto dell'ing. Altomare e degli altri 8, Rifondazione comunista: Tutti a casa
24 giugno 2011

MOLFETTA – Il Partito della Rifondazione comunista con un documento dal titolo “Tutti a casa” interviene sulla vicenda dell’arresto del responsabile dell’Ufficio Territorio del Comune di Molfetta, ing. Rocco Altomare e delle altre 8 persone coinvolte nel blitz del Corpo forestale dello Stato con la collaborazione dei Vigili urbani, per chiedere le dimissioni dell’intera giunta e in particolare del sindaco sen. Antonio Azzollini e dell’assessore all’urbanistica avv. Pietro Uva e dei tecnici nominati dallo stesso Altomare, fra cui l’arch. Giambattista del Rosso (anch’egli agli arresti domiciliari).

Ecco il comunicato:
«La Procura della Repubblica di Trani con l’operazione “Mani sulla città” (un titolo che non merita altri commenti…) ha fatto emergere in maniera clamorosa quel che in questi anni abbiamo denunciato politicamente, in tutte le sedi istituzionali e mediatiche, e cioè la dissennata gestione del territorio che ha caratterizzato l’operato dell’amministrazione guidata dal sen. Antonio Azzollini.
Tutte le vicende che oggi assurgono agli onori delle cronache giudiziarie - dalla zona PIP con il mancato rispetto delle Lame al Piano dell’Agro, dalla localizzazione di nuove stazioni di servizio per carburanti all'adeguamento del Piano Regolatore al P.u.t.t., dall'aggiornamento ambiguo delle graduatorie delle cooperative edilizie non ancora pubblicato a oltre un anno di distanza al conflitto d'interessi tra professionisti nominati in Commissioni comunali di controllo che ricevono anche incarichi di progettazione per conto del Comune stesso - sono state oggetto di specifici nostri interventi, in Consiglio Comunale e in città, finalizzati ad informare l’opinione pubblica su quale fosse la dissennata politica in materia urbanistica condotta dal centrodestra a Molfetta.
In questi anni l'Amministrazione ha scelto la gestione privatistica del territorio e la colpevole sottovalutazione degli aspetti paesaggistici e ambientali anziché riconoscere i rischi e pianificare il territorio per valorizzarlo, metterlo in sicurezza e migliorare la qualità degli insediamenti.
Non si può tacere ovviamente la grave ed oggettiva responsabilità politica del sindaco Azzollini e dell’assessore all’urbanistica Pietro Uva che hanno nominato, con incarico strettamente fiduciario, e senza alcuna procedura di evidenza pubblica, l’ing. Altomare quale dirigente capo dell’Ufficio Tecnico Comunale affidandogli completamente, senza esercitare le loro doverose funzioni di indirizzo e controllo, tutta la materia della gestione del territorio, e ne hanno sempre difeso, in ogni circostanza, l’operato.
È dai lontani anni Novanta che non si verificavano fatti così gravi all'interno del Palazzo di Città: è il sintomo di un'arroganza che ora inizia a sgretolarsi, di un sistema di potere e di uno stile che in questi anni hanno corroso l'economia e la società molfettesi.
Ora il Sindaco ha il dovere di fare chiarezza pubblicamente su questa vicenda adottando – in via di autotutela – tutti gli atti necessari, a partire dalla revoca del procedimento amministrativo relativo al Piano dell’agro e di altri provvedimenti qualificanti e sotto inchiesta.
Proceda, inoltre, a porre in essere ogni atto utile a ripristinare la legalità nel Settore Territorio revocando con effetto immediato ogni incarico al Dirigente e al Presidente della Commissione paesaggistica comunale arch. Del Rosso provvidenzialmente nominato dall'Ing. Altomare.
Infine, per salvare il decoro e la dignità della nostra città, rassegni le dimissioni e se ne vada a casa, insieme ai suoi assessori senza delega, perché è stato oggettivamente incapace di vigilare e salvaguardare la comunità dalle “mani sulla città” che famelicamente si sono avventate in questi anni».
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