MOLFETTA - Mastica amaro l'ex sindaco di Molfetta, sen. Antonio Azzollini, rimasto senza potere (ha rimediato a malapena un seggio al Senato, solo grazie al porcellum) e lo dimostra con atteggiamenti rancorosi e poco razionali. Dopo aver di amministrato la città per 10 anni, non accetta il verdetto delle urne, minaccia ricorsi, denunce, azioni giudiziarie, pur di delegittimare la giunta di centrosinistra presieduta dal quella "ragazza di strada" Paola Natalicchio (per giunta giornalista) che lo ha cacciato da una gestione feudale e padronale, operata in modo assolutistico e inefficiente, senza rispetto per gli altri, al punto di presentarsi in consiglio comunale con la coppola in testa, in dispregio delle istituzioni (vedi foto).
Così dà ordine ai suoi di attaccare su tutto il fronte, cominciando da miserabili e diffamatori manifesti (per i quali scatteranno le QUERELE per il suo partito il PDL, per Benny autore del manifesto, per i giornali e i siti che hanno pubblicato l’immagine diffamatoria e perfino per la tipografia della moglie Carmela Mezzina, che durante il suo sindacato ha goduto del monopolio della stampa dei manifesti: altro che conflitto di interessi dell’assessore Rosalba Gadaleta, con le dimissioni invocate da Azzollini!). Ma lo squallore e la volgarità del senatore azzurro stanno nel fatto di aver deciso di partire con attacchi personali nei confronti di tutti i collaboratori della Natalicchio, compresa la creativa della campagna pubblicitaria. Azzollini lo ha fatto utilizzando uno dei suoi valvassori, quel Mariano Caputo, assessore senza delega e senza meriti (e forse con qualche demerito) durante gli anni dell'amministrazione di centrodestra, che oggi si prende l'incarico di insultare la gente in consiglio comunale. Sono questi i consiglieri comunali di centrodestra? Cominciamo male.
E poi Caputo “scopre” anche il termine "democrazia" dopo che nell'era azzolliniana in consiglio non è stato consentito all'opposizione di centrosinistra nemmeno di prendere la parola, ad opera di quel presidente del consiglio comunale, il candidato sindaco sconfitto Ninnì Camporeale, che toglieva la parola a comando e passava ai voti. Arroganza senza limiti, oggi dimenticata. La democrazia per loro vale sono quando si è all’opposizione, mai quando si è in maggioranza e si fa dispotismo nei confronti degli avversari. Lo avete dimenticato? E il film di Azzollini rabbioso che insulta l’opposizione che ha girato tutto il mondo su You Tube?
Alle istruzioni di Azzollini, Ninnì Camporeale nella seduta del primo consiglio, ci ha aggiunto del suo con un patetico e rancoroso intervento, frutto della delusione cocente della sconfitta, che non ha superato, come hanno notato tutti per un intervento dai toni della frustrazione e della vendetta. Altro che campagna di odio del centrosinistra! La campagna di odio è stata costruita dal centrodestra e continua tuttora, perché gli azzolliniani non gradiscono che la nuova amministrazione scopra le carte del loro fallimento dai buchi di bilancio, agli errori sul porto che hanno fatto lievitare le spese per danni a carico dei cittadini, al oltre 25 milioni di euro.
Certo la verità fa male, ma Azzollini non ha ancora compreso che l'aria è cambiata e si comporta ancora da padrone, come quando convoca le conferenza (pardon, la riunione) stampa per pochi intimi, giornali amici e di proprietà, per raccontare di incredibili conflitti di interessi, proprio lui che è vissuto di conflitti di interessi, come il suo padrone Berlusconi e di illegittimi doppi incarichi per sete insaziabiledi potere, bocciati dalla Corte Costituzionale.
Obiettivo, dopo aver male amministrato la città, è quello di impedire che la città venga amministrata dai suoi successori. Quindi campagna di insulti e minacce, delegittimazioni di assessori (proprio lui che ha fatto assessore anche un personaggio imputato in un processo), attacchi personali e volgari. Comportamento miserabile, che conferma come la sconfitta gli bruci non poco e addebiti ad altri, comportamenti e assegnazione di incarichi che lui ha gestito molto liberamente e che hanno avuto conseguenze anche penali, sfociate perfino negli arresti: non era mai accaduto nella storia di Molfetta.
Ma la città non ha dimenticato e ha sconfitto pesantemente il suo candidato Camporeale (col quale il senatore ha litigato pesantemente attribuendo la sconfitta alla sua incapacità, malgrado le migliaia e miglia di euro spese per la campagna elettorale). Questi sono i fatti, il resto è demagogia, come ha dimostrato lo spettacolo squallido del primo consiglio comunale che ha avuto come protagonisti Camporeale e Caputo, il quale ha dato addirittura dell'ubriaca al sindaco. Ben altro livello si è registrato nel dibattito del centrosinistra con una Annalisa Altomare dal profilo alto, che si è perfino commossa a ritornare sui banchi del consiglio, lei che ne è la veterana ed è stata anche sindaco di Molfetta, dopo l'assassinio di Carnicella. Ed è stata proprio l'Altomare a ricordare le alte figure dei consigli comunali del passato da Matteo Altomare, a Finocchiaro, Fiore, De Cosmo, De Bari, Di Gioia: altri profili, altre opposizioni di contenuti, rispetto allo squallore attuale. E Annalisa Altomare ha ricordato il rispetto dell'autorevolezza delle istituzioni, invitando a ricordare il motto we care, ci interessa. Per l'opposizione di centrodestra va sottolineata la correttezza degli interventi del solo Pietro Mastropasqua sia nei contenuti, pure critici, che nei modi (eccezione che conferma la regola?).
Una cosa è certa, un dato di fatto oggettivo, checché ne dicano i consiglieri di centrodestra. Nel consiglio comunale di Molfetta, in 10 anni espropriato di poteri da Azzollini, oggi sono state ripristinate le regole democratiche anche grazie alla presidenza di Nicola Piergiovanni, che è apparso vero garante del dibattito, con un confronto dialettico, prima inesistente, come ha sottolineato il consigliere Gianni Porta, di Rifondazione, che in quanto a dialettica, lascia spesso a desiderare, distinguendo tra buoni e cattivi a suo insindacabile giudizio, e quindi ha ancora strada da fare sul fronte della democrazia. Il manicheismo di destra e dell'estremo sinistra non porta da nessuna parte. La democrazia è fatta soprattutto di dialettica, di critica, di opinioni diverse, non di diktat.
Corretto e di buon livello anche l'intervento della matricola del Pd, Davide De Candia (intervistato da "Quindici" nell'ultimo numero della rivista in edicola) che ha parlato di consigliatura costituente, nel senso di creare nuovi rapporti dentro e fuori il consiglio, fra maggioranza e opposizione (speranza vana, visto le premesse del centrodestra, che preannuncia ricorsi alla magistratura per ogni atto del sindaco. Del resto fare l'opposizione è più facile di fare maggioranza e si è visto nei 10 anni precedenti, ndr). De Candia ha messo in evidenza che il grande suffragio popolare ottenuto dal sindaco, conferma la volontà reale della città di volere al governo il centrosinistra, contrariamente a quanto afferma Camporeale basandosi sul primo turno che non fa testo. Il centrosinistra ha vinto e ora ha il diritto di governare Molfetta. "Vogliamo una Costituente - ha aggiunto - perché non vogliamo le brutture degli anni passati e l'opposizione deve riconoscere che è possibile far ascoltare la sua voce, perché, contrariamente all'ex sindaco Azzollini, questo sindaco glielo consente nel rispetto delle regole democratiche, dimenticate negli ultimi anni". E il ritorno delle telecamere, dopo che erano state cacciate dal consiglio comunale dallo stesso Camporeale (su indicazione di Azzolini, il centrodestra quando non conviene, mette il bavaglio all'informazione non amica, come continua a fare ancora oggi, in dispregio della democrazia e questo i cittadini di Molfetta hanno il diritto di saperlo, ndr) che oggi apprezza la loro presenza, significa che il clima è cambiato, si è passati dal regime azzolliniano alla democrazia partecipata.
"Noi, contrariamente a loro - ha aggiunto De Candia - vogliamo il controllo dell'opposizione, non abbiamo nulla da temere. Noi garantiremo all' opposizione il controllo degli atti, con trasparenza, non con la complicità di un amico (il riferimento è a un'affermazione di Caputo, che ha dimostrato di conoscere un atto non pubblico e riservato del sindaco, forse passatogli da qualche dipendente compiacente?). Infine De Candia è tornato sul voto di scambio, che ha caratterizzato tutta la campagna elettorale, rammaricandosi di come il centrodestra non abbia voluto, inspiegabilmente, condurre col centrosinistra e con l'Azione cattolica, una battaglia comune, lanciando un messaggio univoco di condanna di questo metodo: sono stati dati soldi, offerte gite (come conferma un video su Facebook che accusa il centrodestra), promessi posti di lavoro, ecc.
"Basta con l'archeologia di certa politica - ha detto De Candia - con il giocattolo del porto, con la creazione di clientele sul bisogno di lavoro". Il porto deve essere integrato con l'Autorità portuale del Levante, non essere isolazionista e restare senza traffici, e poi occorre sviluppare il porto turistico nel cuore della città sulla banchina Seminario, soluzione che “Quindici” propone da anni, ndr).
De Candia ha detto basta ai manifesti diffamatori e sopra le righe affissi in città (perché Azzollini non ha argomenti e finisce col denigrare la gente, per sperare in un consenso, che in realtà non c'è stato, perché il manifesto si è trasformato in boomerang, col disgusto dei cittadini per certi metodi della politica da bassifondi, ndr).
Il dibattito è stato concluso a notte inoltrata (erano l'una e tenta) dal sindaco Paola Natalicchio, che ha ricordato l'inizio difficile di quest'amministrazione per aver ereditato la bomba ecologica del depuratore, la necessità di approvare un bilancio lasciato in sospeso dal commissario prefettizio Giacomo Barbato, “che è fuggito dalle sue responsabilità”, come ha detto il sindaco, provocando la procedura di infrazione (andava approvato entro il 30 aprile); con somme non scritte nel 2012, non liquidate e non pagate o pagate con capitoli del bilancio 2013; lo sfruttamento del mercato del bisogno del settore della socialità e il bubbone dell'ufficio tecnico. La rotazione dei dirigenti e gli incarichi affidati - ha detto il sindaco - sono legittimi e puntano alla valorizzazione di risorse interne. "Vogliamo rigenerare il territorio con una nuova stagione di legalità (dopo gli arresti del passato, ndr) e aprire una nuova stagione nell'ottima della trasparenza, della legalità della serenità e dell'efficienza".
Alcune note curiose a margine del consiglio comunale
L'intervento del consigliere di opposizione Mariano Caputo ha sfiorato l'ilarità: l'ex assessore ha detto che "noi siamo abituati a dialogare e rispettare gli avversari" provocando le risate del pubblico, a cui sono seguite richieste di "sgombero dell'aula da parte di Ninnì Camporeale, sempre più nervoso e agitato.
Altra chicca della seduta: i 20 minuti di celebrità di Carmela Minuto che ha presieduto l'assemblea come consigliere anziano. Qualche strafalcione: sinistra ecologica e libertà (al posto di ecologia) e libertà; Linea diretta, al posto di Linea Diritta (nome della lista di Maralfa); illeggibilità al posto di ineleggibilità (e non è frutto della correzione automatica); passiamo al secondo ordine del giorno, anziché al secondo punto dell'ordine del giorno già iniziato. Sarà stata l'emozione di sedere nello scranno più alto dell'aula che l'ha fatta sentire protagonista e osservata per tutti i 20 minuti precedenti all'elezione di Nicola Piergiovanni, al punto da abbassare continuamente il microfono per non guastare il profilo per le foto e le riprese televisive, a danno dell'audio, fino a quando il pubblico ha protestato: voce, voce.
© Riproduzione riservata