Recupero Password
Molfetta, cominciato già il toto-sindaco. Mezza rivoluzione in caso di dimissioni di Azzollini Aspirazioni e aggregazioni che possono cambiare la geografia poltica della città. Le ipotesi in campo: una diecina di candiati per una sola poltrona
30 gennaio 2008

MOLFETTA - Le possibili elezioni anticipate, se il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano deciderà di sciogliere le Camere come chiedono Forza Italia, An, la Lega e ora anche l'Udc, creerà un mezzo terremoto anche a Molfetta (nella foto, Palazzo Giovene, sede del consiglio comunale). In questo caso, come Quindici ha anticipato ieri, il sindaco Antonio Azzollini avrebbe solo qualche giorno per dimettersi (entro il 4 febbraio), evitando alla città una gestione commissariale di circa un anno: una iattura che nessuno vorrebbe. Sulla data delle dimissioni che porterà come conseguenza lo scioglimento del consiglio comunale dopo appena un anno e mezzo, la legge è chiara, anche se qualcuno (Forza Italia, in particolare) finge di voler ignorare questo termine (scomodo) che, come Quindici ha sottolineato, non è per nulla azzardato, ma è previsto dalla legge e indicato anche in una nota dell'Anci, l'associazione dei Comuni italiani, che suggerisce ai sindaci come comportarsi per evitare un lungo commissariamento. A Molfetta ieri la notizia di Quindici ha scatenato un acceso dibattito e ha costretto alcune forze politiche, che non avevano pensato a un termine così vicino e perentorio, a riunirsi per cercare di organizzarsi per quest'imminente eventualità. Ad essere più in crisi sono proprio i partiti della coalizione di centrodestra che amministra la città e che, sulla carta, avrebbero maggiori possibilità di vittoria: non è facile trovare su due piedi un sostituto al sindaco Azzollini, sia per le sue capacità, sia per la sua leadership, non facilmente rimpiazzabile. La sua uscita di scena potrebbe frantumare una coalizione, che già registra diverse crepe al suo interno. Non è, perciò, prematuro parlare oggi di elezioni e di conseguenti dimissioni, come sostengono ambienti vicini al sindaco. Piuttosto è scomodo (per loro), ora che l'entourage di Azzollini si è trovato spiazzato da questa eventualità. Il compito della stampa, quindi, è quello di porre i problemi reali e gli interrogativi sul futuro della città, anche se questo porta a sconvolgere gli equilibri politici sia interni sia esterni alla coalizione. Ed è quello che Quindici ha fatto e continuerà a fare in piena libertà, senza aspettare i comunicati stampa del Palazzo, come piacerebbe a qualcuno. Del resto oggi i cittadini già si chiedono cosa accadrà in caso di dimissioni del sindaco. Proviamo ad immaginare uno scenario politico che tenga conto dei “desideri” e delle aspirazioni di qualcuno e, quindi, delle voci che circolano già in città su possibili candidature e su probabili aggregazioni. Una cosa è certa: la geografia politica attuale è destinata ad essere sconvolta. Cominciamo con l'ipotesi del possibile candidato sindaco del centrodestra, o meglio sarebbe dire di Forza Italia. Antonio Azzollini non fidandosi (a ragione) più degli alleati, vorrà sicuramente un uomo di sua fiducia su quella poltrona e il nome che circolava ieri in città con più insistenza è quello di Pietro Centrone (già candidato sindaco in passato), che tra l'altro è legato da vincolo di parentela col senatore (le due mogli sono sorelle). Fra i due ci sono stati anche contrasti in passato, ma “la ragion di Stato” in questo caso prevarrebbe. Resta sempre in piedi la prima ipotesi avanzata da "Quindici", quella della candidatura del presidente del consiglio comunale, Ninnì Camporeale di Forza Italia, ma in questo caso dovrebbe rinunciare alla probabile candidatura alla regione, alla quale aspira. Ipotesi più debole è quella che vedrebbe Giusy De Bari in pool position. Ma non è escluso un candidato outsider, di cui non viene fatto il nome. E la partita non si presenta delle più facili. Cosa farà Mimmo Corrieri, che rivendicherebbe il “premio“ per aver “fatto fuori” Enzo de Cosmo e tutto il suo Movimento? E il repubblicano Pietro Uva che non ha mai nascosto il suo desiderio di subentrare ad Azzollini? Dulcis in fundo, c'è Carmela Minuto, che rivendica con forza, anche a prezzo di qualche litigata violenta con il primo cittadino, la sua visibilità e soprattutto la possibilità di candidare una donna (lei) al vertice della città. Altrimenti minaccia di passare al cosiddetto Grande Centro che sta cercando di costruire Lillino Di Gioia. A questo movimento potrebbe aggregarsi anche An, partito scontento per la mancata sostituzione dei due assessori “ribelli” Mauro Magarelli e Annamaria Brattoli: gestire la campagna elettorale in una posizione di forza, non è un fattore a cui si possa rinunciare facilmente. Sempre sul fronte della destra, l'ex assessore di An, Mauro Magarelli potrebbe fare da catalizzatore per alcune alleanze più allargate che coinvolgerebbero anche l'Udc e i socialisti. Ma questi ultimi hanno già il loro candidato sindaco, Tommaso Minervini, al quale non dispiacerebbe bissare questa esperienza, magari aggregando oltre l'Udc anche l'Udeur e qualche frangia scontenta del centrodestra. Certamente Azzollini presenterà due o tre liste, per smarcarsi da alleanze scomode. Ma l'ago della bilancia potrebbe diventare quell'Udeur del campano Clemente Mastella che ha provocato la crisi di governo e del molfettese Lillino Di Gioia, che ha fatto capire di voler mantenere la barra del proprio timone al centro e di non escludere alleanze a destra, come a sinistra. E forse questa volta Di Gioia potrebbe essere più fortunato di quando, nelle passate amministrative, è stato il candidato, mal digerito, del centrosinistra. Sul fronte del centrosinistra le cose sono altrettanto complicate, tenuto conto che il Partito Democratico non ha avuto il tempo di consolidare la propria presenza sul territorio e deve optare per un candidato nuovo e credibile. Tramontata l'ipotesi di Mimmo Cives, ventilata qualche giorno fa, non resta che la candidatura di Mino Salvemini (Nino Sallustio non sembrerebbe disponibile a ripetere la negativa esperienza del passato, anche se l'ex partito della Margherita non rinuncerebbe a cuor leggero a proporre un proprio candidato, considerata la sua maggiore presenza nel Pd rispetto all'ex Ds). Ma qui la partita è ancora tutta da giocare proprio perchè il Pd è ancora in fasce. Si potrebbe decidere con le Primarie, ma c'è il rischio che venga fuori un candidato sindaco non gradito all'intera coalizione, col rischio di una nuova sconfitta, in una situazione non facile di attuale oggettiva debolezza. Sul fronte “Arcobaleno”, il partito della sinistra antagonista, tutto tace. Infine c'è l'incognita Piero de Nicolo che al momento non si pronuncia, ma che sta già studiando le prossime mosse, come ha dimostrato di saper fare in occasione delle Primarie per il Pd, riportando un successo insperato e non previsto. E mentre il Partito democratico sfoglia la margherita su “primarie, non primarie”, il sindaco Azzollini si è affrettato a convocare un “corposo” consiglio comunale (potrebbe essere l'ultimo) per venerdì con all'ordine del giorno l'urbanistica e altri provvedimenti che vorrebbe approvare prima che le elezioni anticipate gli impediscano di portare a termine alcuni progetti amministrativi a cui tiene molto.
Autore: Felice de Sanctis
Nominativo  
Email  
Messaggio  
Non verranno pubblicati commenti che:
  • Contengono offese di qualunque tipo
  • Sono contrari alle norme imperative dell’ordine pubblico e del buon costume
  • Contengono affermazioni non provate e/o non provabili e pertanto inattendibili
  • Contengono messaggi non pertinenti all’articolo al quale si riferiscono
  • Contengono messaggi pubblicitari
""

Bene fa "quindici" nel suo costante (e coerente) lavoro di informazione. Molfetta - grazie alle recenti vicende politiche nazionali - potrebbe tornare alle urne per riprendere un cammino di buona amministrazione dopo il recente periodo di governo cittadino "part time". Il Partito Democratico ha l'obbigo politico e morale di porsi alla testa di una coalizione omogenea, coesa e dinamica che assicuri a Molfetta un lungo periodo di buon governo. La scelta del candidato sindaco attraverso lo stumento delle "primarie" rimane la soluzione più attenta al coinvolgimento della intera città, di ogni suo uomo di "buona volontà", di ogni fascia sociale e culturale. Alle "primarie" potranno partecipare i partiti, i singoli, le associazioni, i "pezzi" della città dimenticata e quelli della città attiva. Il centrosinistra, se vorrà vincere dovrà allargare i suoi confini non solo ai soliti protagonisti della politica cittadina. Dovremo essere, tutti, protagonisti di uno sforzo di impegno e fantasia, raccogliendo le energie e le risorse migliori, superando antichi steccati e inutili contrapposizioni personali. Il tutto intorno ad un "programma" realmente condiviso che impegni - senza tatticismi - le esperienze dl passato e le speranze del futuro. Primarie "vere" ed assoluto rispetto del loro risultato. Chi sarà scelto, da questo grande strumento di democrazia partecipata, sarà al servizio della Città e dovrà ricevere la piena legittimazione da tutti i protagonisti della vita politica, sociale e culturale molfettese. E' arrivato il tempo delle scelte e delle speranze. E'tornato il tempo dell'impegno civile. Nessuno di noi può più tirasi fuori. Se abbiammo Molfetta nel cuore, entriamo nel cuore di Molfetta. Riprendiamoci la Città, riconsegnamo Molfetta ai molfettesi. Piero de Nicolo





Quindici OnLine - Tutti i diritti riservati. Copyright © 1997 - 2024
Editore Associazione Culturale "Via Piazza" - Viale Pio XI, 11/A5 - 70056 Molfetta (BA) - P.IVA 04710470727 - ISSN 2612-758X
powered by PC Planet