Molfetta, Antonio Azzollini e l'annullamento del dualismo uomo-donna
MOLFETTA - La politica come rappresentazione popolare, è questo l'ideale da sempre sbandierato dal sindaco di Molfetta, Antonio Azzollini (foto). Una politica che tuteli le differenze di posizione della cittadinanza impedendo di inglobare le alterità in un'unica direzione, assoluta e totalitaria.
Una delle più importanti ricchezze per lo sviluppo di una comunità, la differenza di genere, continua a restare per il nostro sindaco una variabile dipendente dal numero di consensi, dalle leggi di maggioranza e opposizione.
Olympe de Gouges, nel 1791, rivendicava un uguale potere da parte di uomini e donne di dare forma a norme e diritti. Era un tempo in cui gli uomini cominciavano, a seguito del travolgente vento illuminista, ad affermare la necessità di educare le donne ad un uso illuministico della ragione, per spezzare la dipendenza dal servilismo e dal sentimentalismo e godere delle loro stesse possibilità. Dunque, le donne cominciavano a muoversi, a ragionare, ma erano sempre gli uomini a modellare gli spazi di vita e di espressione.
Il nostro sindaco preferisce continuare questa strada indirizzata al monopolio della tutela delle libertà. Una libertà che ci inganna nell'«uguaglianza come non discriminazione», ma che bada bene a riservare i ruoli di politica attiva ad una ristretta cerchia. Di soli maschi.
Forse, per il nostro sindaco, questa differenza di genere può essere facilmente annullata nell'unicità della sua posizione. Del resto anche in altri tempi ogni differenza veniva riassunta in un'unica lista di uomini e principi, mentre chi restava “altro” da questa corrente veniva velocemente messo a tacere.
E magari il nostro Azzollini riuscirà ad annullare anche il dualismo uomo-donna, subordinandolo all'altezza della sua volontà.
Autore: Giacomo Pisani