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Molfetta, ancora un importante tassello nella formazione delle guide del Pulo
05 aprile 2011

MOLFETTA - Prosegue il corso di aggiornamento delle guide dell’Associazione Consortile Polje (composta da Archeoclub, Ictius, Legambiente, Pro Loco, Terrae e Wwf), giunto alla quarta sessione.
L’incontro, incentrato sull’archeologia, è stato organizzato in collaborazione con la cooperativa FeArT, che gestisce il Museo Diocesano, e si è svolto proprio all’interno della struttura museale che custodisce preziosi reperti neolitici.
L’archeologa Iole Caramuta, che ha fatto parte del team di studiosi che ha riportato alla luce la nitriera borbonica ed ha collaborato alla catalogazione dei reperti che saranno esposti nel Museo dell’ex Lazzaretto, non ancora fruibili dal pubblico, ha relazionato sul tema “8.000 anni fa: le comunità neolitiche delle Murge baresi”.
Nel corso dell’incontro è stato evidenziato lo stretto collegamento tra il Pulo, o meglio l’area conosciuta come ex Fondo Azzollini, e l’età neolitica. Basti pensare alla ceramica impressa ritrovata negli scavi condotti dall’archeologo Mosso (1908), che è stata una ceramica guida per gli studi sulla preistoria e sul neolitico, in particolare per quanto concerne il Sud Italia. Attualmente definita “ceramica impressa del Neolitico antico”, per lungo tempo è stata indicata con il nome di “ceramica tipo Molfetta”.
La dottoressa Caramuta ha, però, tracciato un accurato affresco del Neolitico in tutta la nostra Puglia, che presenta caratteristiche similari ma non identiche. Si è soffermata sulla presenza di insediamenti (ovviamente ubicati in prossimità di corsi d’acqua), sulla conformazione delle capanne e sugli strumenti utilizzati, come le macine in pietra calcarea,  sulle produzioni ceramiche e sulla loro evoluzione (che permette di distinguere i diversi periodi del Neolitico) o sull’industria litica, che vedeva generalmente l’uso di selce ma anche di ossidiana. Non sono mancati riferimenti ai segni del culto ed alle sepolture.
Estremamente interessante si è rivelata l’esperienza di poter osservare alcune tipologie vascolari neolitiche, con le loro particolari decorazioni (cardiali, a unghiate, a bande rosse…), alcuni strumenti litici ed il materiale cui si è fatto riferimento nel corso della lezione, come l’ossidiana.
Il corso proseguirà con altre lezioni sui diversi aspetti collegati alla preziosa dolina, con simulazioni e laboratori: obiettivo di tale, intenso lavoro è fornire professionalità sempre più competenti e qualificate per accompagnare i visitatori che vogliono conoscere uno dei siti più affascinanti del nostro territorio.

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