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Molfetta ancora sporca: la tolleranza dell’immondizia, resa agli incivili La resa dell’amministrazione comunale agli sporcaccioni
15 novembre 2017

Superata l’emergenza rifiuti con la rimozione di tutta l’immondizia accumulatasi durante i lunghi mesi della gestione commissariale, la città è tornata sporca. Inutili le proteste dei cittadini, ancora una volta siamo di fronte a un bluff dell’amministrazione comunale guidata da Tommaso Minervini. Lo strano silenzio in materia, è sintomatico dell’incapacità di affrontare con decisione e determinazione una situazione di degrado che nuoce all’immagine della città. E non c’è assessorato al marketing che tenga: la pulizia è il primo biglietto da visita. Ma ci chiediamo: che fine hanno fatto le promesse elettorale e post? Che fine hanno fatti i vigili urbani? Che fine hanno fatto le famose foto trappola? Si sono perdute tra i rifiuti? Le abbiamo restituite a chi ce le aveva prestate. Una cosa è certa: non ci sono più multe, né sanzioni esemplari. Quando c’è stata la pulizia straordinaria della città, con tanto di foto degli zozzoni locali, molti cittadini hanno chiesto di render noti nomi e volti degli sporcaccioni. “Quindici” si è dichiarata contraria alla gogna mediatica che pure in altri Comuni è stata messa in atto, con risultati positivi. Perfino il piccolo Comune di Adelfia può dare lezioni a Molfetta, grazie all’azione incisiva del sindaco, balzato alla cronaca nazionale, per l’efficacia delle pesanti sazioni da 300 euro in su, per gli sporcaccioni incastrati con le foto trappola. Con questi metodi è stata riportata la pulizia nelle città e nelle campagne. A Molfetta, invece, dopo l’effetto annuncio e l’azione straordinaria, il resto è tutto un bluff. Gli zozzoni hanno capito che possono continuare a sporcare e a gettare rifiuti dappertutto, tanto non succede nulla. Altro capitolo è quello della raccolta differenziata. Qui la responsabilità dell’amministrazione comunale è evidente, soprattutto per le irresponsabili dichirazioni fatte in consiglio comunale: elimineremo i mastelli (tanto paga Pantalone). Così tutti si sono sentiti autorizzati a non conferire più i rifiuti nei mastelli, per evitare che si sporchino e hanno optato per le tradizionali buste di plastica. Provate a girare la città la sera: è uno spettacolo immondo giù ai portoni dei condomini (anche di quelli abitati da professionisti e persone di cultura) ci sono solo buste ammucchiate per il piacere di cani, gatti e topi. Non essendoci sanzione, tutto è consentito. Anche grazie all’effetto imitazione. E su facebook dilagano foto di angoli e portoni pieni di buste di rifiuti. Per non parlare dei cestini dei rifiuti, utilizzati come cassonetti da coloro che non accettano la differenziata e il porta a porta. Al mattino, invece, basta farsi un giro al mattino per vedere quanti incivili si caricano in macchina le buste di immondizia per andarle a gettare nelle campagne o in qualche remoto posto dove esistono ancora i cassonetti. Abbiamo visto perfino di domenica in fondo al porto, dove esiste un grande cassonetto, persone che tranquillamente arrivano, scendo dalla vettura con la busta e la scaricano nel cassonetto. Poi girano e ritornano tranquillamente a casa. Se le telecamere costano troppo ed è difficile istallarle dovunque, perché non riprendere l’uso delle foto trappole. Un invito anche alla polizia municipale: è vero che ora siete tutti marescialli, ma qualcuno deve provvedere a fare le multe. Serve la tolleranza zero, come è stato fatto in altri Comuni. Un po’ di coraggio sindaco Minervini, c’è tempo per la prossima campagna elettorale per recuperare consensi. Se non vuole prendere esempio dal sindaco di Bari, Antonio Decaro, che è il massimo dell’efficienza (apre personalmente le buste di immondizia per individuare i trasgressori) almeno non ci faccia fare una brutta figura con un paesino come Adelfia. Comandante Gadaleta, dimostri anche lei il suo coraggio, basta cambiare una vocale: la pulizia municipale è una necessità! Intanto, saremmo lieti di pubblicare le sanzioni comminate dalla polizia municipale e le foto, ovviamente anonime, dei trasgressori.

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