MOLFETTA - Proseguono le iniziative volte alla salvaguardia della fauna selvatica rinvenuta in difficoltà.
Nei giorni scorsi, infatti, in località Lama Martina (nei pressi della scuola primaria "Giulio Cozzoli" i volontari della LAC Puglia hanno liberato tre esemplari appartenenti a alla nostra fauna: un rondone, un gheppio e un cervone.
Gli esemplari erano stati rinvenuti da alcuni cittadini che li anno consegnati alla Polizia Municipale, che li ha prontamente affidati al Centro di Recupero molfettese.
Non è raro vedere i rondoni all'interno dei nostri centri abitati.
Meno usuale è la presenza del gheppio, appartenente alla famiglia dei falchetti si nutre di lucertole, topolini e piccoli roditori. Si caratterizza per il suo originale volo oscillante. La caratteristica più notevole è che i maschi hanno la testa di colore grigio chiaro, le femmine invece sono uniformemente di colore rosso mattone. I maschi hanno le ali di colore rossastro e sono caratterizzati da alcune macchie scure a volte dalla forma di asterisco. Il fondoschiena e la coda - il cosiddetto fascio - è di colore completamente grigio chiaro con un trattino nero finale e una bordatura bianca. La parte inferiore è di color crema chiaro con strisce o macchie marroncine. La parte inferiore del ventre è invece totalmente bianca. Pelle cerata e anello attorno agli occhi, che sono gialli negli uccelli adulti; negli uccelli giovani vanno dall'azzurro al verde giallastro. In entrambi i sessi la coda è arrotondata poiché le penne della coda sono più corte di quelle mediane. Negli uccelli adulti le punte delle ali raggiungono la fine della coda. Le gambe sono giallo chiare, gli artigli sono neri.
Il cervone, invece, è un rettile comune che si trova nelle nostra campagne. Caratterizzato da quattro fasce di colore scuro che corrono, due per parte, lungo i lati del corpo ha una colorazione di fondo bruno-giallastra. Sul capo è inoltre presente una barra scura che si allunga dalla commessura della bocca fino all’occhio. I giovani presentano una colorazione bruno-grigiastra con numerose ed irregolari macchie scure disposte in tre serie longitudinali, mentre nei sub adulti la livrea ha caratteri intermedi. Il suo habitat è di macchia mediterranea, di solito al limite di radure, praterie, garighe, boscaglie. Preda mammiferi che vanno dal toporagno fino al coniglio o uccelli, non disdegna nemmeno le loro uova che ingerisce intere. Cattura le prede con un agguato e in genere le uccide per costrizione.
In particolare i volatili erano rimasti feriti, forse a causa del forte vento o di avverse condizioni meteo che li avevano fatti cadere dal nido.
Il responsabile del Centro, Pasquale Salvemini, e i suoi collaboratori li hanno curati e ospitati sino a quando non sono tornati in condizioni perfette.
La manifestazione, alla quale hanno preso parte agenti delle Polizia Municipale e volontari della LAC, ha catalizzato l'interesse di numerosi cittadini, desiderosi di conoscere da vicino questi esemplari e vederli tornare nel loro habitat ideale. L'iniziativa, inoltre, ha consentito di conoscere e apprezzare gli aspetti naturalistici della Lama, a partire dalla presenza di uno splendido carrubo secolare.
A Molfetta, però, continuano a registrarsi presenze di esemplari non appartenenti alla fauna tipica del territorio. Nelle scorse settimane, infatti, alcuni birdwatcher, che monitorano l'oasi di protezione di Torre Calderina per verificare gli spostamenti dei migratori, hanno osservato e fotografato un Gabbiano Testagrigia (Chroicocephalus cirrocephalus), una specie che si riproduce in Africa e Sudamerica; probabilmente un individuo che ha intrapreso una rotta migratoria sbagliata, come a volte succede in natura, arrivando fino alle nostre coste. Si tratta di un'osservazione eccezionale per tutto il Paleartico Occidentale dove nel corso degli anni pochissime sono state le segnalazioni documentate di questa specie. Il nostro attivista Angelo Nitti è riuscito a immortalare la presenza di questo raro gabbiano. Per il responsabile Pasquale Salvemini la LAC Puglia continuerà con i suoi attivisti a controllare quel lembo di territorio per evitare azioni di bracconaggio nonché per verificare lo stato di salute
del mare, più volte oggetto di eccezionali scarichi inquinanti.