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Molfetta: affondamento Francesco Padre, parte la ricognizione: nominati altri quattro consulenti
27 settembre 2011

MOLFETTA - A breve partiranno le operazioni di ricognizione per accedere al relitto del motopesca Francesco Padre, affondato nella notte tra il 3 e il 4 novembre del 1994. Nella conferenza stampa dello scorso giugno, erano state illustrate le varie fasi di ricognizione ad opera del minisommergibile «Nave Anteo» (per una durata di circa 15 giorni, dipendente anche dalle condizioni atmosferiche e dalle relative difficoltà operative).
Per l’occasione sono stati nominati altri quattro consulenti, che si aggregheranno al gruppo dei legali (Ascanio Amenduni, Nino Ghiro, Nicky Persico e Vito D'Astici): sono Paolo Cutolo, ex responsabile del Nucleo Artificieri Antisabotaggio della Questura di Bari, e Mario Nigri, esperto in balistica forense; l’ing. navale Francesco Mastropierro, che da sempre, con tenacia, ha seguito i familiari in questi lunghi anni, e Domenico D'Ottavio, chimico esperto di esplosivi.
«Dopo oltre 16 anni di attesa speriamo davvero che una parola di verità venga a galla su questa terribile tragedia, e che i resti dei nostri cari possano tornare finalmente da noi - il commento del Comitato Francesco Padre Verità e giustizia - è certamente indescrivibile il nostro stato emotivo e sono grandi le speranze che riponiamo in questi eventi. Ma la lunga attesa ci ha insegnato ad essere realisti, e quindi siamo pronti ad accettare qualsiasi esito, ed anche qualsiasi verità, comunque essa potrà affiorare, purché verità piena e completa sia».
Gratitudine da parte del Comitato per i nuovi consulenti, con la certezza che «le loro professionalità forniranno un apporto esaustivo e capillare, assistendo le parti offese, unitamente agli esperti tecnici e investigatori incaricati dalla Procura di Trani».
L’augurio è quello di risalire alla verità per spazzare le ombre calate su questa tragedia «che ha colpito i nostri cari e l'intera marineria molfettese». «In questo momento, qualunque cosa accada, desideriamo ringraziare la Procura di Trani e gli investigatori, i media, gli avvocati, coloro che procederanno alle operazioni in mare, la gente che ci ha sostenuto e che ci sostiene e preghiamo che ci venga data la forza di sopportare questa immane pressione emotiva, che vede ora una luce dopo anni di silenzio e di oblio».

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