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Mitigazione idraulica in zona Asi, approvato il progetto da 24 milioni di euro
15 novembre 2016

Giorni decisivi per la progettazione delle opere di mitigazione idraulica in zona industriale, sia sul fronte comunale che su quello ASI. Era infatti la data di massima di “fine ottobre” la scadenza fissata dalla Regione Puglia e, in particolare, dall’assessore alle opere pubbliche Gianni Giannini per la consegna dei progetti definitivi di mitigazione idraulica volti a contenere il rischio alluvioni in zona artigianale e industriale. Gli uffici tecnici del Comune e quelli dell’ASI hanno investito i mesi di agosto, settembre e ottobre nella stesura dei rilievi e degli elaborati necessari a ultimare un livello di progettazione avanzato delle nuove opere e si attende a giorni la convocazione della Regione che valuterà la valenza tecnica dei progetti e che, dopo l’alluvione di luglio, ha assicurato di contribuire al reperimento di un finanziamento adeguato a provvedere, nel più breve tempo possibile, alla realizzazione delle opere. Comune e ASI hanno lavorato in sinergia, anche se sarà con tutta probabilità il Comune ad avanzare la richiesta di finanziamento per entrambi gli stralci, sia quello relativo alla zona PIP (di competenza comunale), sia quello ricadente in zona ASI. Una fonte di finanziamento dovrebbe arrivare dall’iscrizione dei progetti al Rendis, il registro nazionale che si occupa di finanziare le opere di difesa del suolo. Ma l’entità dei progetti richiederà l’accesso a finanziamenti ben più ingenti di quelli assicurati dal Registro Nazionale, visto che i progetti hanno un valore esorbitante. Si parla, infatti, di progetti da 24 milioni di euro a stralcio, una cifra che va quasi a raddoppiare l’ipotesi di stanziamento che riguardò il famoso “canalone”. Varrà la pena analizzare con attenzione gli elaborati per capire cosa giustifica una tale cifra di investimento. Quel che si sa è che i rilievi che furono fatti dai tecnici ASI in collaborazione con l’amministrazione Natalicchio rilevarono la presenza, in tutta l’area, di una roccia molto dura, che va a moltiplicare i costi di scavo previsti nelle elaborazioni passate. Può essere evidentemente questa una delle ragioni dei costi elevati, oltre a un altro aspetto più legato agli espropri. Per la mitigazione in area PIP, ad esempio, l’intervento prevede un canale in Lama Scorbeto e una rinaturalizzazione di Lama Marcinase. Ciò comporta l’esproprio dei suoli di Lama Scorbeto e diverse opere di potenziamento delle sezioni di deflusso sotto la statale 16 e la ferrovia. Potenziamento dei canali e opere di deflusso servono, secondo i tecnici, ad evitare la creazione del “lago a monte” come quello verificatosi nell’alluvione di luglio. Il commissario prefettizio non ha ancora approvato la delibera di presa d’atto, già alla sua attenzione, per lo stralcio che compete il Comune, ma sembra questione di giorni. Il Cda ASI, invece, è convocato per il 10 novembre, seduta a cui parteciperà anche l’ex sindaco Paola Natalicchio, membro del Cda, che incalza gli uffici da settimane e fa la sponda tra la sede ASI di Bari Modugno e gli uffici comunali. Già in epoca dell’amministrazione Natalicchio, la Prefettura aveva convocato il Comune di Molfetta a un vertice in cui si era appreso che il Comune presentava un altissimo rischio idrogeologico, con criticità massime, oltre che in zona ASI e PIP, anche nell’area adiacente al Liceo Scientifico e ponte di Via Ruvo (lama La Sedelle) e sia nella zona di Lama Martina. Alla luce di questo alert, a fine 2015, il settore Territorio incaricò un esperto dell’Università della Basilicata, il pof. Vito Telesca, di mettere a punto studi di fattibilità adeguati a fronteggiare il rischio idraulico in zona urbana e in area Pip. In una delle ultime giunte comunali, l’amministrazione uscente approvò uno studio di fattibilità per la mitigazione idraulica in zona Lama Martina, il primo elaborato progettuale relativo alla mitigazione idraulica deliberato da una amministrazione cittadina dopo anni di “vacatio” progettuale. Su Lama Martina la progettazione al momento sembra ferma, mentre dopo lo shock di luglio sulla mitigazione in zona industriale si procede alla massima velocità. Il commissario Mauro Passerotti, dopo l’alluvione, ha ripreso in mano con fermezza il lavoro precedentemente avviato e ha messo su un gruppo di progettazione a supporto del settore Lavori Pubblici, agendo anche di concerto, oltre che con i tecnici, con l’Associazione Imprenditori che dopo luglio ha chiesto di evitare tempi morti. Resta da chiarire se le opere progettate, una volta approvate e trasmesse in Regione, troveranno davvero una linea di finanziamento esaustiva, visti i costi. La strategia per maggiori certezze sul finaziamento sarà quella di approvare i due progetti separatamente, così da poterli candidare ad eventuali bandi per step. A luglio scorso la Regione Puglia ha stanziato oltre 80 milioni totali di finanziamento sulla mitigazione idraulica per interventi suddivisi in 19 interventi totali, costati in media tra i 3 e i 5 milioni di euro. Gli interventi su Molfetta avrebbero un’entità straordinaria, per tipologia e dimensione. Sarebbe paradossale se, una volta approvati i progetti (che vanno comunque sottoposti a VIA e VAS e saranno dunque soggetti ad ampia fase di consultazione e verifica), le cifre immaginate fossero irreperibili. Intanto piccolo mistero sulla permanenza di Natalicchio nel Cda ASI. Nonostante gli impegni lavorativi romani e la totale assenza di indennità, l’ex sindaco frequenta assiduamente i consigli d’amministrazione, autofinanziandosi anche le spese di viaggio. “Lo faccio per passione e per continuare a servire il territorio. Sono pronta a dimettermi se il Commissario dovesse chiedermelo motivatamente”, avrebbe detto Paola Natalicchio alle sue persone di fiducia e anche ad alcuni imprenditori che continuano a rispettarne l’operato. L’ex sindaco, infatti, la scorsa estate volle incontrare il cda dell’Associazione Imprenditori per ricevere un gradimento sulla sua permanenza in Cda ASI, pur dopo le sue dimissioni, e in questi mesi Natalicchio è rimasta in contatto con l’Associazione, mettendosi anche a disposizione su altre emergenze degli ultimi mesi in zona ASI, come la depurazione, la pulizia della savanella e la querelle sugli scarichi anomali che ha “inquinato” il rapporto tra imprese e AQP. Determinante la mediazione di Natalicchio con Francesca Portincasa di AQP per evitare il distacco dell’acqua, in più casi, e la battaglia in Cda per potenziare gli investimenti sulla depurazione. Passerotti, però, secondo indiscrezioni, preferirebbe una persona di sua diretta fiducia in Cda ASI e avrebbe fatto arrivare all’ex sindaco alcune richieste informali di lasciare il passo. Sarebbero in corso contatti tra l’ex sindaco e il sindaco di Bari Antonio Decaro, sempre vicino a Natalicchio nonostante la differenza di partito, per capire il da farsi. Senza una legittimazione almeno dal sindaco dell’area metropolitana, potrebbe essere inutile andare avanti. Il Cda Asi scade il 30 aprile e una sfiducia di Passerotti a Natalicchio, pur sempre l’ultimo sindaco eletto dai cittadini di Molfetta, per sostituirla con un tecnico probabilmente di fuori città, farebbe molto rumore. E’ possibile che l’ex sindaco si affacci dal Commissario Passerotti il 10 novembre, dopo il prossimo Cda, per chiarire questo aspetto. “Nessun attaccamento alla poltrona. Per me presenziare in ASI significa pagarmi da sola le trasferte e dover prendere numerosi permessi da lavoro. Ma è un servizio alla città che faccio con passione e temo che nuove dimissioni potrebbero essere viste dalla città come un disimpegno totale. Che sia Passerotti a fare un passo avanti e chiedermi di uscire. Oppure, come sarebbe più sensato, che mi lasci lavorare con fiducia”, ripete Paola alle persone più vicine. Il lavoro in ASI di questi mesi, soprattutto sulla sostenibilità ambientale della zona industriale, è stato intenso anche se non urlato e Natalicchio ci terrebbe ad arrivare a fine mandato.

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