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Miss Italia, che delusione! Perplessità sulla nuova formula. Il Sud sempre penalizzato
15 ottobre 2005

“Miss Italia non è necessariamente la più bella”, tipica frase di circostanza ideata da chissà quale brillante genio anni or sono per risollevare il morale alle tante escluse. Eppure, quest'anno, la più paradossale delle teorie in circolazione è diventata realtà. Edelfa Chiara Masciotta, Edy per gli amici, non era la più bella dell'edizione 2005 di Miss Italia. Le meritevoli sono state escluse, più o meno presto, con un sistema innovativo nella logica del concorso, ma abbastanza diffuso in gran parte dei programmi televisivi che ci capitano sotto tiro: la sfida. Tutto sembra ormai ricordarci ogni giorno l'importanza del combattimento contro l'altro: sfida. Incrocio tra “Amici di Maria de Filippi” e un reality qualunque, la nuova formula del concorso ha sì segnato un'ascesa vertiginosa negli indici di ascolto (da imputarsi presumibilmente al fattore novità) ma ha rappresentato un vero fallimento in termini di compiacimento popolare. Il programma era e sempre sarà dominato da quella vena tradizionalista dalla quale sarà difficile affrancarsi. Miss Italia è una specie di istituzione italiana, non ufficiale certo, ma vecchia come se lo fosse. E, come tutti gli organismi di questo tipo, difficilmente si evolvono. Anzi, quasi sempre accade il contrario. E quest'anno ne ho avuto conferma. Sbadigli dettati dalla noia di noi presenti in studio, cenni di dissenso da parte del pubblico e della giuria in particolare, mi lasciano supporre tutto questo. “Miss Italia è la reginetta degli italiani; è giusto che il televoto abbia il suo peso e che sia la gente da casa a votare la sua preferita”, spiegano i Mirigliani per giustificare l'andamento dell'ultima serata. Ma se Edelfa Chiara è la miss scelta dagli italiani, perché tutti allora se ne lamentano? Le ragazze in studio si guardavano sgomente, appigliandosi all'ultimo, decisivo intervento della giustizia. Poi, la proclamazione, la vittoria di una ragazza (casualmente la numero due, per il secondo anno consecutivo) che pronostici e toto-miss non avevano neanche lontanamente considerato. Lo ammetto, sono rimasta di sasso quando Bruce Willis ha piantato la corona sulla testa della nuova miss, davanti ai miei occhi increduli. Ho visto tante ragazze, tutte bellissime e date per vincenti, piangere, altre ridere istericamente. Perciò mi chiedo: è mai possibile che ci si pieghi anche davanti a qualcosa di così evidente come lo è la bellezza? Domanda retorica, direte. Ma noi ragazze siamo cresciute a pane e Miss Italia, un concorso che ci viene presentato come mitico, ogni anno. E' normale che ci vengano indotte delle speranze. Per cui, come spesso accade, la speranza rende ciechi. Ma quella stessa speranza di “un mondo che non va necessariamente così”, non è poi così forte, così come i consensi. Non è più come una volta, le ragazze non ci credono più e trasformano la delusione in rabbia, creando un clima di guerriglia che quest'anno era alimentato ancor più dall'esigenza di vincere la sfida per andare avanti. Non sempre i cambiamenti sono sinonimo di progresso. E nel caso del concorso lo hanno portato a deteriorarsi. Io (e non sono l'unica), dopo l'iniziale entusiasmo, ho cominciato a considerarlo sotto un aspetto diverso, più amaro, più deluso. Ma temo che questo pensiero non sia destinato ad arrestarsi. Novità e tradizioni del concorso: i pro e i contro •Anno nuovo, formula nuova. L'edizione del 2005 di Miss Italia, ha lanciato una nuova modalità di votazione, che consisteva nella possibilità per il pubblico da casa di scegliere chi tra due miss in sfida portare in finale. A suon di musica, balletti, esibizioni canore e culinarie, 80 ragazze hanno dato il meglio di sé. Ma le polemiche sono piovute a raffica.” E' stato facile per chi sapeva già fare qualcosa. Purtroppo, c'erano alcune ragazze che, come me, non hanno mai frequentato corsi di canto o recitazione: quindi il sistema era discriminatorio”, spiega la pugliese Angelica Gianfrate, numero 98, “ho dovuto lavorare di fantasia per inventarmi la storia delle orecchiette”. “Sicuramente abbiamo permesso a molte ragazze di esprimere il proprio talento, perché Miss Italia è anche una vetrina”, sostiene Patrizia Mirigliani. Niente di più vero. Ma allora perché non inserire nel sistema anche le 21 miss regionali? Non avevano forse, diritto anche loro a gareggiare sin dalla prima sera mostrando le proprie capacità in sfida? •La carica delle 101, si è detto quest'anno, poiché 101 erano le finaliste nazionali. “Non sappiamo se offenderci”, spiegano alcune ragazze. Io l'avrei fatto. •Un sondaggio condotto tra le ragazze sulla base di questionari rivolti loro, ha denotato la presenza di ben 75 Miss castane in questa edizione; a conferma del principio che nel 2005 avrebbe vinto una bruna, considerando che la reginetta uscente era bionda. Ma sulla provenienza, è sorto il dilemma. Sempre stando al principio dell'alternanza, si sperava potesse vincere una ragazza del centro-sud. E invece ha vinto ancora una volta una piemontese. Misteri del televoto. Carmela Campanale Nostro inviato a Salsomaggiore
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