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Misere: viaggio nella settimana santa siciliana
15 marzo 2005

Se qualcuno avesse assistito alla proiezione di fotografie della mostra “Misere” senza avere informazioni sui paesi di provenienza avrebbe giurato di averci visto un po' di Molfetta in quelle strade, in quei volti, in quelle tradizioni. Ed è forse questa somiglianza (non così insolita, se ci pensiamo un po') che ha spinto Gaetano Armenio a scegliere la Sicilia come soggetto della sua mostra, preceduta da una breve parentesi teatrale come introduzione alla cultura siciliana: i soggetti non grandi province, fatta eccezione per Enna, ma piccoli paesini dove le celebrazioni religiose legate alla Pasqua sono più sentite. Per giungere a questo risultato Armenio ha passato cinque giorni immerso nel suggestivo ambiente siciliano delle province di Enna, Siracusa e Ragusa, assieme ai fotografi del “Toscana workshop photography” con il preciso obiettivo di “entrare nello stomaco” delle manifestazioni e descrivere ogni minimo dettaglio per trasmetterci un po'di quelle sensazioni; ad aiutarlo in questo intento anche i suoni registrati per le strade, dalle voci della gente durante le processioni al suono dei fuochi d'artificio, ai falò accesi per strada. La cosa che colpisce al primo impatto delle tradizioni siciliane è sicuramente l'aspetto prima della forma: tutte le processioni sono estremamente colorate così che fra le tante statue spiccano anche croci composte da fiori vivacemente colorati, le stesse statue catturano l'attenzione dell'occhio che ne ammira i volti sofferenti e i colori forti. Le processioni molfettesi generalmente sono seguite con grande devozione dalla gente, sono un rito ormai saldamente presente nelle tradizioni della Pasqua, ma talvolta possiamo considerare questa partecipazione quasi “passiva”: è questa una delle differenze fra le due regioni. Ogni singola fotografia riguardo ogni paese è in grado di farci sentire la viva partecipazione emotiva delle persone che partecipano al trasporto delle statue e talvolta si cala nei panni trasportando la croce per le strade, una partecipazione che non vede protagonisti solo le persone più anziane o i giovani che trasportano le statue, ma anche bambini che osservano con curiosità il tutto risultando piacevole soggetto di alcune foto. Le foto conclusive mostrano fuochi d'artificio ormai soltanto fili di fumo nel cielo e sacerdoti intenti a risistemare le chiese dopo i festeggiamenti, così che ti accorgi soltanto alla fine che non sei parte di quell'atmosfera. La proiezione di foto è stata molto apprezzata dal pubblico molfettese che ha largamente applaudito l'autore e ha riempito la chiesa di S.Pietro, scelta come cornice, mostrando di aver apprezzato i suoni alternati a musica tipica, abilmente scelta, e soprattutto le foto. Possiamo quindi considerare questa mostra degno principio del periodo pasquale molfettese: un confronto capace anche di farci apprezzare maggiormente le nostre tradizioni, sollecitandoci a sentirci una delle parti attive dei festeggiamenti. Ilaria Ragno
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