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Minervini accusa Stefàno: ritardi ancora la decisione sulla richiesta della Procura sull'ex sindaco di Molfetta, sen. Azzollini Questa sera il confronto dell'assessore regionale con l'altro candidato alle primarie del centrosinistra, l'ex sindaco di Bari Emiliano, oggi sotto accusa anche da parte del suo partito
05 ottobre 2014

MOLFETTA - Si acuisce il confronto fra i candidati alle primarie del centrosinistra per la presidenza della Regione Puglia. Questa sera alle 19 nella Fabbrica S. Domenico a Molfetta ci sarà l'atteso confronto fra l'assessore regionale Guglielmo Minervini (foto) e l'ex sindaco di Bari, Michele Emiliano, segretario regionale del Pd.

Ieri, come ci ha informato "Repubblica", il Partito Democratico ha messo sotto accusa lo stesso Emiliano per aver pensato troppo poco al partito e più alla sua candidatura: la vicenda del presidente della provincia di Taranto, Martino Tamburrano di Forza Italia eletto con un inciucio, anche con i voti del Pd. Gli rimproverano anche il tesseramento tra i peggiori d'Italia.
Critiche ad Emiliano anche da San Severo, dove è assessore alla legalità, perché pur senza stipendio costa al Comune ben 4.350 euro di contributi relativi al suo stipendio da magistrato. "Con quei soldi, potremmo pagare due assessori", critica l'opposizione.
Ma anche lo scontro fra gli altri due candidati Guglielmo Minervini e Dario Stefàno (Sel) resta vivace.
Ieri Minervini ha criticato il candidato di Sel per ritardare la decisione del Senato sulla richiesta di utilizzare le intercettazioni telefoniche che riguardano l'ex sindaco sen. Antonio Azzollini, indagato per lo scandalo del porto di Molfetta.
"Ecco la melina della casta, quella che va in onda da nove mesi in Senato - ha detto Minervini a Repubblica -. Bisogna solo decidere se le intercettazioni (abbastanza sconcertanti) che riguardano Azzollini sullo scandalo del porto di Molfetta possono essere utilizzate dalla Procura. Una truffa colossale da 150 milioni di euro. E, invece, si rinvia. Di seduta in seduta. Forse perché è difficile decidere su colui che tiene le mani sul cordone della borsa ed elargisce cortesie a ciascuno dei senatori. Li fa vivere. O morire di astinenza. Gode di un sistema di reciproca protezione. Trasversale. Centrosinistra e centrodestra. Che si fa beffa del diritto e della giustizia. Una vicenda che fa male. E inquieta. Molto. Dario Stefàno tu che presiedi la Giunta (per le autorizzazioni, ndr) fa un gesto forte (che smentirebbe ogni illazione, ndr). O procedi o denuncia".
E Stefàno, che anche nell'intervista rilasciata in esclusiva a "Quindici" non si era sbilanciato, replica: "non posso e non voglio dire nulla sulla vicenda Azzollini. Ma Guglielmo devo ricordarti che la Giunta ha una sua composizione politica e che nella stessa siedono esponenti anche del tuo partito, fra l'altro in numero maggiore rispetto a tutti gli altri. Scrivere una nota nella quale additi tutti noi, come casta, dì essere responsabili di una protezione trasversale, di fare melina, di offendere il diritto e la giustizia, è un atto pesante ad un'istruzione di garanzia che considero sbagliato e grave. Oltre che offensivo".
Pronta la controreplica dell'assessore regionale  Guglielmo Minervini: "io non metto in discussione la tua rettitudine, il tuo valore e il tuo senso delle istituzioni, figuriamoci. Ma non posso non registrare un fatto: da 9 mesi quell'istruttoria è ferma. Ma Molfetta e la Puglia hanno diritto a risposte".
Certo, è un dato di fatto incontrovertibile il ritardo di questa decisione (quanto lo stesso Azzollini, condizioni questo fatto, non è dato di conoscere). Il cronista non può che prenderne atto e dedurre che, comunque, lo stesso Azzollini è sembrato scappare davanti alla giustizia, pur avendo dichiarato, al momento in cui è stato indagato, che si sarebbe messo a disposizione della magistratura per chiarire la sua posizione. Ma alle sue bugie Molfetta è abituata e per questo lo ha bocciato alle elezioni. Ma ai cittadini va ricordato che Azzollini è anche il responsabile del sequestro del porto e del ritardo nella ripresa dei lavori. Infatti, è facile comprendere che fino a quando l'inchiesta non si sbloccherà, i lavori resteranno congelati. E questa è ancora una nuova presa in giro dei cittadini e degli imprenditori ingenui e in buona fede, che si fanno incantare dalle sue bugie e dalla sua propaganda. Alla fine, come sempre, a rimetterci è la città di Molfetta.


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Autore: Q
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