Migranti e la nave Diciotti della Marina Militare
Caro Direttore,
Ti chiedo ancora un poco di spazio, per poter ritornare sul problema migranti, più volte trattato sul Tuo giornale.
Vorrei subito sottolineare che la nave Diciotti è una nave Italina, battente bandiera Italiana e dunque, una volta imbarcati i migranti, questi si trovano sul territorio italiano!
Aggiungo che, se sono stati tratti in salvo, a questi spetta il trattamento dovuto ai naufraghi. Qualcuno ha voluto mostrare i muscoli, ha alzato la voce, tutto inutile, perché l’unica soluzione era farli sbarcare.
Il problema migranti esiste ed è molto grande, ma non può essere risolto alzando la voce. Nessun Paese, da solo, può affrontare i migranti che, continueranno ad arrivare ancora per decenni, se l’Europa e l’ONU, non metteranno in atto soluzioni valide con le risorse adeguate, da spendere nei Paesi di partenza dei migranti.
Non esistono altre soluzioni ha affermato il primo Ministro Libico al Serraj” bisogna creare nei Paesi di partenza –stabilità politica ed economica, opportunità di sviluppo, capace di creare posti di lavoro”. Anche il rappresentante dell’ONU, Martin Kobler ha affermato: “Il problema va affrontato alla radice, eliminando le cause che spingono i migranti a lasciare i Paesi di origine”.
Non dobbiamo pensare solo al disagio che questi migranti creano nei Paesi di arrivo, dobbiamo tener conto del grave danno che creano nei Paesi di partenza per la perdita di una forza lavoro importantissima. Dobbiamo tenere in debito conto che molti scappano da guerre, come i Siriani.
In Africa ci sono ben 13 Paesi in guerra tra loro, senza contare le tante guerriglie esistenti in molti Paesi. A foraggiare queste guerre, sono quasi tutti i Paesi europei, esportatori di armi di ogni genere. L’Italia è ai primi posti per forniture di armi a questi Paesi. Si pensi alla Finmeccanica-Leonardo, leader mondiale per produzione di veicoli militari non pilotati e degli aerei da addestramento, per non parlare degli vari tipi di elicotteri.
Aggiungo che, la Leonardo è una azienda italiana e il maggiore azionista è il Ministero della economia e delle finanze con una quota del 30%! Questa è forse la più grande esportatrice europea di armi sofisticate, assieme alla grande industria del bresciano che è solo seconda dopo gli USA per l’esportazione di armi leggere.
Secondo il Stockholm Peace Research Institute, le spese militari dell’Africa sono oltre 50 miliardi. Un grande affare per le industrie europee del settore. Le armi arrivano principalmente nei Paesi subsahariana come Sudan, Rep..Dem. del Congo, Mali, Sahel, Nigeria, Somalia, Uganda. Se continueremo ad esportare armi che alimentano i conflitti, costringendo quelle popolazioni a trovare rifugio in posti più sicuri che faranno i vari Salvini? Bloccheranno la esportazione di armi? Ho i miei dubbi.
La Finmeccanica è di proprietà dello Stato per il 30% e il bresciano vive e prospera dalle esportazioni di armi, si parla di tanti miliardi. Difficile scelta. Eppure non possiamo rinviare più di tanto, l’intervento risolutore in Africa. La Cina sta colonizzando il Corno d’Africa, prendendo accordi con 35 Paesi africani per interventi mirati alla crescita economica, per un totale di 60 miliardi di dollari.
La Cina ha capito che fra qualche anno, l’Africa avrà il 25% della popolazione mondiale, dunque un immenso mercato! La Cina sta già producendo, a costi bassissimi in Etiopia, con stipendi da 25-30 dollari al mese! Mentre noi gridiamo e cincischiamo la Cina Opera.
Grattacieli ad Addis-Abeba, con autostrade, metropolitane e modernizzazione dell’agricoltura, creando posti di lavoro, capaci di produrre per la Levis, la Guess, e la HeM. Anche l’Italia partecipa con l’industria idroelettrica.
L’Europa è chiamata ad investire in Africa; avrà sicuramente un grande ritorno economico e la riduzione dei migranti. Come dare torto al giornalista Giancarlo Elia Valori, del Bergamo News, quando scriveva: “Mentre la Cina investe e produce in Africa, i gattini ciechi europei si baloccano con la guerra ai migranti”.
Dobbiamo e subito cambiare rotta! Dimentichiamo gli interessi nazionali e guardare al futuro della nostra Europa.
Vitangelo Solimini