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Mastropasqua: una variante urbanistica condivisa per una città più vivibile
15 febbraio 2019

Sulla variante urbanistica approvata dal consiglio comunale dall’amministrazione di destracentro di Tommaso Minervini, Quindici ha sentito l’assessore all’urbanistica, avv. Pietro Mastropasqua. La variante urbanistica approvata dal Consiglio Comunale è stato oggetto di tante critiche in particolare l’aumento del cemento e di case sulla lama a fronte di un mercato già saturo. Anche la necessità di bloccare il contenzioso dei proprietari dei suoli poteva essere aggirato utilizzando accordi con gli stessi come ha fatto l’amministrazione Natalicchio per il comprato 18. «Al contrario di quanto lei afferma, io verifico un’ampia condivisione in Città sulla variante urbanistica. Il dibattito in Consiglio Comunale sulla proposta è stato civile e corretto. Una parte di opposizione ha sostanzialmente condiviso il provvedimento nel merito e nel fine; l’altra, nelle persone dei Consiglieri Zaza e Porta, ha espresso le proprie riserve. Nulla di nuovo! Hanno riproposto la linea della Amministrazione precedente, contraria a dare seguito alle previsioni del Prgc, che risale, addirittura, alla prima amministrazione di Guglielmo Minervini. Posizione che ha creato onerosi contenziosi non risolti tra Amministrazione e cittadini proprietari dei suoli. Noi, invece, in linea con il nostro programma, ci siamo attivati, sin da subito, per ricercare soluzioni atte a risolvere le problematiche dei nuovi comparti e dialogare con i cittadini, convincerli a ritirare i ricorsi, così da scongiurare derive giudiziarie pesantemente dannose dal punto di vista finanziario per il nostro Comune. Ritengo, inoltre, che sulle scelte del nostro territorio debba decidere non la Magistratura amministrativa, bensì i cittadini e chi li rappresenta. La buona politica deve mantenere i propri impegni! In questi 18 mesi non abbiamo fatto altro che dare seguito al programma votato dagli elettori». Altre critiche sempre sulla variante: ignorati i vincoli paesaggistici e idrogeologici (dalle ville si passa a palazzi a 8 piani, peraltro sulla lama) tutto a danno dell’ambiente e dell’economia locale. «Le critiche sono errate perché la variante consentirà un minore consumo di suolo, in quanto si concede la possibilità di sfruttare l’altezza, costruendo edifici pluripiano, anziché “consumare” molto territorio con case basse a schiera. La variante tiene conto in modo imprescindibile dei vincoli paesaggistici e idrogeologici, infatti, I tecnici comunali hanno valutato molto attentamente le questioni vincolistiche, rassicurandomi in merito. Non è assolutamente nostra intenzione ignorare vincoli così importanti; inoltre, stiamo portando avanti l’adeguamento del Prgc al PPTR. Con questa variante possiamo finalmente evitare qualche bruttura del passato, scongiurando di costruire quartieri con palazzi pluripiano prospicenti villette. Auspico, invece, nuovi comparti omogenei con zone di tutte villette o edifici in continuità con l’esistente. L’ho detto a tutti i cittadini, compartisti, imprese e tecnici che ho incontrato: non voglio comparti “brutti” in questa amministrazione, e su questo garantisco il mio impegno. Per quanto attiene le altre questioni citate, posso dire che Il nostro approccio è di tipo liberale: all’amministrazione spetta creare le condizioni affinché i cittadini e le imprese possano, nella legittimità e secondo le previsioni del Prgc, dare seguito ai propri diritti; il mercato, poi, farà la sua parte. Nessun cittadino o impresa realizzerà appartamenti se non ci sarà la domanda e nessuno potrà agire arbitrariamente. Vigileremo rigorosamente sull’edificazione, e prima ancora sulla progettazione, per evitare abusi, furbizie e danni a scapito del territorio». Le progettazioni dei prossimi comparti si intrecceranno con Pums e Paes? «Certo che ne terranno conto! Il PUMS non è un piano urbanistico contenente previsioni vincolanti, però riporta importanti indicazioni ed “obiettivi” da raggiungere. Gli obiettivi del Paes sono in larga parte condivisibili e cercheremo, dunque, di “orientare” le nuove edificazioni, con gli strumenti che abbiamo, per garantire scelte atte alla riduzione di immissione di CO2 e per realizzare costruzioni green». Qualcuno ha il dubbio che si possa favorire la lobby dei costruttori, dei palazzinari di Molfetta, che hanno già distrutto la città negli ultimi 50 anni. E’ un ringraziamento alla lobby del mattone, secondo qualcuno, elettrice di qualche liste civica della maggioranza? Insomma, ritiene che l’amministrazione stia dando spazio solo al privato? Concorda sul fatto che un pubblico asservito ai privati non è un buon modello, se non rivendica il proprio ruolo amministrativo e programmatico? Insomma, si continua col metodo sciagurato dell’ex sindaco Azzollini (vostro ex amico). Non è un caso che l’opposizione di centrodestra non ha votato contro. «Onestamente, ignoro e sono lontano dalle metodologie sciagurate di cui lei parla. E’ ormai chiaro a tanti che l’attuale Assessore all’Urbanistica non sia avvezzo ai favoritismi e non ami subire “pressioni”, da chicchessia. Non so se esista questa lobby, se esiste, di certo, posso assicurare che mi gira alla larga. Negli anni passati forse faceva sentire il proprio peso, ora ritengo che siano altri tempi. Sono lontani, per fortuna, i tempi delle speculazioni e degli interessi “smisurati” nel campo dell’Edilizia, che è un settore oggettivamente in difficoltà. L’Amministrazione dà spazio al privato perché crede nell’attività di impresa, che crea sviluppo e dà lavoro, senza abdicare minimamente al proprio ruolo di controllo. Ogni giorno vedo nel mio ufficio comunale, tecnici e imprese che si affannano per lavorare, sopravvivere, fare impresa e sviluppare i propri progetti. Ricevo in assessorato indistintamente tutti: cittadini, imprese, compartisti, ambientalisti, avversari della amministrazione. Ascolto le loro istanze, richieste e problematiche, dialogando su ogni possibile soluzione fattibile, conforme sempre alla legge e all’interesse pubblico». Possiamo dire che sembra più una variante tecnica che politica, che denota la mancanza di coraggio e la scarsa ca-pacità elaborazione e scelta, a danno anche dei servizi, con un modello di città dormitorio? «Assolutamente no. Gli uffici si muovono sulla base della linea dettata dall’Amministrazione, proponendo soluzioni tecniche per realizzare il programma politico- amministrativo, come per legge. In materia urbanistica il nostro indirizzo è chiaro: vogliamo dare attuazione alle previsioni del Prgc, con interventi di adeguamento e “ammodernamento”. Non abbiamo la necessità di avviare nuove pianificazioni solo per una questione di immagine! Il modello della città dormitorio non è assolutamente il mio! Stiamo lavorando invece per evitare nuovi quartieri dormitorio, senza dotazione di servizi. La variante proposta, con la modifica delle tipologie edilizie, potrà produrre modelli differenti rispetto a quelli del passato». Parliamo del regolamento edilizio. Gli ambientalisti lo ritengono un regolamento poco green. Il regolamento non migliora la qualità della vita (gestione rifiuti, piste ciclabili, energie rinnovabili, ecc.). Saranno abitabili anche cantine e garage? «Con orgoglio possiamo dire che Molfetta è stata la prima città in Puglia, e la seconda in Italia, ad aver “modificato” il proprio regolamento edilizio, sulla scorta del regolamento tipo, di matrice nazionale. Riteniamo di aver licenziato un testo chiaro, aggiornato, moderno e rispettoso dell’ambiente. I professionisti di settore, pertanto, hanno a disposizione uno strumento agile e pratico per attuare miglioramenti alla qualità della vita e dell’abitare e promuovere una edilizia sostenibile. Delle 31 osservazioni di Legambiente il Consiglio Comunale ne ha accolte ben 16, previo parere della amministrazione comunale. Tra le novità green per i nuovi comparti, ci sarà l’obbligo di rastrelliere per bici, due per ciascun appartamento; parcheggi verdi con la piantumazione di un albero per ogni posto auto; un emendamento “salva suolo” che prevede il rilascio di una fideiussione in favore del Comune, da parte delle imprese, a garanzia del ripristino del suolo pubblico al termine di interventi; importanti incentivi volumetrici per l’edilizia sostenibile; norme per la valorizzazione degli edifici costruiti prima del 1975. Inoltre, dire che cantine e garage saranno abitabili è un errore! Nel regolamento abbiamo unicamente previsto e normato, da un punto di vista igienico- sanitario, con il placet della Asl, l’uso abitativo per i seminterrati di edifici unifamiliari o assimilati, tipo villette o case a schiera, collegati con il piano superiore. È una norma che tiene conto di alcune esigenze sociali, come la presenza in famiglia di anziani, disabili o giovani che chiedono più spazi abitativi fruibili». Lo sgambatoio per i cani in Consiglio è stato visto da qualche consigliere di opposizione come un modo per “accontentare” un consigliere di maggioranza. Secondo molti è una vicenda che squalifica l’amministrazione comunale. La speranza è che i maleducati proprietari di cani porteranno tutti lì i loro animali evitando di lasciare escrementi per strada? «Siamo di fronte ad affermazioni offensive e anche risibili che non meritano attenzioni! Sono irrispettose nei confronti di un bravo consigliere di maggioranza, Leo Binetti, attento alle istanze di tanti cittadini sensibili al mondo degli animali. Scelta condivisa dall’Amministrazione e dai tanti cittadini che hanno mostrato il loro gradimento. In realtà, si tratta di un bellissimo progetto, realizzato dagli uffici comunali, che prevede oltre all’area dedicata agli animali, anche un parco di circa 10.000 mq e, dunque una grande area verde, in dotazione a un nuovo quartiere. Vi invito a visionare il progetto che prevede una parte destinata a dog park con spazi e giochi pensati per le esigenze degli animali, l’altra adibita a verde attrezzato, per consentire a bambini e residenti di potere usufruire di un luogo di aggregazione ».

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