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Mastropasqua: è stata la sinistra a sfasciare la scuola
15 novembre 2008

Più volte, in questi giorni di cortei e manifestazioni di piazza contro la riforma Gelmini, il centro-destra ha parlato di informazione distorta, di studenti in sciopero per il semplice piacere di saltare le lezioni, di strumentalizzazione politica del centro-sinistra. Quali sono i vantaggi, consigliere Mastropasqua, della riforma Gelmini. «Personalmente ho massimo rispetto per i giovani studenti e per chi manifesta – dice Pietro Mastropasqua del Pdl -. Il centrodestra, più di ogni altra forza politica, rispetta le posizioni dei giovani e di chiunque esprima pacificamente le proprie idee. Per quanto attiene l'informazione, la sinistra sta mentendo su moltissime questioni (es. riduzione insegnanti di sostegno, la fine della ricerca, la liquidazione della scuola pubblica, 150.000 licenziamenti, la eliminazione del tempo pieno, l'aumento esponenziale degli alunni per classe, ecc) strumentalizzando, a volte, la protesta, e creando irresponsabilmente panico in una parte del mondo della scuola. Mi rendo conto del ruolo dell'opposizione, lo rispetto, ma ritengo che un atteggiamento meno esagerato sarebbe stato più consono ad una opposizione responsabile. Tra le novità assolutamente positive menziono il ritorno del voto in condotta; il tetto sulle spese per i libri di testo; i limiti di riedizione dei testi; l'introduzione dei corsi in “Cittadinanza e Costituzione”; la promozione del merito; la reintroduzione del voto per le discipline». Ciò che non accetta il mondo della scuola è che il Governo si è prodigato per salvare le banche e Alitalia, ma per la scuola ha chiuso i rubinetti; in pratica non si tratta tutti allo stesso modo. Cosa risponde al centro-sinistra che afferma che la riforma Gelmini nasconde, dietro la necessità del maestro unico, del grembiule a scuola, del sette in condotta, tagli al personale imposti dalla finanziaria del ministro Tremonti. «Il Governo non ha chiuso alcun “rubinetto”! Tutte le proposte in materia tendono a garantire un miglior servizio per le famiglie e gli studenti. La sinistra dovrebbe spiegare agli italiani cosa ha fatto per la scuola quando (mal)governava l'Italia. Ricordo quante critiche i professori stessi di sinistra hanno riversato sulle riforme del ministro Berlinguer, De Mauro e Fioroni. In particolare vorrei che la sinistra spiegasse ai suoi sostenitori perché ha introdotto il 3+2 all'Università, creando danni agli studenti; perché si erge a paladina della scuola pubblica salvo poi far approvare la legge n. 62/2000 (Governo D'Alema), con cui si parifica scuola pubblica e privata, prevedendo per questa ultima agevolazioni». La riforma scolastica sta portando tanta gente in piazza. Qualcuno cerca di rilanciare la forza degli ideali del '68, ma, purtroppo, anche gli aspetti negativi di quel periodo (vedi gli scontri tra forze di estrema destra e di sinistra a Piazza Navona, di qualche giorno fa, incitate da oscure forze esterne). Converge con il ministro La Russa che, qualche giorno, ha affermato che il Governo, probabilmente, ha sbagliato sulla comunicazione e sulla tempistica di approvazione del Decreto Legge. «Mi consentirete di avere qualche dubbio sulla presunta “ forza ideale” del '68. Per quanto riguarda gli scontri ritengo vadano condannati senza alcuna esitazione. Non è ammissibile alcuna forma di violenza durante qualsiasi tipo di manifestazione! È bene che i giovani scendano in piazza per protestare, qualunque sia la loro “fede”, per far sentire la propria voce; è censurabile, invece, ogni forma di violenza anche nella forma del “picchettaggio” e dell'offesa a chi la pensa in modo differente. Non ho cognizione della dichiarazione del ministro La Russa, anche se l'osservazione potrebbe essere pertinente». La parte della riforma che riguarda l'università, oltre ad essere caratterizzata da tagli alla ricerca, prevede la trasformazione delle stesse in fondazioni, con l'ingresso di soggetti privati. Considerando la scarsità di grandi investitori nel Mezzogiorno, lei è d'accordo su questa possibilità? Non si rischierebbe un'ulteriore migrazione all'estero dei nostri ricercatori? «Sull'università, ad ora, non è ancora uscita la proposta di riforma del ministro Gelmini. Ritengo che occorra riformare l'Università in modo profondo per consentire un servizio migliore di quello attuale ed eliminare i tanti abusi esistenti. Sui tagli alla ricerca consiglio ai cittadini di approfondire la materia: importanti osservatori (vedi prof. Giavazzi sul Corriere della Sera) hanno spiegato la reale e ridotta portata di questi tagli che colpiranno solo ed esclusivamente gli sprechi. La questione delle fondazioni ritengo vada affrontata senza alcuna preclusione aprioristica di carattere ideologico. Ogni riforma comporta dei vantaggi e degli svantaggi, occorre valutare attentamente gli uni e gli altri, propendendo per la soluzione migliore per la nostra Università ». Nelle manifestazioni di questi giorni hanno partecipato molti studenti, docenti e cittadini molfettesi che, alle recenti elezioni, hanno votato il centro-destra. Il PDL locale sta organizzando eventi in difesa della riforma Gelmini o ritenete l'argomento di pura competenza nazionale. «Posso assicurare che c'è una larga maggioranza di cittadini che valuta positivamente il tentativo della Gelmini di migliorare il nostro sistema scolastico. Fortunatamente, al di là delle apparenze, il fronte pro-Gelmini è molto nutrito. È in programma, comunque, qualche manifestazione informativa sulle novità introdotte nella scuola. Naturalmente cercheremo di dare un'informazione seria e veritiera ai cittadini, cosi da metterli in condizione di valutare realmente le intenzioni di questo Governo sulla nostra scuola». Alcuni giorni fa la Giunta Comunale ha inviato una nota alla Regione Puglia in cui si chiede la conferma del numero degli istituti presenti in città. Una richiesta un po' contraddittoria del sindaco, che, in qualità di senatore e presidente della Commissione Bilancio, ha approvato il Decreto Gelmini che prevede tagli anche sul numero dei plessi scolastici. Con l'incremento del numero di studenti per classe, ci sono rischi di chiusura per alcune scuole molfettesi. «Non me ne voglia, ma è davvero una polemica di cui non comprendo, neppure in forma minima, la portata. Comunque la parola “chiusura” è una parola grossa, probabilmente, allo stato attuale, non opportuna».
Autore: Roberto Spadavecchia
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