Mario Manfredi, l'altra faccia della politica
Reduci da campagne elettorali più che mai aspre, ormai convinti del fatto che sia impossibile una convivenza civile tra partiti di fazioni opposte stenteremmo a credere ad un mandato non solo apprezzato ma addirittura rimpianto; eppure è questo il caso del professor Mario Manfredi, sindaco di Matera dal 1994 al 1998, attualmente docente di filosofia morale all'Università degli Studi di Bari.
In un incontro presso il Liceo Classico le classi prime hanno provato a chiarire il collegamento tra il successo della sua esperienza e il suo essere straneo a ogni logica e meccanismo politico in quanto professore di filosofia.
Fondamentale è stato sicuramente il metodo di studio fornitogli dall'esperienza universitaria che gli ha imposto la logica del “non promettere se non si può mantenere”, ma importante è stato anche fare sempre riferimento alla sua coscienza e non scendere a compromessi con nessuno.
D'altronde il “segreto del suo successo” era stato abilmente illustrato nel suo libro (Signorsì, non un richiamo alla vita militare ma abbreviazione di “Signor sindaco”, espressione familiarmente usata dai cittadini) ricco di episodi particolari e retroscena della vita di un sindaco che probabilmente la maggior parte dei cittadini ignora o ha inglobato tanto da ritenerli all'ordine del giorno.
E così veniamo a sapere della madre disperata perché la figlia è stata assunta per lavorare al nord che implora aiuto al sindaco, chiedendogli un posto di lavoro nel comune; della vecchietta, vero riflesso della coscienza popolare, che, fiera del suo investimento monetario, loda il consigliere che l'ha aiutata a risolvere i suoi problemi e dell'episodio più rappresentativo: il bisogno di Manfredi di un manifesto-promemoria che imponesse nuovamente a tutti una figura meno affabile del sindaco che non accetta favori.
Una sorta di “vademecum del buon sindaco” che ci auguriamo possa contribuire a eliminare il fastidioso appellativo di “primo cittadino” e a smuovere le coscienze.