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Marinella: ho battute le invincibili russe, ma ho paura per il futuro GINNASTICA RITMICA
15 novembre 2005

Dopo la storica vittoria ai mondiali di Baku in Azerbaijan abbiamo intervistato la molfettese Marinella Falca, atleta della squadra nazionale di ginnastica ritmica per farci raccontare un po' questa nuova significativa vittoria, che ha tolto il primato alle imbattibili russe. L'ultima volta che ti abbiamo intervistato le tue ultime parole sono state “Voglio battere la Russia” tu e la squadra ci siete riuscite, avete sfatato anche quest'altro tabù? «Era un nostro obiettivo, non solo il mio, ma di tutta la squadra battere queste “invincibili russe” proprio perché sono sempre state ai vertici, sempre sul podio e nessuno era mai riuscito a batterle. Nell'ultimo anno, però, abbiamo pensato di avere qualche possibilità perché a una gara non si sono presentate, a un'altra siamo state noi le più forti, anche se nel punteggio lo scarto ultimamente era di pochi centesimi. Anche al mondiale nel concorso generale, i giudici hanno aspettato tanto a dare il nostro punteggio che è stato di pochi centesimi superiore al loro». Questa volta avete pensato veramente di farcela? «Sì per tutto l'anno abbiamo lavorato veramente tanto, più dell'anno di Atene. Ci siamo impegnate tantissimo perché sapevamo che avremmo potuto farcela anche se pensavamo che non ci avrebbero mai fatto vincere. E invece è stata una grossa soddisfazione vedere sul podio, al momento della premiazione, la bandiera italiana più in alto di tutte e sentire l'inno di Mameli con le russe un gradino più giù». Sul piano atletico avete cambiato esercizio non più le palle ma le clavette. Come vi siete trovate avete avuto difficoltà? «Ogni due anni cambia un attrezzo. Più che trovare difficoltà è stato più difficile creare le coreografie perché con le clavette non si potevano fare incastri come con palle e cerchi. Non si potevano fare più rimbalzi, palle e cerchi sono più simili, le clavette sono completamente diverse. All'inizio quando pensavamo al nuovo esercizio non sapevamo cosa avremmo potuto fare. Invece poi pian piano ci siamo adattate. Ma abbiamo provato molto». Come pensate ora di mantenere questo primato dopo la vittoria contro la Russia? «È dura, perché parte della squadra penso lascerà, quindi non so cosa sarà il futuro. Dipende da chi continua». Tu cosa pensi di fare, continuerai? «Non lo so. Il mio pensiero adesso è chi me la fa fare a continuare. Le mie soddisfazioni me le sono tolte. Ho vinto un argento alle Olimpiadi, l'oro ai mondiali, ho battuto la Russia. Penso, però, al fatto che un'occasione del genere non l'avrò più. Comunque la ginnastica è la mia vita e posso ancora confermarmi anche agli Europei. L'anno prossimo, la Russia non c'è. Un altro anno penso di farlo poi tutto è ancora incerto. Se ci saranno le condizioni giuste, potrò anche decidere di continuare. Però vorrei qualcosa in cambio, non sono più una ragazzina. Non parlo di soldi, non l'ho mai fatto per questo. Se dovessi partecipare alle olimpiadi di Pechino dovrei sacrificare ancora molto della mia vita. Dopo a 22 anni mi ritroverò a non aver studiato e oltre alla ginnastica ritmica a non saper far altro. E questa è una mia preoccupazione, a meno che non si apra uno spiraglio lavorativo, magari, nel campo dello sport». Quindi agli Europei ci sarà una nuova squadra azzurra? «La federazione vorrebbe confermarci tutte e sei fino a Pechino, però, ci sono due ragazze che hanno vent'anni, io diciannove. È tutto un po' da decidere. Ci sono altre ragazze che potrebbero sostituirci, ma non sono preparate, noi abbiamo dato risultati. Sono brave tecnicamente, ma non so se avrebbero lo spirito di sacrificio, la determinazione, la costanza che abbiamo avuto noi. E queste sono state la nostra carta vincente. Comunque se va via una sola di noi cambieranno le cose, mancherà quell'affiatamento che fa di noi la nostra vera forza. Ma, mai dire mai. Vedremo un po' cosa succederà. A dicembre ci sono i collegiali, lì si deciderà tutto». Leonardo de Sanctis
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