Manifesto sessista boomerang del centrodestra contro il sindaco di Molfetta
È stato un boomerang il manifesto sessista di Forza Italia col peperoncino, intitolato “Le pene di Paola” “I compagni di Paola maneggino con cuore e a piccole dosi” con evidente volgare doppiosenso, tipico della destra becera alla quale ci ha abituato la propaganda berlusconiana. Se a questo manifesto si aggiungono le parolacce pronunciate in aula dal consigliere Mariano Caputo del Nuovo centrodestra (area Azzollini), il quadro della volgarità è completo. Questa la reazione del sindaco di Molfetta Paola Natalicchio al manifesto offensivo: «Paola un centrodestra becero e sessista che oggi tra le parolacce in aula di Mariano Caputo e i manifesti 6X3 di Forza Italia ha rivelato alla città con esibizionismo muscolare e machismo di bassa lega di che materia è fatto. “Il pene di Paola da maneggiare con cuore” di Forza Italia è francamente un messaggio demenziale oltre che da sexy shop. Pensavamo che la destra alternativa ad Azzollini stesse facendo un percorso di maturità e serietà. Ci sbagliavamo di grosso. Buona notte alla Molfetta che non ne può più di questa volgarità da basso impero». E a conferma del boomerang, oltre a quello dell’opinione pubblica disgustata, arriva la sconfessione degli incauti (eufemismo) autori del manifesto gigante 6x3 che ha campeggiato per alcuni giorni in qualche zona della città, da parte di un esponente nazionale di quel partito che diffida gli sprovveduti forzitalioti molfettesi (che figura!) ad usare il simbolo di Forza Italia per queste idiozie e invita gli autori del manifesto a scusarsi con il sindaco Paola Natalicchio. A parlare è addirittura la portavoce del gruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati Mara Carfagna, componente del Comitato nazionale di presidenza del partito: “Quando lo scontro politico trascende nel cattivo gusto e nelle offese di carattere sessista non esistono barricate, né ideologie ma solamente il disgusto e la vergogna. Condanno fermamente l’iniziativa del gruppo locale di Forza Italia contro il sindaco di Molfetta Paola Natalicchio, alla quale va tutta la mia solidarietà e comprensione. Non è tollerabile utilizzare strumenti comunicativi così indecorosi e profondamente offensivi. Il rispetto dell’avversario politico è un valore al quale non bisogna mai derogare. Si faccia piena chiarezza e ci si scusi con la signora Natalicchio. Nessuno - conclude Carfagna - si permetta più di legare il simbolo di Forza Italia a tali idiozie”. Paola Natalicchio ha subito risposto all’esponente di Forza Italia, ringraziando per la solidarietà: “Grazie a Mara Carfagna, davvero. Ricambio il rispetto e ringrazio per la solidarietà. Allora esiste ancora la possibilità di dividerci sulle scelte, ma di condividere una grammatica democratica che eviti demenziali sconfinamenti”. E invece delle scuse richieste dalla Carfagna, arrivano i maldestri tentativi di giustificazione delle donne (quante sono?) di Forza Italia, con un comunicato dal titolo: “Paola stai serena” col quale cercano di ridimensionare il boomerang: «Noi, pur donne, non cogliamo alcun ribrezzo di genere, nello stile e, soprattutto, nei contenuti della campagna di comunicazione. Riproduciamo, da fedeli amanuensi, l’etimo della parola che tanto veleno ha generato: ‘pene’. Recita il Devoto-Oli: dal latino poena castigo, molestia, sofferenza; dal greco poine ammenda, castigo. L’intento comunicativo è quello di invitare il primo cittadino ad alleviare ‘Le pene’ che, con la sua gestione, sta infliggendo alla città. Noi siamo donne libere da preconcetti sessuali. Sindaco stia serena!». Forse le donne di Forza Italia non hanno finito di sfogliare il vocabolario al termine “pene”, un approfondimento non farebbe male. Il manifesto ha fatto il giro di Facebook raccogliendo molte critiche e danneggiando (se mai ce ne fosse bisogno) l’immagine del partito a Molfetta. C’è perfino chi ha ironizzato aggiungendo un “di” e così: “Gli amici del centrodestra fanno gli auguri al loro candidato sindaco Mimmo di Paola”. Anche l’esponente nazionale del Pd, Pippo Civati è intervenuto nel suo blog (e anche qui fiumi di critiche a F.I.), sovrapponendo la scritta “SCHIFOSI” al manifesto contro Paola Natalicchio, sindaca di Molfetta. Una vergogna nazionale. La squallida vicenda ha fatto il giro non solo dei social network, ma è stata ripresa anche dai quotidiani nazionali, come “La Repubblica”: e il “Corriere del Mezzogiorno”, oltre che dalla “Gazzetta del Mezzogiorno”, dalle tv nazionali oltre che di Telenorba e Radionorba che hanno intervistato il sindaco Paola Natalicchio: «Quel manifesto sessista vuole colpire le donne. Sono delusa per questa destra volgare e becera che non sopporta che una donna di 35 anni governi una città fino a ora malgovernata da un centrodestra che aveva come capo un uomo molto macho». Perfino l’agenzia giornalistica ANSA ha diffuso la notizia dei manifesti sessisti per tutta la rete nazionale. La sindaca, quindi, contrattacca Forza Italia. «Che sia delusa non significa che sia però sorpresa perché Forza Italia è capace solo di questo, di una politica al bunga bunga e sexy shop. Berlusconi farebbe bene a chiuderlo quel partito che offende tutte le donne che si occupano di cose importanti. Un partito che ci vorrebbe fra i banchi dove si vendono gli ortaggi e poi magari in cucina a prepararli». Natalicchio ha ricevuto molte attestazioni di solidarietà, anche da parte di donne del centrodestra. Tra gli altri anche Nichi Vendola e Pippo Civati. «Adoro la contesa politica ma questi affronti volgari – conclude la sindaca – mi infastidiscono come donna. E però mi fanno anche sentire il forte orgoglio di far parte di una cultura diversa. Anche da queste cose si vede la differenza fra destra e sinistra». In conclusione, questo manifesto sessista del peperoncino si aggiunge alle immagini negative che Molfetta sta offrendo all’Italia dagli scandali dell’edilizia con l’arresto del dirigente dell’Ufficio territorio ing. Rocco Altomare, allo scandalo del porto che vede coinvolto come indagato, fra gli altri, anche l’ex sindaco sen. Antonio Azzollini, presidente della commissione Bilancio del Senato, all’esecuzione con tanto di killer di Alfredo Fiore, capo di una famiglia malavitosa locale. Insomma, la città sempre all’attenzione dei media nazionali come non era mai accaduto. E ora a completare il quadro, il manifesto di Forza Italia, una vigliaccata tipica berlusconiana in cui si butta il sasso e si nasconde la mano. Ma, contrariamente al loro capo, l’ex Cavaliere pregiudicato Silvio, i suoi adepti locali, ancora una volta mostrano grande ignoranza in comunicazione (il risultato, alla fine come è accaduto con la campagna elettorale del candidato sindaco del centrodestra Ninnì Camporeale, è stato quello di una grande pubblicità alla Natalicchio, facendone un simbolo nazionale), con l’aggravante di un sessismo e una violenza malcelata (non dimentichiamo il seno nudo di Veronica Lario pubblicato sui giornali servi o di proprietà di Berlusconi, quando l’ex moglie ha rivelato le manie sessuali del marito verso le minorenni). Quando non si hanno idee e proposte e si è alla frutta, si ricorre alla violenza verbale o al discredito, vedi l’opposizione di centrodestra della quale finora non si registra alcuna proposta o iniziativa utile che non siano rumorose quanto inesistenti e becere manifestazioni come la protesta per l’asfalto davanti al duomo o quella per l’installazione dell’opera di Nagasawa a cala S. Andrea, senza dimenticare il precedente del diffamatorio manifesto contro “Quindici” e il suo direttore, contro i cui autori, sempre del Pdl, sta già procedendo la Procura di Trani. I manifesti diffamatori, insomma, rappresentano la nuova forma di comunicazione del centrodestra. In pratica, che si chiami Pdl, Forza Italia o Nuovo centrodestra sempre identico è il brodo primordiale del peggiore berlusconismo e azzollinismo, che si nutre di volgarità, insulti e odio verso gli avversari, un’anima fascista e razzista che punta a dividere anziché ad unire gli italiani, per la mancanza nel proprio Dna della cultura della democrazia, mascherata dalla falsa invocazione della “libertà” (per loro, ma non per gli altri) di cui si riempiono la bocca, dimenticando che il concetto di libertà ha in sé anche quello di tolleranza e rispetto degli altri. La strada per crescere è ancora lunga, soprattutto quando anche i giovani si fanno trascinare sul terreno scivoloso dell’uso del fango e del discredito verso gli avversari, considerati nemici da distruggere, quando non si è in grado di accettare la sconfitta democratica. Il sindaco Natalicchio pretende le scuse. Saranno capaci di farlo? Dubitiamo fortemente: non lo hanno fatto in occasione del manifesto diffamatorio, con l’accusa di voto di scambio, nei confronti di “Quindici”, anch’esso un boomerang per loro in tutta la città. Forse solo la magistratura, che finora è stata fin troppo clemente con il loro capo Berlusconi, potrebbe costringerli a fare marcia indietro. Anche chi sperava in una discontinuità del nuovo gruppo di Forza Italia dai sistemi e i metodi del sen. Antonio Azzollini, è rimasto deluso: la matrice, purtroppo, è sempre la stessa. Passerà Berlusconi, ma non il berlusconismo e la sua becera cultura. Questi anni resteranno come una macchia nera nella storia di Molfetta. Peccato per i giovani e le donne del gruppo!