MOLFETTA - Dopo Impastato, per maceTeatro si presenta un altro episodio emblematico degli anni ’70, l’omicidio di Benedetto Petrone il 28 novembre 1977 a Bari, operaio e iscritto alla Fgci. In scena s’immagina un confronto fra Due Mondi, quello di Petrone e quello del suo assassino, Pino Piccolo, iscritto al MSI e morto suicida nel carcere di Bari nel 1984. A portare in scena lo spettacolo sono gli attori ed autori Massimo Zaccaria e Filippo Carrozzo.
A proposito dello spettacolo gli autori dicono: «Spesso ci si interroga sul perché di alcune storie. Sul perché raccontiamo storie. A volte sono storie inventate, altre verosimili. Altre ancora, vere. Potremmo dire, dopo molti anni che i fatti sono andati in una certa maniera o peggio ancora, spingersi al giudizio di quanto accaduto. Arbitri senza cartellino. Come ci si deve comportare quando si parla di un fatto vero? La cronaca racconta: 28 Novembre 1977, un ragazzo, Benedetto Petrone, viene assassinato da un militante del Fronte della gioventù poi suicidatosi in carcere nell'84 - spiegano gli autori -. Ma noi non siamo giornalisti e per di più lontani da quegli anni. Dopo un’attenta analisi dei luoghi legati alla memoria, le interviste, le opinioni della gente, vien fuori un fatto: la verità non esiste o non può essere raccontata. È qualcosa di inenarrabile a priori. È e appartiene per sempre a quel momento assoluto che il tempo cattura e nel tempo si perde. Riflette Pino trasportando la sua storia nel passato. Solo ed ultimo testimone di se stesso, rinchiuso nella stanza di una clinica psichiatrica fa apparire il fantasma di Benedetto. Una narrazione raccontata dall’odio - il suo odio - fatto di botta e risposta con Benedetto. Com’è il suo stato dopo l‘omicidio. Convinzione o pentimento?»
Massimo Zaccaria è uno dei maggiori esponenti del teatro sociale pugliese, e non solo, fra i suoi lavori si ricorda «La cisterna», ispirato alla tragedia molfettese della Truck Center. Filippo Carrozzo, attore, ha collaborato con alcune delle maggiori personalità del teatro pugliese quali Lello Tedeschi, Carlo Formigoni, Ippolito Chiarello.
In contemporanea alla terza edizione MaceTeatro, dedicata agli anni ’70, c’è la mostra «Una guerra civile dimenticata», curata da Giulio Bufo. Gli organizzatori della rassegna ci tengono a precisare che la rassegna è totalmente indipendente da fine partitici o elettoralistici, ma punta solo a fare formazione e cultura attraverso il teatro, un teatro che non sia semplice svago e divertimento, ma che sia uno forte strumento di formazione umana e culturale.
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