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Ma questo nuovo porto serve davvero? Il sindaco Azzollini e l'assessore regionale all'Urbanistica, Barbanente discutono per Agenda XX
15 febbraio 2007

Chi si interroghi oggi sulle prospettive di sviluppo della città – ma ci sarà mai qualcuno che il problema se lo pone, a tutti i livelli? – non può prescindere dalla prospettiva del nuovo porto. Individuata la ditta che dovrà realizzarlo, siamo ora nella fase dell'accertamento che questa abbia tutti i requisiti generali, dopo la quale si potrà procedere all'aggiudicazione vera e propria dei lavori. In Comune dicono che tutto dovrebbe essere pronto entro febbraio, i soliti bene informati, però, suppongono che si preferirà aspettare fino al 7 marzo, quanto il TAR si dovrebbe pronunciare sul ricordo di merito presentato dall'azienda esclusa dalla gara. Ad ogni modo, siamo in dirittura d'arrivo per la realizzazione di un'opera di cui, paradossalmente, Molfetta sembra non sapere ancora molto. Per capire, per proporre, per chiedere che i cittadini non siano tenuta fuori da decisioni che coinvolgeranno alla fine tutti, Agenda XXI ha organizzato un forum pubblico, invitando l'assessore regionale all'Urbanistica, Angela Barbanente, e il sindaco di Molfetta, nonché principale mentore della costruzione del nuovo molo commerciale, Antonio Azzollini. Un incontro contraddistinto da una folta partecipazione, a testimoniare il bisogno di confronto: rappresentanti delle associazioni, architetti e ingegneri in quantità, politici, assessori, consiglieri comunali, autorità varie ed anche qualche sparuto gruppo di semplici cittadini. Domenico Delle Foglie, portavoce di Agenda XXI, nella sua introduzione ha denunciato come sia mancato nella progettazione di un'opera così importante per Molfetta il coinvolgimento dei cittadini, al punto tale che ha dovuto la stessa Agenda XXI farsi carico, a lavori già appaltati, di convocare le istituzioni, per un dialogo che è sembrato, però, in fondo un dialogo fra sordi. Agenda XXI a chiedere “di avviare processi partecipativi nella determinazione del programma di sviluppo del porto”, richiesta cui il sindaco ha replicato facendo presente che per giungere all'assegnazione dei lavori il Comune ha rispettato “le procedure amministrative che le leggi prescrivono, interpellando fino a 27, 28 istituzioni”. Con l'assessore Barbanente a ricordare che questo “non serve a far capire ai cittadini cosa sta succedendo, non li garantisce” e a rimarcare anch'essa l'importanza della partecipazione, che non può essere vissuta dalle istituzioni come un processo simbolico, ma come un passaggio utile a “rendere le decisioni prese più efficaci ed efficienti, nell'interesse collettivo che un ente pubblico ha il dovere di perseguire”. E non è detto che la questione si debba chiudere con la pianificazione, perché è necessario anche un “monitoraggio sul modo in cui l'opera di realizzerà”, cioè sulla reale messa in pratica delle prescrizioni fatte dalla Regione nel momento dell'approvazione del PRG del porto. Ma oltre alla questione della partecipazione, una domanda ha aleggiato durante l'incontro, ritornata anche negli interventi dal pubblico, domanda strana, visto che si tratta di un'opera in via di realizzazione: “Ma poi, questo porto serve davvero?”. Azzollini ha affermato: “Degli scenari di sviluppo sono arciconvinto”; aggiungendo il riferimento alle possibilità offerte dal “Corridoio 8” con i Balcani e dall'allargamento ad est dell'Europa. Forse esprimendo appieno il suo pensiero in merito con una similitudine: “Meglio una stazione finita, ma in cui non passano ancora treni, che una stazione ancora da realizzare con i treni pronti a passare”. Insomma, che si faccia il porto, sarà la struttura stessa, secondo il sindaco, ad attirare possibilità di utilizzo, lasciate alla libera iniziativa degli imprenditori. Il sindaco che ha concluso invitando sin da ora l'assessore Barbanente alla posa della prima pietra, che sarà occasione, allora sì, per organizzare un convegno sugli scenari di sviluppo. Forse sarà finalmente il momento di offrire alla cittadinanza quelle cifre e dati precisi che, anche questa volta non è stato dato conoscere, anche in merito alle possibilità occupazionali, cui pure si è fatto cenno. Infatti, in merito all'altra questione importante, quella della tutela del territorio, il sen. Azzollini ha ricordato che a volte bisogna anche sporcarsi le mani e che il porto sarà occasione di lavoro per i molfettesi
Autore: Lella Salvemini
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