Luminarie poppee
A Firenze, non molto tempo fa, passeggiando nei pressi di Santa Maria del Fiore poteva capitare di vedersi offrire, con fare gentile, un buon bicchiere di latte 'Mucchi'. Un modo fresco e genuino di augurare il benvenuto ai forestieri... In occasione delle festività natalizie, Molfetta, spesso emula di centri blasonati, ha pensato bene di eliminare ogni anello intermedio della catena, passando direttamente dal produttore al consumatore. Ecco l'intero corso Umberto, compresa qualche traversa, costellato di languide luminarie che nella forma ricordano decisamente le poppe femminee... Capezzoli poco turgidi, vagamente cascanti nel miglior stile 'fumettone umoristico'. Forse più che il desiderio di offrire una lattea e materna accoglienza ai fantomatici visitatori della nostra città, saranno state le numerose lamentele sorte negli ultimi tempi (Signora Muti docet) in merito alla scarsa pulizia di Molfetta, sempre più stercore plena, a determinare la scelta dell'illuminazione. Regalare a Molfetta non un bagno qualunque, ma una signorile immersione nel latte. Un po' come capitava a Poppea (nomen omen!) o a Cleopatra, che tuttavia a quello donnesco preferivano il latte d'asina per le loro singolari abluzioni. Aggiungiamo, sia detto per inciso, che qualche intellettuale ha assimilato le suddette luminarie alle gabbie che nel Medioevo ospitavano i condannati a morte, per la serie: “Lasciate ogne speranza, voi ch'intrate”. Siano bandite, tuttavia, le fantasie macabre, così come i censori dei seni. Non vogliamo infatti comportarci come quel dottor Antonio bacchettone, che in un episodio felliniano di “Boccaccio '70” tuonava contro un manifesto con la florida Anita Ekberg latrice del dolce- sensuale invito a 'bere più latte', salvo poi perdersi nel turbine di fantasie erotiche represse. Mentre passeggiamo lungo il Corso (sporchissimo, nonostante i lavacri lattosi), carezzati dalle gocce di un'innocua pioggerellina d'inizio gennaio, non incrociamo nemmeno un gatto che ci faccia un sorriso. D'un tratto sbuca una comitiva d'adolescenti e una di loro esclama: “Ma non c'è nessuno in giro”. Le fa eco un: “Per forza! Sono le nove di sera”. Non si comprende bene se vogliano dire ch'è già tardi (dubito!) o se sottintendano che ormai a Molfetta i vip e quelli che si reputano tali (ossia pressoché l'intera popolazione) non mettono fuori di casa il naso prima delle 23. Noi, tuttavia, non badiamo più di tanto alla serotina solitudine cittadina; restiamo lì, preda di una lasciva regressione a infantili istinti, a contemplare i carnosi festoni luccicanti. Bevete più latte; il latte conviene! Evviva le luminarie!
Autore: Gianni Antonio Palumbo