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Luigi Capotorti, musicista molfettese a Napoli Presentata la biografia ed il catalogo delle opere dell’artista
15 dicembre 1999

di Giovanni Antonio del Vescovo Delineato il valore della indagine storico-musicologica, nella prefazione di Antonio Carile, rimane ben poco da aggiungere a commento del lavoro svolto da Maria Pia Panunzio. Lo studio, initolato Un musicista molfettese a Napoli. Biografia di Luigi Capotorti, catalogo delle opere ed edizione di Ernesta e Carlino, è stato pubblicato in due volumi dalla Società di Storia Patria per la Puglia di Bari, nella collana “Musiche e musicisti pugliesi”. Si tratta di un valido supporto per chi voglia apprendere notizie documentate su Luigi Capotorti. Il saggio della Panunzio colma un vuoto avvertito da molti studiosi di musica; se si escludono, infatti, gli sporadici, pur se fondamentali, interventi nella “discussione culturale” del maestro Nicola Germinario e l’esecuzione in varie occasioni di qualche pagina inedita del Capotorti (tra cui spicca la “Nuova messa per solennità festiva” eseguita in occasione dell’inaugurazione dell’auditorium del Seminario Vescovile), è dal 1931, anno della pubblicazione del lavoro di Francesco Peruzzi su “Maestri compositori e musicisti molfettesi”, che nulla di nuovo era stato detto sulla vita e sulle opere del Nostro. Dalla lettura dello studio della Panunzio si apprende che musiche manoscritte del Capotorti sono giacenti innanzitutto in tredici tra archivi e biblioteche italiane, poi a Bruxelles, a Berlino, a Londra, a Stoccolma ed addirittura a Evanston ed a Standford in America. Vengono catalogate otto opere (con indicazione dei relativi incipit), mentre dell’opera “Ernesta e Carlino” viene curata l’integrale edizione critica nel secondo volume. Leggendo il catalogo delle opere si possono puntualizzare alcune notizie, che esemplificano l’importanza del musicista nell’ambito della cosiddetta scuola napoletana. Molti famosi cantanti dell’epoca interpretarono le opere del Capotorti; ne “Le nozze per impegno” rappresentata a Napoli nel 1802, cantò il tenore bresciano Gaetano Crivelli (nel personaggio di Ramiro): il Crivelli era stato allievo di un’altro tenore, Andrea Nozzari interprete nel 1813 del “Marco Curzio” e nel 1816 dell’ “Inno in onore di Ferdinando IV”. Nella parte di Carlino figurò nel 1815 il soprano Giuseppina de Begnis Ronzi e fu il soprano Isabel Colbrand, nel 1816, ad interpretare la Sacerdotessa di Giove nell’ “Inno”, insieme al tenore Giovanni David. La nota storica più esaltante, tuttavia, viene dalla circostanza che ad interpretare la parte di Indatir in “Obeide ed Atamare” nel 1804, ci fu il famosissimo castrato Giovan Battista Velluti, allora agli inizi della sua fulgida carriera, in seguito cantante di Rossini ed ultimo castrato a calcare le scene di un teatro prima del declino degli “Evirati cantori”. A completamento di queste brevi marginali osservazioni, si propone per arricchire ulteriormente la conoscenza di Luigi Capotorti, la trascrizione di un atto notarile del 1779, da cui si apprende un particolare inedito della biografia di Capotorti (ringrazio l’amico Corrado Pappagallo per la segnalazione). Innanzi al notaio Luigi Antonio Massari, Michelangelo Capotorti, padre di Luigi ed autore delle tempere delle lunette nel chiostro di San Bernardino (si legge infatti in una di esse “Michael Capotorti: pinxit 1765”, come ha recentemente indicato Maria Giovanna di Capua), si impegna con Francesco Saverio Avellis a far suonare, per un anno ed al prezzo di 4 ducati e mezzo di argento, suo figlio ogni volta che il Viatico usciva dalla Cattedrale; la circostanza venne, nel’800, riportata ed enfatizzata dal biografo Francesco Florimo, a proposito della passione per il violino, mostrata da Luigi: sappiamo quindi, oggi, che vi era anche un guadagno, come era ovviamente, naturale. Prò Mag(nifi)co Michele Angelo Capotorta (sic) cum M(a)g(ist)r(um) Francisco Xaverio Avellis Die decima quarta mensis decembris millesimo septincentesimo saeptuagesimo nono Melphicti personalmente costituito nella presenza Nostra il Magnifico Michelangelo Capotorto di Rutigliano casato, e commorante in questa Città di Molfetta, il medesimo spontaneament, e con giuramento promette e si obbliga a Francesco Saverio Avellis di questa predetta Città presente far andare Luigi Capotorto suo figlio col violino a suonare, di notte e di giorno in tutte le ore, ogni volta che uscirà il SS.mo Viatico dalla Cattedrale Chiesa di questa Città. Per un anno da principiare dalla prima di gennaro entrante anno 1780, ed a teminare alla fine di decembre del medesimo anno. Per la convenuta mercede di docati quattro e mezzo in moneta di argento: quali detto Avellis promette, e con giuramento si obbliga pagarli a detto Magnifico Capotorto metà à Pasqua di Resurrezione, e metà a Natale di detto anno 1780. [seguono cautele di rito] Archivio di Stato. Trani Notaio Luigi Antonio Massari, vol. 1415, f. 154, atto del 14 dicembre 1779.
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