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Ludopatia, boom dei centri scommesse e delle lotterie istantanee. Campagna diocesana contro il gioco d'azzardo
15 gennaio 2014

La nostra città sembra impoverirsi, giorno dopo giorno, di esercizi commerciali, negozi, market sulle vetrine dei cui locali campeggiano cartelli di “vendesi” o “affittasi”di privati o agenzie di intermediazione immobiliare. Segno di crisi non solo di una città, ma di un intero sistema che uccide il commercio, quello sano, quello che ha permesso il mantenimento di famiglie ora sul lastrico. Ma accanto a questa agonia assistiamo all’assurdo fiorire di esercizi presso i quali è possibile effettuare scommesse on line, giocare alle slot machines, dedicarsi a quello che è, a tutti gli effetti, gioco d’azzardo. L’apertura di tali luoghi a Molfetta ha avuto una escalation impensabile. Molfetta, come è noto, non attraversa un periodo economicamente florido, tutt’altro ed allora appare inspiegabile l’apertura dell’ennesimo punto scommesse. Eppur... si aprono… L’Azione Cattolica della Diocesi di Molfetta, Giovinazzo, Ruvo di Puglia e Terlizzi ha promosso una campagna per nuovi stili di vita e contro il gioco d’azzardo, per aiutare attivamente coloro che sono caduti nel baratro della dipendenza e quanti ne rischiano la caduta perché purtroppo nessuna città sembra immune dalla febbre del gioco d’azzardo e le opportunità di tentare la fortuna non mancano, forse nel tentativo di risolvere definitivamente situazioni di criticità. Basta effettuare un rapido giro tra gli stessi per tracciare un comune denominatore per tutti: stessi avventori, stesso target ma la cosa più sconvolgente è il ritrovarvi, all’interno, minori. La legge189/2012 (Decreto Balduzzi), entrata in vigore il 1° gennaio 2013, vieta il gioco d’azzardo ai minori di anni 18, vietando, altresì, la vendita agli stessi dei biglietti relativi alle lotterie istantanee, i cosiddetti “gratta e vinci”, sanzionando l’esercente che non verifica l’età dell’acquirente, stabilendo l’obbligo di rendere visibili formule di avvertimento al pubblico sul rischio di dipendenza da gioco, oltre ad avvisi visibili nelle aree in cui si esercita attività di raccolta delle scommesse. Lontani dal pensare di fare di tutta l’erba un fascio, è lecito avere dei dubbi sull’attività di verifica. A causa di una maggiore tolleranza e della crescente liberalizzazione del mercato, si assiste all’accesso a queste forme di gioco che aumentano il rischio di contrarre la GAP, la malattia di gioco d’azzardo patologico, diffusa soprattutto tra i minorenni. I biglietti della lotteria istantanea sono ormai distribuiti dappertutto e se esiste un controllo certo dell’età presso i distributori automatici che ne permettono l’acquisto solo dopo riconoscimento del codice fiscale, non si può avere medesima certezza di tutti i pubblici esercenti. A Molfetta, è doveroso affermarlo, ci sono esempi di virtuosismo anche perché la legge sanziona e non ci sarebbe convenienza a rischiare per pochi euro, ma quanti “sfuggono”? Se da un lato “l’Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato regola il comparto del gioco pubblico in Italia attraverso una verifica costante dell’operato dei concessionari e una mirata azione di contrasto all’irregolarità” (Fonte Agenzia delle Dogane e dei Monopoli di Stato), dall’altro lato il medesimo Stato di fatto ne incentiva la vendita, pur conoscendo i rischi di ludopatia. L’Italia, come affermava ironicamente Ennio Flaiano, è la patria del diritto e del rovescio. La cultura della legalità da trasmettere sempre e comunque purtroppo non assicura la certezza del diritto e delle sue regole. Autorizzare queste forme di gioco, significa autorizzare guadagni facili, quando vi sono, ottenere risultati facilmente, relegando coloro che ancora intendono esercitare l’impegno ad una posizione di subalternità nella società postmoderna che vuole tutti brillanti e vincenti, svilendo il concetto di lavoro come valore sociale che conferisce dignità all’uomo. Ma si sa... parole, parole, parole e intanto i Monopoli di Stato battono cassa e i cittadini accorrono.

Autore: Beatrice Trogu
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