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Luciano Canfora esportare la libertà Incontro con l'autore organizzato dal Liceo Classico
15 luglio 2007

Esportare la libertà è il titolo dell'ultimo libro di Luciano Canfora, illustre professore di filologia greca e latina presso l'Università di Bari, presentato in un incontro organizzato dal Liceo Classico. Non è difficile associare il titolo alla questione “guerra in Iraq”: per mesi questa guerra ci è stata presentata come la giusta azione verso paesi che hanno bisogno di una libertà troppo a lungo negatagli, nobile atto di certo, ma che nasconde il meno nobile bisogno di denaro. Ma siamo sicuri che la guerra del presidente George Bush sia un caso unico nella storia? Il libro ci presenta un excursus storico (dall'Antica Grecia sino alla “libertà degli Afghani”) tra guerre che, in quanto a motivi nascosti, non hanno nulla da invidiare alle più moderne guerre per l'oro nero. Partendo dall'Antica Grecia: meri obiettivi erano nascosti dietro la facciata altruista della polis Sparta, che, nella guerra del Peloponneso, dichiara di voler liberare la Grecia dalla soffocante influenza ateniese; la storia ci insegna inoltre che l'imperatore Bonaparte fu piuttosto abile a modificare le campagne napoleoniche in vere e proprie manovre per il suo obiettivo di rendere la Francia un “impero bonapartista”. Se lo si accusa di scendere in un fin troppo facile “antiamericanismo” risponde che tale parola è piuttosto un termine sbagliato: al giorno d'oggi siamo tutti assopiti di fronte al colosso “America” tanto che, assumendo solo ciò che i filtri d'oltreoceano ci propinano, riteniamo impensabile riuscire a liberarci da questa “schiavitù della mente”. E così il termine “antiamericanismo” assume toni negativi, quasi di disprezzo per chi si avventura tra vie inesplorate. Complici in questa operazione sono naturalmente i mass media, i mezzi di comunicazione, come del resto lo sono sempre stati durante la storia. Canfora sostiene che al giorno d'oggi il problema del rapporto tra potere e informazione sia da escludere per quanto riguarda i giornali, dal momento che è raro trovare qualcuno che riesca a leggerne uno per intero (specialmente per quanto riguarda gli articoli di fondo, pensati a lungo, ma molto spesso ignorati), se proviamo invece a pensare al peso che ha la politica in televisione, allora ci rendiamo conto che probabilmente potremmo essere (o siamo) tutti vittime di un subdolo sistema degno del miglior Orwell. Insomma, non si attribuisca al signor Bush la paternità della “guerra per la libertà” perchè la furbizia, ma quella cattiva, cinica, accompagna l'uomo sin dai tempi delle polis. Ragazzi, docenti e “avventori” hanno dimostrato di apprezzare la discussione sul tema, portata avanti abilmente anche dalle domande dei ragazzi, riempiendo la sala “Finocchiaro” presso il complesso di S. Domenico, noncuranti del caldo.
Autore: Ilaria Ragno
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